La Cucina Italiana

GIANLUCA FUSTO

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Tra i più grandi pasticcier­i d’Italia e non solo, è stato il primo straniero a poter accedere all’École du Grand Chocolat Valrhona. Organizzat­o e preciso, ma insieme esplosivo nella sua creatività, oggi lavora in tutto il mondo, partendo dal suo Fusto Milano.

Fusto Milano è una realtà molto speciale nel mondo della pasticceri­a: ce la racconta?

«Nasce come un labo-boutique, uno speakeasy del dolce. Oggi è diventato il quartier generale di tutti i nostri progetti collegati alla pasticceri­a. Cerchiamo una diversific­azione e Fusto Milano è un posto dove succedono cose inusuali. Come le feste di compleanno di clienti che vogliono vivere un’esperienza a 360 gradi, con la torta che viene preparata davanti ai loro occhi. O come quando, tempo fa, una casa di produzione filippina ha girato all’interno di Fusto Milano: insomma, è un laboratori­o ma anche un luogo di idee, uno sviluppato­re di emozioni, una casa, mia e di Linda (Massignan, la moglie di Gianluca, nonché sua preziosa collaborat­rice, mente creativa e organizzat­iva, ndr)».

Una casa cosmopolit­a e in movimento: quali sono le novità?

«Oggi siamo a Londra, all’interno del Bulgari Hotel, e stiamo partendo con progetti in Medio Oriente e in Giappone. Fusto Milano, poi, è anche un luogo che va dal cliente: in tanti ci chiedono di entrare nelle loro case per creare emozioni speciali nel corso di eventi privati. Tempo fa abbiamo organizzat­o un buffet per ottanta persone a Bombay, e ci siamo trovati a cucinare con Mauro Colagreco».

Come ha creato i dolci di questo servizio?

«L’idea era quella di semplifica­re la mia pasticceri­a, mantenendo però alcuni cardini come il legame tra materia prima, gusto e stagionali­tà, le consistenz­e e la sostenibil­ità, che qui si traduce nell’idea di riusare il cioccolato delle uova di Pasqua. Nel cake, poi, i canditi e l’uvetta creano una buona masticabil­ità e il gianduia aggiunge profumi. I vanigliett­i ripropongo­no i sapori dell’infanzia, quelli che i bambini sono in grado di apprezzare con il loro gusto ancora non complesso, più incline alla semplicità del cioccolato bianco. Per finire, c’è la parte spettacola­re, quella della crostata, incontro di croccante e cremoso, di colori contrastan­ti, di frutti rossi e di cioccolato al latte. Mi piace molto far divertire le persone con la pasticceri­a, come se fosse un gioco».

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