Editoriale
Eccole le protagoniste di questo numero di La Cucina Italiana, le vedete qui sotto, altre le troverete nella rivista e sui social. Sono una parte delle ragazze che hanno cucinato, fotografato, scritto questa nuova pagina della nostra storia. Perché tutte donne? Perché vorrei invitare voi che leggete a tornare in cucina e viverla come spazio di emancipazione femminile. Attenzione, non come in passato, relegate a un ruolo di semplici esecutrici di una quotidianità, a volte percepita come obbligatoria, altre addirittura come luogo di segregazione. Oppure restando ai margini come succede nelle cucine stellate dove le ragazze sono sempre pochissime e in rincorsa come se dovessero dimostrare il doppio dei ragazzi. Vi invito a tornare in cucina e viverla come luogo di emancipazione dove decidere quali alimenti comprare e come cucinarli diventa un atto etico di alta responsabilità verso i nostri cari, verso i nostri commensali, verso tutti, noi incluse (post-it per il frigorifero: usiamo una volta al giorno l’hashtag #iomistimo). Significa dare dei messaggi di valore importanti per il futuro e, nel caso delle cucine stellate, vuol dire fornire un palcoscenico a chi se lo merita, che sia femmina o maschio. E ben vengano i tanti uomini amici che ci daranno una mano a ritrovare l’amore per la cucina e a conciliare una relazione di genere che scricchiola dai tempi di Adamo ed Eva. Ora, in questo numero non incrocerete grandi affermazioni di principio, o meglio le troverete raccontate con il nostro linguaggio: la ricetta di un buon pollo arrosto, di un polpo in pentola a pressione (si fa prima), verdure e primi piatti e poi ancora trattorie al femminile e le specialità delle tanto vituperate casalinghe di Voghera, oltre a un focus sulle ragazze del vino. Forza amiche e amici, cuciniamo questo buon pasto della conciliazione perché è intorno alla buona tavola che succedono le cose importanti. P.S. L’hashtag #iomistimo è un invito a farlo davvero.