INNAMORATA DI ATENE
Dorotea Mercuri, attrice e performer italogreca, ci invita nei suoi locali preferiti. Prendete appunti per gustare una moussaka capolavoro, perdervi in un souvlaki, sentirvi al centro del mondo guardando il panorama
«La vista più poetica sulla chiesa del Monte Licabetto si apre ai piedi dell’acropoli, nel minuscolo quartiere di Anafiotica, tra le sue case e gli scalini tutti bianchi, gli stessi delle isole magiche dell’Egeo»
tene è donna, come la dea che le ha dato il nome. E fin dai tempi di Pericle è coraggiosa, forte, combattiva, con una sua mascolinità decisa. Vivo qui da sei anni, nella Plaka, l’antico quartiere alla base dell’Acropoli dove ho sempre sognato di abitare, perché c’è una luce fortissima, apollinea, che mi ispira, e perché è pieno dell’energia che scende dalla collina del Partenone. La domenica le campane delle chiese suonano, mi svegliano, mi fanno sentire nel cuore del Mediterraneo, dove anche d’inverno posso andare a Vouliagmeni, poco fuori città, a fare un tuffo in mare. Poi, magari, mentre torno a casa, mi viene fame. E non importa a che ora, ad Atene si mangia tutto il giorno, ininterrottamente, anche nei migliori ristoranti. Si pranza alle quattro del pomeriggio e si può cenare alle undici di sera, un po’ come a New York: è favoloso.
I posti dove mi sento a casa
Sono quelli che frequento ogni giorno, dove porto la mia famiglia italiana quando viene a trovarmi e dove d’estate posso stare in terrazza a ordinare la moussaka più buona della Grecia e l’unica che mangio, quella del Café Avissinia: questa vecchia tea house trasformata in un accogliente ristorante si trova nella omonima piazza del quartiere Monastiraki, tra negozi di antiquariato e il mercatino delle pulci. Sul lato che dà verso il mercatino mi fermo spesso di giorno a prendere un caffè o magari un’insalata. Il momento più bello però è la sera, soprattutto quando c’è la musica dal vivo del pianoforte che crea subito un’atmosfera di festa.
Athénée è invece un classico in stile art déco nella zona pedonale di Sintagma, in via Voukourestiou, la più prestigiosa della città, accanto alle boutique di Hermès e di Cartier. La movida ateniese è qui e Athénée è uno dei locali più frequentati dagli attori, prima o dopo il teatro. Ha un giardino aperto anche d’inverno e a me piace sedermi a un tavolino vicino all’entrata, dove posso guardare i passanti. All’interno ci si può accomodare nei divanetti di velluto, circondati da tanti quadri alle pareti e da un sottofondo di musica leggera (la sera si può quasi ballare!). La ricca scelta della cucina spazia dalle classiche ricette greche come i pomodori ripieni, che qui sono leggerissimi e quasi dolci (li adoro), all’ottimo sushi del menù serale. Da Athénée si vive la vera Atene chic e più europea, grazie al cosmopolita proprietario Chrysanthos Panas. Dal mattino, per il miglior cappuccino del centro, fino all’una di notte, vale sempre la pena passare.
Con le amiche vado da Cherchez la femme, i suoi colori e l’arredo sono quelli di una cucina calda dove ti fermi a confidarti con le persone care. Mi fa sentire a casa, e il personale è il più simpatico della zona. Il menù, tradizionale, è curato dal famoso e ottimo cuoco Andreas Lagos. E poi la musica: greca, ma anni Venti! Molto rétro e molto chic.
La piccola via Nikis, dove abito io, è un punto di ritrovo della Plaka per i locali; qui, davanti al Museo ebraico, c’è l’entrata di un piccolo paradiso, il 2Mazi. In una casa bassa degli anni Trenta in stile parigino i ragazzi ti accolgono con un sorriso in un giardino che è un gioiello; sembra di entrare in un altro mondo, quello dell’Atene che ormai non c’è più. Nel menù spiccano i crudi leggeri di pesce (ci vengono infatti molti giapponesi) in cui si mescolano culture gastronomiche diverse, come nel mio amato tonno e fagiolini croccanti, un po’ francese. Se siete nella stagione giusta, non perdete l’occasione di mangiare nel romantico giardinetto ma prenotate di sicuro, specialmente di sera: per i greci le giornate sono lunghissime e finiscono cenando al ➝
ristorante con gli amici fino a tardi, quindi dappertutto è quasi sempre pieno. Nel caso, ripiegate sui posti fusion di Syntagma: a me piace il Nolan, che rivisita con fantasia la cucina thailandese.
Spiedini da passeggio
Per chi arriva in città, tra Syntagma e Plaka, una delle prime cose obbligatorie è conoscere l’arte del buon souvlaki. Sono molto affezionata al tradizionale Kostas, aperto da 65 anni; il posto è semplice, dentro si sta quasi solamente in piedi oppure ci si siede sulle panchine fuori, ma il suo souvlaki pita è così buono che c’è sempre un po’ di fila: la pita, cioè una specie di piadina morbida, è senza grassi e un po’ croccante, la carne del souvlaki, lo spiedino, si scioglie in bocca ed è condita con yogurt greco, prezzemolo, pomodori finemente tagliati, piccole scaglie di cipolle rosse e un tocco di paprica piccante. È un sogno, e merita l’attesa. Attenti, però: anche se Kostas chiude alle cinque, il souvlaki è già finito alle quattro.
Per patatine fritte squisite, l’indirizzo alla Plaka è Saita: la mattina, quando passo presto, sono tutti lì a tagliare le patate che poi friggono al momento; da loro sono ottime anche le alici alla brace con l’origano e l’insalata greca, con i capperi e i crostini alle alici al posto della feta, da provare con il pesce stocco e la skordalia (crema di aglio), e pazienza se è un po’ pesantuccio.
Davanti al mare
Quando ho voglia di pesce fresco cucinato in modo tradizionale, vado al Pireo oppure mi avventuro lungo la riviera ateniese dove trovo ben trenta chilometri di spiagge azzurre alternate con ristoranti e taverne di ottima qualità; molte hanno i tavolini sulla sabbia e si sente il profumo dei calamari fritti di tutto l’Egeo. Il posto più prestigioso è Varoulko, dove hanno anche la rara bottarga di Missolungi. Il Margaro al Pireo è una taverna molto tipica e popolare, frequentata solo dai greci; non in riva al mare ma davanti alla scuola militare, si mangiano triglie e gamberi fritti freschissimi.
La primavera è un buon momento per venire ad Atene. Assaggiare, passeggiare per la Plaka, andare al mare, ammirare il Partenone, visitare il nuovo museo dell’acropoli fa bene, fa sentire tutti intimamente cittadini del mondo.
«Per cenare con il mio amato aspetto l’estate e scelgo una terrazza con vista sul Partenone illuminato. Tutto è molto romantico, compresi i rumori del quartiere che ti fanno sentire come in un mercato orientale»