La Gazzetta dello Sport - Bologna
Brivio alla conquista dell’America: è il team principal di Trackhouse
La squadra satellite Aprilia ingaggia il manager ex di Suzuki e Alpine F.1: «Grande scommessa»
Davide Brivio
In MotoGP isponde al telefono da Charlotte, in Carolina del Nord, patria della Nascar dove ieri è cominciata la sua nuova avventura. Con un annuncio che ha sorpreso la MotoGP, all’alba italiana ecco il comunicato in cui Trackhouse Racing, il team ultimo entrato nel Motomondiale da squadra satellite Aprilia, ufficializzava l’ingaggio di Davide Brivio come team principal. Un’operazione, giura Brivio, «nata e concretizzatasi solo negli ultimi giorni», col manager brianzolo che dopo avere rassegnato a metà dicembre le dimissioni dall’Alpine F.1 — dove era approdato a inizio 2021 fresco di Mondiale MotoGP con Joan Mir e la Suzuki — stava alla finestra, aspettando l’occasione giusta per rientrare nel “suo” mondo.
R▶Brivio, bentornato. L’annuncio ha colto di sorpresa tutti.
«Anche me, quando pochi giorni fa ho ricevuto la telefonata di Justin (Marks, ex pilota Nascar e fondatore del team che dopo le auto ora approda nelle moto; ndr). In precedenza avevo avuto dei contatti con PJ Rashidi (nominato inizialmente team principal; ndr), poi è arrivata questa chiamata in cui Justin mi chiedeva se fossi interessato a salire a bordo».
▶ E non ci ha pensato troppo.
«Mi è piaciuto il suo progetto, è molto motivato, e non appena ho toccato con mano le cose, visto la struttura che ha creato, mi sono reso conto di come quello che ha costruito con la Nascar e ora vuole fare in MotoGP sia pazzesco. Suo padre è stato tra i fondatori della GoPro, è nel cda di Tesla, e Justin è uno altrettanto motivato e che vuole avere successo».
▶ Tutti immaginavano un suo ritorno in Yamaha o una chiamata della Honda…
«In questi mesi ho avuto contatti un po’ con tutti, ma non c’è mai stata una proposta».
▶Trackhou⏻e è un team satellite.
«Ovviamente la situazione è diversa da un team ufficiale, dove sei finanziato per portare avanti un progetto e hai un controllo globale su tutto. Però al tempo stesso, se penso a Yamaha o Suzuki, ogni volta che chiedevi qualcosa dovevi rivolgerti al management, fare riunioni, aspettare risposte, mentre adesso basterà una telefonata a Justin, dire cosa ho in mente e farlo. E poi, c’è un altro aspetto che mi ha spinto ad accettare».
▶Quale?
«Che a me piace tanto l’America e il loro modo di vivere lo sport. Per cui vivo questa come una grande opportunità, anche considerando la presenza di Trackhouse nella Nascar. E poi sono una squadra giovane, piena di entusiasmo, sono curioso di scoprire una mentalità diversa».
▶Da team satellite Aprilia, si troverà a lavorare col suo amico Massimo Rivola, l’a.d. Racing.
«L’Aprilia, in questo momento, è una bellissima scommessa. L’idea è di replicare quello che Ducati ha fatto con Pramac. Hanno faticato diversi anni, ma ora si trovano a giocarsi i campionati. In Trackhouse vogliamo provare a fare lo stesso».
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Qui conquista 4 titoli piloti con Valentino Rossi e 4 costruttori tra il 2004 e il 2010. Passato nel 2015 in Suzuki come team principal nel 2020 vince il titolo piloti con Joan Mir e il titolo costruttori
Nel 2021 approda in F.1 come racing director di Alpine, ora il ritorno in MotoGP
La telefonata
«I progetti di Marks mi sono piaciuti Possiamo diventare quello che è oggi Pramac per Ducati»