Goloso chi legge/ guarda
A che punto siamo con le discriminazioni? Piccole o no, intenzionali o in «buona fede», c’è ancora molto da fare. Ogni occasione è valida per parlarne. Anche davanti alla TV o con un libro, come suggerisce Angela Odone
Progressi quotidiani
New York, fine anni Cinquanta. Manhattan, Upper West Side, famiglia ebrea, appartamento smisurato con bow window, pianoforte a coda, domestica in divisa (rosa) con grembiule e crestina, cucina perfettamente linda, anche se quasi sempre in uso, ed eccellentemente attrezzata. Umorismo jewish e cucina kosher (ho qualche dubbio però sul fatto che in quella casa si seguano perfettamente le prescrizioni del rabbino) sono il filo conduttore di tutte e tre le stagioni di The Marvelous Mrs. Maisel disponibili su Amazon Prime Video. Gli stereotipi, spesso esilaranti, sono ben rappresentati: cultura, denari, arte, feste comandate in famiglia, letti separati per i genitori e molti becchi d’oca per tenere la pettinatura in piega durante la notte (senza che nessun marito se ne accorga). Quello che cattura è quanto la protagonista, Midge Weissman in Maisel, balzi fuori dal suo ruolo di moglie impeccabile senza difficoltà e si dimostri avanti anni luce (anche per i nostri tempi) decidendo di seguire il suo amore per il cabaret, rompendo con eleganza gli schemi e prendendosi gioco di chi la vorrebbe rimettere al suo posto. «Se non vi farà ridere, saprà cucinarvi la cena»: questo, in effetti, è garantito perché il manzo al forno di Mrs. Maisel è meraviglioso.