Le ricette delle nonne
Margaret ci ha accolto a casa sua e ci ha raccontato come certi piatti della memoria fanno tornare la voglia di sorridere
Custode di bontà
Mediglia è un piccolo borgo, nelle campagne subito fuori Milano. Qui, in una vecchia cascina ristrutturata, ci accoglie Margaret Dini che, per l’occasione, ha organizzato una vera e propria riunione gastronomica: insieme a lei, infatti, ci sono le sue cugine Giusi e Silvana, «convocate» apposta per aiutarla a cucinare i piatti di famiglia. Per l’occasione, hanno portato anche una torta sbrisolona, fuori programma. Ma chi è la nonna? «Sono io, sono io! Anche se ho solo 56 anni e i nipoti li sto aspettando: mia figlia, 36 anni, ancora non ci pensa... Intanto impara a cucinare le ricette che custodisco con le mie cugine». Così si presenta Margaret, mentre si rimbocca le maniche per prepararsi a impastare, sull’asse di legno che si è fatta fare su misura dal suo falegname. Sul tavolo vediamo erbette, uova, farina, parmigiano... non c’è dubbio, ci troviamo al cospetto della migliore tradizione dell’Emilia-Romagna. «Infatti sono emiliana», conferma, «anche se abito a Domodossola. Ma durante la settimana sto qui a Mediglia con Andrea, mio fratello. Abbiamo perso da poco nostra sorella, la mia gemella. Così cerchiamo di farci forza a vicenda», ci racconta. Intanto, mentre Giusi e Silvana si occupano del tortino, la sfoglia prende forma tra le mani di Margaret. Si vede che c’è una sapienza innata. «Per noi la pasta è una religione, ho imparato da mia mamma e da mia nonna, potrei farla a occhi chiusi». Certamente non ha bisogno di bilancia e pesa gli ingredienti solo perché glielo chiedo, per scrivere la ricetta in modo preciso. Alla fine, aspettiamo Andrea Elvis, il fratello che «non si perderebbe una mangiata di tortelli per nulla al mondo», e apparecchiamo la tavola. Apriamo una bottiglia di Lambrusco e ci sediamo insieme a gustare queste bontà di una volta, passandoci burro e parmigiano. «Ci siamo divertiti, un raggio di sole in un momento difficile», mi confida Margaret quando andiamo via: un piccola grande magia culinaria.