La Gazzetta dello Sport - Bologna
«SARRI E BAYERN STESSA FILOSOFIA E IN FUTURO VORREI ALLENARE LA LAZIO»
L’ex attaccante anticipa la sfida di Champions col Bayern: «Possesso e reparti stretti: i tecnici hanno principi simili»
L’emblema del romanticismo. Per Miro Klose la partita fra Lazio e Bayern, che mercoledì si sfideranno nell’andata degli ottavi di Champions, racchiude ricordi ed emozioni. Rappresenta il passato da giocatore, l’apice (con il Bayern ha vinto sei titoli, compresi due campionati, con la Lazio la Coppa Italia conquistata nella finale con la Roma), la vetrina che gli ha permesso non solo di vincere il Mondiale con la Germania nel 2014, ma anche di scalzare Ronaldo il fenomeno come miglior marcatore della storia della competizione. E, in fondo, rappresentano anche il futuro: al Bayern ha cominciato la carriera da allenatore di club, guidando gli Allievi Nazionali (individuando e plasmando il talento di Musiala) e poi da vice in prima squadra. Ora Klose sogna di fare strada da tecnico. E per farlo sta studiando. In attesa dell’occasione giusta per mettersi in gioco. Gli piacerebbe farlo in Italia o Germania: «Sono i Paesi che conosco meglio. Ma non escludo nulla. Spero però di cominciare presto». Intanto però si gode LazioBayern.
▶Si sente più vicino alla filosofia di gioco di Tuchel o di Sarri?
«Sono simili, si differenziano in qualche dettaglio. Entrambi vogliono fare possesso e che i reparti siano stretti. Il Bayern però mette a disposizione una squadra di livello assoluto. Credo di avere una filosofia vicina alla loro».
▶Come valuta il Bayern di oggi?
«Le partite le vince, ma non riesce a dominare. In realtà l’importante, in questa fase, è fare punti, ma a Monaco non basta. Bisogna convincere e al momento non è così. Ci sono però state tante assenze, per questo sono convinto che la situazione migliorerà. Mi preoccupa di più la Lazio».
▶Per quale motivo?
«Con l’Atalanta non ha vinto contrasti nella trequarti avversaria. Questo significa che gli avversari potevano impostare liberamente. E anche quando si sono abbassati la Lazio non è riuscita a creare occasioni. Non è un buon momento. Luis Alberto per esempio non lo riconosco: sbaglia spesso le scelte. Ma gioca anche lontano dalla porta».
▶ Sarri afferma di non sapere se il calo di rendimento sia una questione mentale o fisica...
«È normale. Quando non arrivano i risultati la testa frena il corpo. Ci vuole tempo per capire, Sarri ce la farà».
▶Come si spiega il calo di Immobile?
«Con Milinkovic si poteva giocare sia palla a terra, sia di sponda. Quando entrava in area costringeva i difensori a lasciare più spazio a Immobile. Ora i giocatori della Lazio si muovono intorno all’area avversaria, ma non la attaccano. E Immobile è più chiuso. La squadra tira poco: se si crea un’occasione a partita non si possono segnare 5 gol».
▶Il Bayern però non sembra in formissima...
«In Champions sarà un’altra cosa. È così da sempre e spero che anche la Lazio cambi atteggiamento perché vorrei vedere una bella partita. Non penso che la Lazio possa qualificarsi, specie sulla doppia partita, ma nel calcio tutto è possibile».
▶Nel 2021 il Bayern all’Olimpico dilagò. Il divario è aumentato?
«La difesa della Lazio deve stare attenta perché Kane non perdona. Pensavo avrebbe segnato 2025 gol nella prima stagione, dovendosi ambientare. Invece li ha fatti nel giro di pochi mesi. L’ultima volta a Roma il Bayern ha vinto 4-1, ma avrebbe anche potuto segnare di più».
▶ Il Bayern l’ultima volta è sembrato superiore anche atleticamente...
Soffre molto l’assenza di Milinkovic, che giocava sia palla a terra sia di sponda
“A Monaco c’è Holger Broich come preparatore atletico: è maniacale. In Italia si lavora molto, ma in Germania gli allenamenti sono più duri. La parte atletica viene ritenuta fondamentale».
Sarri
Ci vorrà un po’ di tempo per capire i problemi della squadra, ma lui ce la farà
I biancocelesti mi preccupano: con l’Atalanta non vincevano contrasti nella trequarti
Kane
Pensavo avrebbe fatto 20-25 gol nella prima stagione, ma li ha fatti in pochi mesi...
▶Lei sarebbe pronto ad allenare da subito o preferisce aspettare la prossima stagione?
«Vorrei cominciare subito. Da giocatore si aveva quasi l’imbarazzo della scelta, da allenatore bisogna aspettare l’occasione giusta. E io attendo da un po’».
▶Più semplice allenare in un club in cui si è stati giocatori?
«Conoscere il club è un vantaggio: Inzaghi, che ho avuto alla Lazio, conosceva l’ambiente alla perfezione. In quei casi si sa dove mettere mano».
▶Come De Rossi con la Roma?
«Esattamente. Non aveva grande esperienza ma la società si è affidata a lui. Penso che con i giocatori a disposizione possa fare meglio di quanto abbia fatto in Serie B. La qualità dei calciatori è più alta. Anche a me piacerebbe allenare la Lazio, ma conta la sensazione che si ha quando si parla col club che ti sceglie».
▶ Cosa è imprescindibile per un allenatore?
«Essere riconoscibile. Bisogna riflettere sulla percezione che la gente ha del calcio proposto. Deve essere affascinante. Mi piace un gioco offensivo, con possesso palla. La squadra deve essere attiva e propositiva».
Tuchel
Le partite le vince ma non le domina. Maa Monaco a volte non basta
Sogno di allenare in Italia Ma è già da un po’ che sto aspettando l’occasione giusta