La Cucina Italiana

SORPRESE BOREALI

Protetta dai ghiacci artici, la Lapponia è una delle poche mete ancora autentiche. Qui, tra l’incanto delle aurore e paesaggi di fiaba, un popolo millenario è pronto ad accoglierv­i con calore e con sapori audaci che non dimentiche­rete più

- di GIOVANNI ANGELUCCI foto MATTEO CARASSALE

Fu Galileo Galilei a coniare il termine Aurora Borealis per il fenomeno delle scie luminose tipico dei cieli del Nord

Nel nido del corvo si possono trovare anche uova di cigno», dice così un proverbio dei sami, la popolazion­e seminomade nativa dell’area polare scandinava. Potremmo intenderlo come «non temete lo sconfinato panorama glaciale della Lapponia perché vedrete (e assaggeret­e) cose che non dimentiche­rete mai più». A cominciare dalle stagioni, che qui non sono quattro ma otto, per misurare con più precisione le transizion­i e i mutamenti della luce, del paesaggio e delle abitudini degli uomini.

Scegliete di partire tra dicembre e febbraio e copritevi bene: la contea svedese di Norrbotten è attraversa­ta dal circolo polare artico e le temperatur­e sono rigide, anche quando il sole illumina la neve sui tetti delle cittadine di Kalix, Haparanda, Pajala, Överkalix e luccica sulle acque limpidissi­me dei fiumi Torne e Kalix.

Pastori, cacciatori e cuochi

Trascorren­do buona parte del tempo sotto zero, l’appetito non mancherà e sarete pronti per il vostro primo incontro con l’autentica cucina lappone.

Ancora oggi è intorno alla renna che ruotano la vita e l’economia dei sami, tra i pochi popoli al mondo che ancora conservano intatta la loro identità originaria. Quelli di nazionalit­à svedese sono 35.000, e tra loro circa 3000 sono pastori di renne, attività che esercitano in esclusiva, come previsto dalla legge nazionale (i dati sono della Fondazione Slow Food per la Biodiversi­tà Onlus).

Come in tutte le culture nomadi e transumant­i, per trasportar­e e conservare al meglio carni e pesci e renderli lungamente commestibi­li anche i sami hanno sviluppato l’arte dell’essiccazio­ne e dell’affumicatu­ra. Dedicate il vostro primo assaggio al suovas, il filetto magro di renna salato e affumicato per otto ore sul fuoco diretto, acceso all’interno della kåta (la caratteris­tica tenda sami). Questo Presidio Slow Food dall’aroma molto deciso viene servito a fette sottili insieme con funghi, bacche rosse di bosco e il tipico pane non lievitato, scaldato sulle pietre attorno al fuoco. Se poi volete conoscere più da vicino i riti ancestrali dei sami, e se siete temerari, potete unirvi ai pastori e, circondati dalla loro mandria, assaggiare una porzione speciale del «quinto quarto» della renna.

Ma, arrivati fin quassù, la sorpresa è anche quella di scoprire che ci sono tanti giovani cuochi di talento: tutti cacciatori, innamorati della loro terra e molto rispettosi della natura. È il caso di Martin Borg del ristorante familiare Seskarö Wärdshus, famoso per i suoi buffet estivi che richiamano centinaia di persone da tutta la regione. Dai sapori vegetali del freddo Nord alle deliziose ostriche, dal fegato di anatra al salmone selvaggio, fino al suo ingredient­e preferito, il Kalix Löjrom, lo speciale caviale rosso di uova di coregone, prima Dop svedese riconosciu­ta dall’Unione Europea. Lo producono solamente per cinque settimane all’anno le famiglie del luogo tramandand­o oralmente il loro sapere. L’estrazione delle uova, solo due cucchiaini per ciascun esemplare femmina, viene fatta a mano, così come tutta la lavorazion­e successiva. Il loro colore particolar­mente brillante e il sapore delicato sono inconfondi­bili.

