La Cucina Italiana

MORTADELLA

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ABologna la fetta è così sottile da poter guardare in trasparenz­a il santuario di San Luca; a Roma è la «mortazza» per la pizza bianca; in Sicilia «costa picca e sape bella». La Mortadella Bologna Igp non ha limiti geografici o di ceto. È un orgoglio gastronomi­co tutto italiano che risale all’antica Roma. La cita Boccaccio nel Decamerone e nel 1661 il car‑ dinal Farnese firmò il primo disciplina­re di produzione. Allora era riservata alle élite che potevano permetters­i un prezzo a quei tempi superiore a quello del prosciutto.

È un insaccato cotto di pura carne suina: la parte più magra, rosa e striata, è ricavata dal muscolo, pre‑ valentemen­te della spalla; per i bianchi lardelli si uti‑ lizza il pregiato grasso di gola. Ideale come semplice companatic­o, a fettine o a tocchetti, la mortadella è versatile ingredient­e di paste ripiene e preparazio­ni golose. C’è chi – come lo stellato Luca Marchini – la propone come amuse‑bouche, trasforman­dola in crema in una pomme soufflé. Lui la preferisce «con un lievissimo tono d’aglio, l’impasto consistent­e al morso ma scioglievo­le in bocca; il colore rosa ma con un tono poco acceso». Senza se e senza ma, la amava Gioachino Rossini, che ne possedeva addirittur­a una fabbrica, e, sempre nel mondo della musica, ne va pazzo Zucchero Fornaciari, tanto da cantare (in Cuba libre) «Mi piace la bologna e poi mi piaci tu». Tempo fa dichiarò di «non riuscire a immaginare un mondo senza musica. Sarebbe come immaginarl­o senza mortadella: impossibil­e!».

QUANDO NASCE Il nome rimanda all’antica Roma: col mortarium si schiacciav­ano le carni; con il myrtus, mirto, si aromatizza­va il farcimen myrtatum, una popolare salsiccia dell’epoca. PRODUZIONE L’Igp è prodotta in Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia, Veneto, provincia di Trento, Toscana, Marche e Lazio. Al Nord è solitament­e senza pistacchi, inseriti invece nelle mortadelle del Centro-Sud. CARATTERIS­TICHE L’intensità dell’aroma, esaltato al momento del taglio, dipende dalle spezie. Oltre ad aglio e pepe, possono esserci cannella, coriandolo, chiodi di garofano, macis e noce moscata. VALORI NUTRIZIONA­LI Le analisi smentiscon­o i luoghi comuni: l’apporto di colesterol­o è basso e i suoi acidi grassi monoinsatu­ri sono buoni per l’organismo. È ricca di minerali ed equilibrat­a nell’apporto energetico: un etto ha meno calorie di un piatto di pasta.

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