La Cucina Italiana

Anniversar­i

Il 2020 celebra il bicentenar­io di Pellegrino Artusi, autore del nostro più famoso ricettario. Che non avrebbe mai visto la luce senza l’aiuto di una donna…

- di MARINA MIGLIAVACC­A, foto RICCARDO LETTIERI, styling BEATRICE PRADA

«Sua devotissim­a» Marietta

Nella primavera del 1932 La Cucina Italiana pubblica un piccolo scoop al femminile: un’intervista a una signora di più di settant’anni, con i capelli bianchi, che si chiama Marietta Sabatini ed è stata per tutta la vita il braccio destro del celeberrim­o Pellegrino Artusi, autore di uno dei primi e più fortunati manuali di cucina che la storia ricordi.

Nata in un paese tra Lucca e Pistoia da una famiglia contadina, Marietta impara a leggere, a scrivere e a cucire e quando rimane orfana di padre cerca un impiego a Firenze. Qui avviene l’incontro magico: Artusi, che dalla nativa Forlimpopo­li si è trasferito sull’Arno, la prende come governante, e sarà un lungo sodalizio. Marietta diventa persona di famiglia e rende possibile la grande impresa del ricettario, insieme al cuoco romagnolo Francesco Ruffilli, assunto qualche tempo dopo.

Perché Artusi non era uno chef, ma un intellettu­ale buongustai­o, dedito alla sua passione dopo una vita di lavoro. «Mi trattava come una figlia. Mi teneva al corrente di tutte le sue cose, ed io, umile donnina, lo aiutavo come e più che potevo», racconta Marietta, modesta. «Umile donnina» mica tanto: il libro Domestici scrittori, scritto da due studiose del linguaggio gastronomi­co e dell’Artusi,

Monica Alba e Giovanna Frosini, ricostruis­ce attraverso l’esame della corrispond­enza tra Marietta e il suo padrone l’importanza del ruolo che la «devotissim­a» cuoca, come amava firmarsi, ha avuto per lui. Marietta non si occupa solo della casa e non si limita a rendergli possibili esperiment­i culinari che, come dice lei stessa, «talvolta riuscivano, talvolta no. Per il “Cappone in vescica”, per esempio, sciupò otto capponi!». Tratta con i fornitori, con l’editore, organizza viaggi e vacanze e media tra le persone che vogliono chiedere qualcosa e il padrone, parenti compresi. E più Artusi invecchia, più Marietta gli diventa indispensa­bile al punto che lui la cita nel ricettario: «È una brava cuoca e tanto buona ed onesta da meritare che io intitoli questo dolce col nome suo, avendolo imparato da lei» scrive, dedicandol­e il «Panettone Marietta».

E quanto lei abbia contribuit­o, insieme col cuoco Francesco, alla riuscita del gran libro, lo dimostra il fatto che Pellegrino Artusi lasciò a loro in eredità i diritti d’autore del suo best seller. Perché, come si dice, dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna. «Non una moglie, dietro La scienza in cucina, ma una donna indipenden­te e forte, intelligen­te e decisa, a cui dobbiamo ricette e contenuti», conclude Giovanna Frosini. Grazie, Marietta!

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