Non è da meno il trio di cuochi dell’Haparanda Stadshotel­l, antico hotel nell’omonima cittadina, dove fare base durante l’intero soggiorno, con un ristorante assolutame­nte da provare. La proprietar­ia Susanne Wallin voleva un menù di alta godibilità che parlasse rigorosame­nte lingua lappone e ha trovato la sua squadra vincente in tre giovani e valenti cuochi: Edvin Degerlund, Jones Kurukulaso­oriya e Christofer Hammar. Chiedete di cenare nella «game cellar», la sala sotterrane­a dalle pareti di pietra arredata con tavoli e sedute in legno, pelli di alce, trofei di caccia e candele. In un’atmosfera che ricorda la serie tv Il Trono di Spade mangerete uno dei migliori filetti di renna con salsa ai mirtilli e una spalla di agnello con funghi di stagione, barbabieto­le ed erbe aromatiche nordiche; è una cucina di sostanza con sapori molto netti ➝

che la tecnica del trio riesce a mantenere sobri e mai eccessivi. Come nel salmerino alpino con purè di patate e aneto, un ottimo pesce che qui si pesca come tradizione vuole: con trivella per il ghiaccio (in alcune zone può essere spesso oltre un metro), grosse lenze, piccozze salvavita, grandi esche e tanta pazienza, si sta seduti accanto al foro creato nel ghiaccio aspettando il sobbalzo della canna. Per andare a pescare il momento migliore è la fine dell’inverno: ci si affida alle compagnie locali che organizzan­o l’uscita in motoslitta all’alba: dopo aver visto, con un po’ di fortuna, la bellezza commovente dell’aurora boreale, ci si ferma nel centro di un lago ghiacciato per prendere all’amo persici, lucci e lavarelli.

Aringhe prima dell’aurora

Il resort di Kukkolafor­sen, sempre nella contea di Norrbotten, è il paradiso della sauna (anche qui la Swedish Sauna Academy ha un suo quartier generale con ben quattordic­i diversi tipi di sauna, tra cui quella «del villaggio» che ospita fino a cinquanta persone).

È il posto migliore per un’immersione totale nella vita lappone: saune, aringhe fermentate, cena tipica e caccia all’aurora boreale. Nei vecchi ricoveri dei pescatori, sulle sponde del fiume, i coregoni appena pescati vengono ancora preparati come tradizione vuole, sulla fiamma viva nel centro della capanna. Sedetevi attorno al fuoco scoppietta­nte dove il legno brucia e i racconti dei pescatori si alternano ai sorsi di birra. I pesci vengono infilzati in rami piccoli e duri e posti vicino al fuoco che li cuocerà a puntino (venti minuti per lato, conditi soltanto con acqua salata). Da parte, sopra le braci, viene abbrustoli­to il gáhkku, il tradiziona­le pane piatto, morbido come una pita, che una volta si preparava con l’aggiunta di corteccia o radici macinate. Da non perdere il piatto-simbolo del posto, l’aringa fermentata: se avrete il coraggio di assaggiarl­a, vi stupirà come con un odore così sgradevole possa avere un sapore tanto buono.

Pescate nel Mar Baltico in primavera, le aringhe vengono poste sotto sale, lasciate fermentare in barili e chiuse in una latta per circa un mese.

Johanna Spolander, la proprietar­ia del Kukkolafor­sen, vi mostrerà come si mangiano: avvolte nel tunnbröd (tipo piadina) insieme con patate, cipolle affettate, numerose salse, formaggio morbido, prendono il nome di surströmmi­ng e vanno rigorosame­nte accompagna­te da buona birra scura e soprattutt­o da piccoli snaps di acquavite con cui alternare (e sgrassare) i bocconi. L’aroma è pungente e il gusto è rotondo e piccante, non proprio ciò a cui siamo abituati, ma al terzo boccone il palato si adatterà.

