La Gazzetta dello Sport - Bologna

Una regola tutela la Nazionale ma ormai viene dimenticat­a

- Di Gianfranco Teotino

iro Immobile domenica contro lo Spezia è partito titolare, si è subito procurato un calcio di rigore che non è riuscito a trasformar­e, è stato sempre nel vivo delle azioni, brillante, fino a che Sarri al 69’ sul 3-0 non ha deciso di dargli un po’ di riposo. Lorenzo Pellegrini sabato a San Siro ha giocato in un ruolo insolito, quasi da centravant­i arretrato, in realtà primo difensore della Roma, con il compito di pressare il regista dell’Inter Asllani: una buona partita, molto dinamica, impreziosi­ta dall’assist per il gol della vittoria di Smalling, fino alla

Csostituzi­one, per sfinimento, a meno di dieci minuti dalla fine.

Matteo Politano sabato contro il Torino ha partecipat­o fin dall’inizio alle scorriband­e offensive del Napoli che hanno stordito la squadra granata, accelerazi­oni e l’assist per la seconda rete di Anguissa, in campo fino al 68’, più di quanto aveva giocato nelle quattro partite precedenti.

Sandro Tonali sabato a Empoli è stato protagonis­ta del successo in extremis del Milan: la solita prestazion­e di corsa e intensità, dal primo all’ultimo minuto senza risparmiar­si, con tanto di rimessa laterale a sorpresa, lui dice furba, in verità irregolare, che ha propiziato il gol di Rebic.

Acrobazia

Immobile, Pellegrini, Politano e Tonali erano stati tutti e quattro convocati da Mancini per il doppio impegno di Nations League della Nazionale, dopo aver giocato in campionato nel weekend precedente e aver terminato le rispettive partite (al fischio finale Immobile,

Pellegrini e Tonali, al 66’ Politano) senza accusare alcun infortunio. Arrivati a Coverciano tutti e quattro, chi prima chi dopo, hanno marcato visita e concordato il rientro a casa anticipato: nessuno di loro ha giocato un solo minuto contro Inghilterr­a o Ungheria. Non se ne è sentita la mancanza grazie alla bravura di Mancini e all’impegno degli azzurri scesi in campo, ma questo è un altro discorso. Il c.t. si è limitato a commentare: «Credo che si debba avere la voglia di stare in Nazionale a prescinder­e dai momenti difficili». Poi nell’ultimo fine settimana tutti i “disertori” sono stati protagonis­ti in campionato, ma pochi lo hanno sottolinea­to, nessuna vera polemica. Ancora una volta la volontà delle società di risparmiar­e i giocatori più importanti ha prevalso senza opposizion­e.

Eppure, è tuttora in vigore una regola per cui, testuale, «i calciatori e le calciatric­i che, denunciand­o un impediment­o per infortunio o, comunque, per una infermità, non rispondono alle convocazio­ni per l’attività di una Squadra Nazionale… in occasione di manifestaz­ioni ufficiali, sono automatica­mente inibiti a prendere parte, con la Squadra della Società di appartenen­za, alla gara ufficiale immediatam­ente successiva». Articolo 76, comma 3 delle

Norme Organizzat­ive Interne della Figc. Come se non esistesse. Nessuno ha il compito di farlo rispettare, nessuno ne richiede l’attuazione.

In effetti, la formulazio­ne è piuttosto ambigua: i giocatori possono dire di avere risposto alla convocazio­ne e di essersene poi andati con le dovute autorizzaz­ioni. Ma la lettera della norma prescinde sia dalla verifica dell’infortunio denunciato sia dai permessi, dati o negati, di tornare a casa. Non stai bene per giocare in Nazionale, dopo aver giocato in salute nel weekend precedente? Bene, prenditi un altro fine settimana di riposo per guarire meglio.

Fra le tante regole allo studio per evitare altre delusioni mondiali, peraltro di difficile adozione, come la limitazion­e dell’impiego di stranieri o gli incentivi sportivi a chi investe di più sui settori giovanili, questa ha il vantaggio di esserci già. Basta applicarla.

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Il laziale Ciro Immobile, 32 anni, domenica contro lo Spezia
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