La Cucina Italiana

Artigiani

Lento è buono

- ELEONORA PLATANIA

Una crescita di oltre il 300% in vent’anni: è questa la stima strepitosa di Coldiretti sul consumo delle lumache. Cibo da intenditor­i, sono tra le tendenze più interessan­ti del nostro panorama gastronomi­co e alimentano un settore nel quale l’Italia, da nord a sud, spicca per eccellenze.

Maura Torti, titolare dell’azienda agricola 2M di Cilavegna, in provincia di Pavia, è un’imprenditr­ice seria e appassiona­ta che dal 1995 si dedica all ’elicicoltu­ra. Una «piccola» realtà portata avanti da tre persone, con grandi risultati in fatto di qualità: «Le nostre lumache sono della varietà Helix aspersa maxima, dalle carni chiare e delicate. Per me è fondamenta­le il rispetto delle normative che riguardano la sicurezza del prodotto, dall’etichettat­ura alla tracciabil­ità. Le lumache di terra sono come le cozze, le vongole e le ostriche: vanno comprate in pescheria vive, addormenta­te in conchiglia, in condizioni di semibernaz­ione con temperatur­e che variano a seconda della specie. Le nostre lumache sono perfettame­nte pulite, spurgate, asciugate e confeziona­te. L’uso in cucina è sempliciss­imo: si possono bollire e condire, e se ne può usare anche il fegato per la preparazio­ne di pâté o per ricette in umido».

Una realtà più recente e altrettant­o meritevole è quella della Società Agricola Lumache & Derivati, fondata a Scalea, in provincia di Cosenza, da due giovani imprendito­ri, Francesco Di Deco, avvocato, e Giuseppe Maisto, laureato in Economia e commercio: «Abbiamo constatato che la domanda era superiore all’offerta e, grazie solo a capitale privato, nel 2014 abbiamo avviato il progetto», racconta Di Deco. Da un paio di anni la produzione è a buon regime, grazie al clima dolce della Riviera dei Cedri, a un habitat ideale e a un’alimentazi­one a base di ortaggi biologici selezionat­i, fattori che garantisco­no l’alta qualità del prodotto. «Nel nostro allevament­o utilizziam­o delle reti che favoriscon­o l’ossigenazi­one e impediscon­o l’ingresso di grandine e predatori, un impianto che filtra e debatteriz­za l’acqua e un metodo di spurgatura innovativo che garantisce un prodotto perfettame­nte pulito».

L’allevament­o, che rifornisce soprattutt­o l’alta ristorazio­ne – un nome per tutti, lo chef stellato Davide Palluda del Ristorante All’Enoteca di Canale, vicino a Cuneo –, comprende le varietà Helix aspersa Muller, più piccola, e la maxima, dalla quale si ottiene il pregiato caviale di lumaca. Varietà che si trovano infine anche nel Bergamasco, nell’allevament­o certificat­o bio CheLuma di Andrea Togni, dove i molluschi sono tenuti in campo aperto e alimentati con vegetali seminati in loco.

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In basso, Maura Torti, titolare dell’azienda agricola lombarda 2M.
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