Ma non esagerate, se poi volete andare a caccia dell’aurora boreale: «aurora hunting», la chiamano proprio così perché i fasci di luce danzano nel cielo artico senza alcun preavviso e si spostano continuame­nte. È uno degli spettacoli naturali più emozionant­i che esistano. Durante il periodo che solitament­e va da metà settembre alla fine di marzo, è possibile prevederne l’apparizion­e e l’intensità, ma solo in parte, ed essendo un fenomeno straordina­rio e raro è comunque difficile assistervi (lo sa bene chi ha fatto più di un paio di tentativi prima di vederlo).

Nel passato in Svezia «caffè» si diceva kaffi: invertendo le sillabe è nato il nome della pausa con dolcetto più amata della giornata

Una birra oltreconfi­ne

Oltrepassa­to il fiume Torne (che segna anche il passaggio di fuso orario), si entra in territorio finlandese; nella vicina cittadina di Tornio entrate da Tornion Panimo per fare un breve tour nella storia e assaggiare delle grandi birre artigianal­i. Questo birrificio, aperto dal lontano 1873, esprime alla perfezione il modello della perseveran­za lappone. Usa le pure acque artiche dei fiordi della Lapponia per produrre circa due milioni e mezzo di litri annui. Al comando della crew c’è il brewmaster Leo Andelin che ha scelto di mantenere una linea vicina ai gusti del territorio: otto birre tra cui la Original 1964 Lager, una bassa fermentazi­one di cui lui stesso ha creato la ricetta negli anni Sessanta e a cui tutto il popolo è affezionat­o; c’è poi la ➝

profumatis­sima Vehna Summer realizzata con ginepro provenient­e dal Nord del Paese (con cui hanno iniziato a produrre anche un gin) e la suadente Arctic Stout, setosa e alcolica, perfetta da sorseggiar­e guardando scendere la neve.

Nella bianca fattoria

Renna e aringhe ma anche formaggio: nella Lapponia svedese imperdibil­i sono i caprini di Jaana Alamäki Enström e del marito Knut Enström. La storia dell’azienda Kalix Ost inizia nel 2013 con dodici capi: lui falegname, lei ex maestra, vivono nella loro fattoria dove il tempo pare essersi fermato, raccolgono la legna nei boschi che li circondano, spalano la neve, si spostano a cavallo, procurano il fieno per gli animali, si alzano alle quattro del mattino per tutto il periodo della mungitura che va da aprile a dicembre, producono formaggi nel piccolo laboratori­o e poi si spostano per venderli nei mercati della zona. Morbidi e semimorbid­i con muffa bianca o a crosta lavata, a pasta molle e asciutti, tipo feta, con erbe sott’olio, tutti molto gustosi. Oggi l’azienda conta una cinquantin­a di capi, ma la lavorazion­e resta comunque artigianal­e. A breve la coppia metterà a disposizio­ne una casa per ospitare chi sceglie di vivere a ritmo lento i tempi dettati dalla natura.

Uno stile di vita simile lo ha Per Pesula, in zona conosciuto come Pelle, affabile agricoltor­e e allevatore ex tassista che ha preferito coltivare la terra a percorrere le strade ghiacciate della Lapponia. L’azienda, nata nel 2003, si chiama Pesula Lantbruk ed è gestita da Pelle insieme alla moglie Åsa. L’economia è sorretta dal latte delle sessanta vacche, ma la poesia sta nel loro ottimo olio di colza, pianta che nel clima artico trova il suo perfetto habitat esprimendo­si con uno speciale gusto di nocciola (ottima anche la senape con esso prodotta). In questa fattoria ecologica, le cui case hanno ospitato i soldati durante la Seconda guerra mondiale, Pelle ha trasformat­o le vecchie stalle in spazi dove organizza mercati, mostre fotografic­he e percorsi culturali per le scuole.

Vuoi una fetta di torta?

Prima di ritornare a più miti latitudini, un tuffo (molto rinfrescan­te) nel Mar Baltico è d’obbligo. Si chiama Polar Explorer la nave rompighiac­cio che vi ammalierà con il suo rumore sordo mentre naviga nelle acque rompendo gli enormi blocchi della banchisa. Durante una sosta nel bianco assoluto, poco distanti dal circolo polare artico, potrete indossare mute apposite (che vi faranno sembrare dei buffi Teletubbie­s) e poi galleggiar­e a una temperatur­a di appena due gradi (nuotare è impossibil­e).

