La Cucina Italiana

Belle maniere

Le parole d’ordine sono frivolezza, finezza, gioco. Per evitare che il dessert si trasformi in un mattone (anche sullo stomaco)

- di FIAMMETTA FADDA

Dolce ma non troppo

Viva l’abbondanza. La festa è abbandonar­si con trasporto al tanto e, perché no, al troppo. E nessuno, per favore, cominci a parlare dei chili che metterà su e della dieta che inizierà domani. Però, dando un’occhiata al gran finale, che è, come ben sanno i ristorator­i, la portata destinata a restare più impressa, ci sono nuovi spazi di eleganza da conquistar­e.

L’EQUILIBRIO

La struttura del menu è fondamenta­le per la scelta del dessert. Se il vostro prevede un antipasto tradiziona­le (i salumieri vendono l’ottanta per cento annuale di insalata russa e pâté nella settimana che precede il Natale), una pasta ripiena regionale e un volatile farcito con la sua corte di patate al forno, è davvero troppo il classico tris conclusivo composto da dolce fatto in casa (leggi tiramisù, Mont Blanc, bavaresi con creme), panettone, frutta secca.

LA MOSSA GIUSTA

Giocate invece sulla freschezza, l’aereo, il leggero. Sorbetti di pompelmo o di ananasso, serviti nel mezzo frutto svuotato, di limone e zenzero, di arance e mandarini – anche alcolici se non ci sono bambini –; mangiaebev­i a strati di frutta esotica in coppe fantasia in cui includere fettine di fichi secchi, chicchi di melagrana, nocciole (avete già ridotto quasi a zero due mattoni del tris); mele al forno con il cuore di crema. Stupendo, se avete voglia di lavorare, un aspic di frutta.

L’APPARECCHI­ATURA

Cambiate ritmo. Sostituite i tovaglioli, togliete il pane (non sarà in arrivo il formaggio, mi auguro), i contenitor­i per sale, pepe e altro, eliminate i bicchieri dei vini serviti e sostituite­li con i calici per il vino da dessert. Eliminate i bicchieri dell’acqua, che inevitabil­mente conservano tracce odorose delle portate precedenti, e mettetene di nuovi. Se le posate per il dessert non sono già in tavola sistematel­e a lato di ognuno. Adesso i piatti possono anche essere spaiati, di fantasia, di cartone con disegni spiritosi.

LA DECORAZION­E

È il momento per aggiungere all’arredo della tavola nuovi elementi di divertimen­to: una manciata buttata lì di pastiglie di vetro colorate, bonbon giocosi, castagne lucide avvolte nel loro riccio.

Poi, davanti a ciascun commensale disponete un piccolo souvenir natalizio (Che cosa? Vecchie cartoline conservate nei cassetti di casa, piccoli oggetti inutili; mini agende personaliz­zate…).

LE BELLE PAROLE

Se ci sono bambini che recitano una poesia natalizia, la tavola ha raggiunto la perfezione, ma è bello, proprio perché non succede più, che il padrone di casa si alzi e faccia un breve discorso (con note spiritose), per ringraziar­e tutti quelli che hanno contribuit­o a rendere questo Natale memorabile: la moglie (certamente provata), nonni, zii, bambini, amici. E ribadire quanto grande sia la fortuna di ritrovarsi, una volta di più, insieme.

IL POST DESSERT

Poi arriva il calo di adrenalina del dopo-festa. Ma non importa. Il modo migliore per sentirsi felici nelle settimane che precedono Natale e nei giorni che lo seguono è, prima di tutto, accettarlo così com’è, con la fatica e la delizia, la volontà di creare un’esperienza perfetta e il risultato. Abbracciat­e questa realtà e rilassatev­i. Ogni eventuale imperfezio­ne sarà sommersa dal calore degli affetti. Perché Natale è esattament­e questo.

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