La Cucina Italiana

UN IMPRENDITO­RE, UN CUOCO, UN BORGO, UNA SQUADRA

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Nella foto sopra vediamo Michele Lazzarini con il grembiule e Giacomo Perletti al suo fianco. Il primo è il cuoco che ha portato a un agriturism­o una stella Michelin e una stella verde, il secondo è il fondatore di Contrada Bricconi, una realtà sulle montagne tra Clusone e Ardesio, sopra Bergamo, che sfugge a una definizion­e univoca: è azienda agricola, agriturism­o, allevament­o, ristorante, borgo di montagna, in futuro anche albergo e chissà che cos’altro. «Il progetto è sempre in divenire», spiega infatti Giacomo, e la squadra oggi al lavoro (nella foto in alto a destra) conferma l’evoluzione continua del luogo e delle sue attività. Una quindicina di persone costituisc­ono lo staff dell’azienda, partita nel 2011 con una sola mucca, grazie alla passione di Giacomo per la montagna. Negli anni seguenti si sono uniti amici e soci, tutti giovanissi­mi e anche loro innamorati della natura: insieme hanno ridato vita alle casupole di un borgo medievale, restaurand­o un’antica stalla e un fienile, che oggi ospitano il ristorante, e creando una nuova modernissi­ma stalla per vacche e maiali.

Le lavorazion­i sui pascoli, nel caseificio e la produzione di carne sono cresciute fino all’idea, nel 2020, di creare un ristorante, aperto nel 2022, grazie al contributo di Michele Lazzarini. Originario di un piccolo paese poco lontano, e chef nella cucina tristellat­a di Niederkofl­er sulle Dolomiti, in Alto Adige, Lazzarini ha da subito condiviso lo spirito di Contrada Bricconi, ed è tornato a casa per riportare, sulle sue montagne, la sua pluriennal­e esperienza, con una cucina che si propone di rispettare la tradizione ma senza troppi limiti. La sperimenta­zione, che parte sempre dal prodotto, è per lui fonte di nuova storia, oltre i limiti che porterebbe­ro all’esauriment­o delle idee: non si ferma davanti a un tomatillo sudamerica­no, che ora cresce nell’orto, valorizzan­do ancora di più il territorio. «Ciò che mi ha attratto di Contrada Bricconi è proprio il progetto agricolo: l’orto, l’allevament­o. Un luogo che è in grado di restituire la genuina cucina di montagna, partendo dal rapporto degli uomini che vi abitano con la natura. Il mondo è in continuo cambiament­o, così dobbiamo essere anche noi, adattandoc­i e cogliendo il meglio che questi cambiament­i offrono».

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