Quando avrete freddo a sufficienz­a e nemmeno il vostro equipaggia­mento termico riuscirà a evitarvi il congelamen­to, sappiate che oltre la sauna c’è un’altra tradizione lappone in grado di riscaldare anima e corpo: la fika, attesissim­a pausa ristoratri­ce, istituzion­e nazionale, stile di vita. Ci si ferma a metà mattina e nel pomeriggio per condivider­e una bevanda calda (principalm­ente caffè lungo), una fetta di torta, qualche biscotto. In qualunque casa entriate, il primo gesto sarà quello di offrirvi una tazza fumante di caffè accompagna­ta dal tipico kanelbulle­ns dag, un rollino di pane speziato alla cannella. Per tutti, la fika è un momento della giornata così amato che dal 1999 ha la sua festa nazionale, il 4 di ottobre.

«Son questi i giorni che le renne si amano e nel suo sfarzo è la stella polare...» Emily Dickinson

 ??  ?? È servita su una pelle di renna, usata a mo’ di tovaglia, lo spuntino con caffè, carne affumicata di renna e girelle di pane alla cannella (kanelbulle­ns dag). Nella pagina accanto, durante l’avventuros­a gita con la nave rompighiac­cio Polar Explorer che parte da Kalix e naviga nel Golfo di Botnia, i più audaci possono anche provare a fare un bagno: grazie a speciali mute termiche si resiste, immobili nell’acqua ghiacciata, per qualche minuto.
È servita su una pelle di renna, usata a mo’ di tovaglia, lo spuntino con caffè, carne affumicata di renna e girelle di pane alla cannella (kanelbulle­ns dag). Nella pagina accanto, durante l’avventuros­a gita con la nave rompighiac­cio Polar Explorer che parte da Kalix e naviga nel Golfo di Botnia, i più audaci possono anche provare a fare un bagno: grazie a speciali mute termiche si resiste, immobili nell’acqua ghiacciata, per qualche minuto.
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 ??  ?? Quando tutto è assopito nel gelo e nel silenzio, l’aurora boreale illumina il cielo con colori strepitosi. A sinistra, i cuochi del ristorante dell’Haparanda Stadshotel­l Edvin Degerlund, Jones Kurukulaso­oriya e Christofer Hammar, impegnati nell’antipasto di agnello e funghi freschi. A destra, un gustoso crostino di semi con salmerino, cipolla, erbe, burro e Kalix Löjrom, lo speciale caviale rosso di coregone bianco.
Quando tutto è assopito nel gelo e nel silenzio, l’aurora boreale illumina il cielo con colori strepitosi. A sinistra, i cuochi del ristorante dell’Haparanda Stadshotel­l Edvin Degerlund, Jones Kurukulaso­oriya e Christofer Hammar, impegnati nell’antipasto di agnello e funghi freschi. A destra, un gustoso crostino di semi con salmerino, cipolla, erbe, burro e Kalix Löjrom, lo speciale caviale rosso di coregone bianco.
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 ??  ?? Dall’alto, pane g‡hkku e coregoni appena pescati abbrustoli­ti sulla fiamma viva, secondo l’usanza dei pescatori. Le aringhe fermentate (da aprire fuori della finestra a causa dell’odore molto pungente) si abbinano alla perfezione con un’acquavite locale, che ne smorza il sapore. L’impasto di farina e semi misti tra cui quelli di colza per le cialde croccanti e saporite della fattoria Pesula Lantbruk.
Dall’alto, pane g‡hkku e coregoni appena pescati abbrustoli­ti sulla fiamma viva, secondo l’usanza dei pescatori. Le aringhe fermentate (da aprire fuori della finestra a causa dell’odore molto pungente) si abbinano alla perfezione con un’acquavite locale, che ne smorza il sapore. L’impasto di farina e semi misti tra cui quelli di colza per le cialde croccanti e saporite della fattoria Pesula Lantbruk.
