La Cucina Italiana

INNAMORATA DI ATENE

Dorotea Mercuri, attrice e performer italogreca, ci invita nei suoi locali preferiti. Prendete appunti per gustare una moussaka capolavoro, perdervi in un souvlaki, sentirvi al centro del mondo guardando il panorama

- Foto MICHEL SEDAN

«La vista più poetica sulla chiesa del Monte Licabetto si apre ai piedi dell’acropoli, nel minuscolo quartiere di Anafiotica, tra le sue case e gli scalini tutti bianchi, gli stessi delle isole magiche dell’Egeo»

tene è donna, come la dea che le ha dato il nome. E fin dai tempi di Pericle è coraggiosa, forte, combattiva, con una sua mascolinit­à decisa. Vivo qui da sei anni, nella Plaka, l’antico quartiere alla base dell’Acropoli dove ho sempre sognato di abitare, perché c’è una luce fortissima, apollinea, che mi ispira, e perché è pieno dell’energia che scende dalla collina del Partenone. La domenica le campane delle chiese suonano, mi svegliano, mi fanno sentire nel cuore del Mediterran­eo, dove anche d’inverno posso andare a Vouliagmen­i, poco fuori città, a fare un tuffo in mare. Poi, magari, mentre torno a casa, mi viene fame. E non importa a che ora, ad Atene si mangia tutto il giorno, ininterrot­tamente, anche nei migliori ristoranti. Si pranza alle quattro del pomeriggio e si può cenare alle undici di sera, un po’ come a New York: è favoloso.

I posti dove mi sento a casa

Sono quelli che frequento ogni giorno, dove porto la mia famiglia italiana quando viene a trovarmi e dove d’estate posso stare in terrazza a ordinare la moussaka più buona della Grecia e l’unica che mangio, quella del Café Avissinia: questa vecchia tea house trasformat­a in un accoglient­e ristorante si trova nella omonima piazza del quartiere Monastirak­i, tra negozi di antiquaria­to e il mercatino delle pulci. Sul lato che dà verso il mercatino mi fermo spesso di giorno a prendere un caffè o magari un’insalata. Il momento più bello però è la sera, soprattutt­o quando c’è la musica dal vivo del pianoforte che crea subito un’atmosfera di festa.

Athénée è invece un classico in stile art déco nella zona pedonale di Sintagma, in via Voukourest­iou, la più prestigios­a della città, accanto alle boutique di Hermès e di Cartier. La movida ateniese è qui e Athénée è uno dei locali più frequentat­i dagli attori, prima o dopo il teatro. Ha un giardino aperto anche d’inverno e a me piace sedermi a un tavolino vicino all’entrata, dove posso guardare i passanti. All’interno ci si può accomodare nei divanetti di velluto, circondati da tanti quadri alle pareti e da un sottofondo di musica leggera (la sera si può quasi ballare!). La ricca scelta della cucina spazia dalle classiche ricette greche come i pomodori ripieni, che qui sono leggerissi­mi e quasi dolci (li adoro), all’ottimo sushi del menù serale. Da Athénée si vive la vera Atene chic e più europea, grazie al cosmopolit­a proprietar­io Chrysantho­s Panas. Dal mattino, per il miglior cappuccino del centro, fino all’una di notte, vale sempre la pena passare.

Con le amiche vado da Cherchez la femme, i suoi colori e l’arredo sono quelli di una cucina calda dove ti fermi a confidarti con le persone care. Mi fa sentire a casa, e il personale è il più simpatico della zona. Il menù, tradiziona­le, è curato dal famoso e ottimo cuoco Andreas Lagos. E poi la musica: greca, ma anni Venti! Molto rétro e molto chic.

La piccola via Nikis, dove abito io, è un punto di ritrovo della Plaka per i locali; qui, davanti al Museo ebraico, c’è l’entrata di un piccolo paradiso, il 2Mazi. In una casa bassa degli anni Trenta in stile parigino i ragazzi ti accolgono con un sorriso in un giardino che è un gioiello; sembra di entrare in un altro mondo, quello dell’Atene che ormai non c’è più. Nel menù spiccano i crudi leggeri di pesce (ci vengono infatti molti giapponesi) in cui si mescolano culture gastronomi­che diverse, come nel mio amato tonno e fagiolini croccanti, un po’ francese. Se siete nella stagione giusta, non perdete l’occasione di mangiare nel romantico giardinett­o ma prenotate di sicuro, specialmen­te di sera: per i greci le giornate sono lunghissim­e e finiscono cenando al ➝

ristorante con gli amici fino a tardi, quindi dappertutt­o è quasi sempre pieno. Nel caso, ripiegate sui posti fusion di Syntagma: a me piace il Nolan, che rivisita con fantasia la cucina thailandes­e.

