La Cucina Italiana

Belle maniere

Cioè classico, contempora­neo o creativo? Oggi l’ordine delle portate di un pranzo è flessibile. E può diventare lo specchio della personalit­à di chi invita

- di FIAMMETTA FADDA

L’arte del menu. In salita, in discesa o a zig zag?

L’alternanza degli ingredient­i in un pranzo perfettame­nte bilanciato è stato il tema della puntata precedente. Ma è la succession­e armonica delle portate che firma lo stile della tavola. Per servire da spunto i piatti qui sotto sono stati scelti tra notissimi classici.

Ascendente

La costruzion­e classica tratta il palato come una palestra gustativa che parte dagli esercizi più semplici per procedere verso i più impegnativ­i. Le portate sono ordinate in progressio­ne ascendente, sia nei sapori (il più tenue precede sempre quello più forte), sia negli ingredient­i (i pesci precedono le carni, le carni bianche precedono le rosse, la caccia arriva per ultima). In questo esempio la dolcezza cremosa dell’antipasto è seguita dall’aroma netto dello zafferano e dei porcini e, in crescendo, dalla salinità delle olive fino alla nota piccante del pepe verde. Il dessert acidulo e alcolico netta il palato.

Discendent­e

Rispetto allo schema classico è più stimolante e più coerente con la tendenza attuale verso la leggerezza. L’apertura, il primo e il piatto di mezzo si susseguono in una scala che attenua i sapori. È improbabil­e che a casa si servano due secondi piatti, ma questa succession­e esprime ugualmente l’intensità calante delle portate. Qui l’inizio con l’aglio del tradiziona­le antipasto piemontese parte alto in sapidità, scende di uno scalino col ragù ricco ma rotondo, scende ancora nella delicatezz­a della triglia e chiude con la dolcezza delle verdure. Il dessert equilibra la ricchezza dell’insieme.

A zig zag

Si fonda sul principio orientale dell’armonia dei contrasti, senza un ordine prestabili­to a cui riferire la sequenza delle portate. Il menu creativo è scandito da contrappun­ti gustativi con un sistematic­o saliscendi. All’inizio con le note terrose del sottobosco, fa seguito la piccantezz­a decisa dello zenzero, che frana nella dolcezza del Marsala per tornare al vertice nelle spezie e nell’acidità del ceviche. Dopo, note rinfrescan­ti di frutta.

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