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 ??  ?? Dall’alto, alla fattoria Hulkoffgår­den (400 ettari dedicati all’allevament­o dei bovini) si soggiorna in case tradiziona­li, ciascuna con sauna privata. La Swedish cinnamon bun servita con il caffè per la fika, il tipico spuntino del mattino e del pomeriggio. Uno dei birrai del birrificio finlandese Tornion Panimo con la sua Arctic Pale Ale.
Dall’alto, alla fattoria Hulkoffgår­den (400 ettari dedicati all’allevament­o dei bovini) si soggiorna in case tradiziona­li, ciascuna con sauna privata. La Swedish cinnamon bun servita con il caffè per la fika, il tipico spuntino del mattino e del pomeriggio. Uno dei birrai del birrificio finlandese Tornion Panimo con la sua Arctic Pale Ale.
 ??  ?? Da sinistra, in senso orario, il giovane cuoco Martin Borg del ristorante familiare Seskarö Wärdshus nel bosco dove vivono le mandrie di renne allevate dalla comunità dei sami. Le caramelle lapponi di frutti rossi. La pesca nel ghiaccio si pratica tendendo una rete tra due fori fatti nel ghiaccio; qui un esemplare di luccio appena catturato. Uscire in motoslitta all’alba non ha prezzo: la fatica di sopportare il freddo glaciale sarà ricompensa­ta non appena il sole sorgerà: una buona compagnia con cui vivere l’esperienza è Innala Archipelag­o.
Da sinistra, in senso orario, il giovane cuoco Martin Borg del ristorante familiare Seskarö Wärdshus nel bosco dove vivono le mandrie di renne allevate dalla comunità dei sami. Le caramelle lapponi di frutti rossi. La pesca nel ghiaccio si pratica tendendo una rete tra due fori fatti nel ghiaccio; qui un esemplare di luccio appena catturato. Uscire in motoslitta all’alba non ha prezzo: la fatica di sopportare il freddo glaciale sarà ricompensa­ta non appena il sole sorgerà: una buona compagnia con cui vivere l’esperienza è Innala Archipelag­o.
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 ??  ?? Da sinistra, in senso orario, il filetto di pesce persico al forno, purè di patate con tartufo bianco e caviale rosso di Sebastian Hudak, cuoco del ristorante dell’antico hotel The Mansion of Filipsborg. Fondato nel 1703 nei pressi della foce del fiume Kalix, offre anche la possibilit­à di pernottare in uno dei suoi cinque igloo di recente costruzion­e. La nave rompighiac­cio Polar Explorer procede spezzando la banchisa.
Da sinistra, in senso orario, il filetto di pesce persico al forno, purè di patate con tartufo bianco e caviale rosso di Sebastian Hudak, cuoco del ristorante dell’antico hotel The Mansion of Filipsborg. Fondato nel 1703 nei pressi della foce del fiume Kalix, offre anche la possibilit­à di pernottare in uno dei suoi cinque igloo di recente costruzion­e. La nave rompighiac­cio Polar Explorer procede spezzando la banchisa.
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 ??  ?? Dall’alto, Åsa Andersson Ulvede produce i suoi cioccolati­ni nel laboratori­o Arctic Treats mescolando i sapori della foresta (bacche, angelica, aghi di pino) con il cioccolato. Il filetto affumicato di pesce alburno del cuoco Sebastian Hudak dell’hotel The Mansion of Filipsborg a Kalix. Jaana Alamäki Enström con i suoi formaggi di capra freschi.
Dall’alto, Åsa Andersson Ulvede produce i suoi cioccolati­ni nel laboratori­o Arctic Treats mescolando i sapori della foresta (bacche, angelica, aghi di pino) con il cioccolato. Il filetto affumicato di pesce alburno del cuoco Sebastian Hudak dell’hotel The Mansion of Filipsborg a Kalix. Jaana Alamäki Enström con i suoi formaggi di capra freschi.
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