Spiedini da passeggio

Per chi arriva in città, tra Syntagma e Plaka, una delle prime cose obbligator­ie è conoscere l’arte del buon souvlaki. Sono molto affezionat­a al tradiziona­le Kostas, aperto da 65 anni; il posto è semplice, dentro si sta quasi solamente in piedi oppure ci si siede sulle panchine fuori, ma il suo souvlaki pita è così buono che c’è sempre un po’ di fila: la pita, cioè una specie di piadina morbida, è senza grassi e un po’ croccante, la carne del souvlaki, lo spiedino, si scioglie in bocca ed è condita con yogurt greco, prezzemolo, pomodori finemente tagliati, piccole scaglie di cipolle rosse e un tocco di paprica piccante. È un sogno, e merita l’attesa. Attenti, però: anche se Kostas chiude alle cinque, il souvlaki è già finito alle quattro.

Per patatine fritte squisite, l’indirizzo alla Plaka è Saita: la mattina, quando passo presto, sono tutti lì a tagliare le patate che poi friggono al momento; da loro sono ottime anche le alici alla brace con l’origano e l’insalata greca, con i capperi e i crostini alle alici al posto della feta, da provare con il pesce stocco e la skordalia (crema di aglio), e pazienza se è un po’ pesantucci­o.

Davanti al mare

Quando ho voglia di pesce fresco cucinato in modo tradiziona­le, vado al Pireo oppure mi avventuro lungo la riviera ateniese dove trovo ben trenta chilometri di spiagge azzurre alternate con ristoranti e taverne di ottima qualità; molte hanno i tavolini sulla sabbia e si sente il profumo dei calamari fritti di tutto l’Egeo. Il posto più prestigios­o è Varoulko, dove hanno anche la rara bottarga di Missolungi. Il Margaro al Pireo è una taverna molto tipica e popolare, frequentat­a solo dai greci; non in riva al mare ma davanti alla scuola militare, si mangiano triglie e gamberi fritti freschissi­mi.

La primavera è un buon momento per venire ad Atene. Assaggiare, passeggiar­e per la Plaka, andare al mare, ammirare il Partenone, visitare il nuovo museo dell’acropoli fa bene, fa sentire tutti intimament­e cittadini del mondo.

«Per cenare con il mio amato aspetto l’estate e scelgo una terrazza con vista sul Partenone illuminato. Tutto è molto romantico, compresi i rumori del quartiere che ti fanno sentire come in un mercato orientale»

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 ??  ?? Dorotea a pranzo da Cherchez la femme con pomodorini e pane abbrustoli­to, crema di fave, carne di maiale con purè e dolmades, gli involtini di riso in foglia di vite. Nella pagina accanto, dall’alto a sinistra in senso orario, l’interno del Café Avissinia; la città moderna e il Monte Licabetto sullo sfondo; gemistà, cioè pomodori imbottiti, calamari al pesto e profiterol­es al ristorante Athénée.
Il vestito a fiori è di Evi Grintela.
Dorotea a pranzo da Cherchez la femme con pomodorini e pane abbrustoli­to, crema di fave, carne di maiale con purè e dolmades, gli involtini di riso in foglia di vite. Nella pagina accanto, dall’alto a sinistra in senso orario, l’interno del Café Avissinia; la città moderna e il Monte Licabetto sullo sfondo; gemistà, cioè pomodori imbottiti, calamari al pesto e profiterol­es al ristorante Athénée. Il vestito a fiori è di Evi Grintela.
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 ??  ?? La terrazza panoramica del Café Avissinia è un punto strategico per ammirare l’acropoli. Sopra, l’ingresso del 2Mazi e, a destra, il suo crudo di tonno con cetrioli gratinati. Nella pagina accanto, alcune immagini del Café Avissinia: dall’alto a sinistra, il machelepi, una specie di panna cotta con sciroppo e petali di rosa e pistacchi di Egina; il cuoco del ristorante; un dipinto dell’acropoli; Dorotea con insalata all’aceto fatto dai monaci del Monte Athos. L’abito è di Kimalé Studio.
La terrazza panoramica del Café Avissinia è un punto strategico per ammirare l’acropoli. Sopra, l’ingresso del 2Mazi e, a destra, il suo crudo di tonno con cetrioli gratinati. Nella pagina accanto, alcune immagini del Café Avissinia: dall’alto a sinistra, il machelepi, una specie di panna cotta con sciroppo e petali di rosa e pistacchi di Egina; il cuoco del ristorante; un dipinto dell’acropoli; Dorotea con insalata all’aceto fatto dai monaci del Monte Athos. L’abito è di Kimalé Studio.

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