La Gazzetta dello Sport - Bologna

CAPELLO «Le stelle si gestiscono con tanta personalit­à E Carlo è un docente»

«È stata una scelta grandiosa da parte del Real e del giocatore. I campioni a Madrid si esaltano»

- PARIGI 20 DICEMBRE 1998 ATTACCANTE di Pierfrance­sco Archetti

Tchouameni e Brahim (24), Valverde e Mbappé (25), Militao (26). E in panchina Lunin (25) Brahim Diaz (24) e Endrick (18). Una squadra. Undici giocatori con più o meno passato, parecchio presente e tanto futuro.

Ecco lo show

Mbappé è il colpo perfetto per aprire in pompa magna il nuovo Bernabeu, stadio che moltiplich­erà almeno per dieci i suoi giorni di utilizzo annuali, da 30 a 300, tra concerti, eventi e persino partite di football americano. Uno stadio pronto per ogni tipo di show, anche calcistico. E se uno pensa che il Real Madrid è arrivato in semifinale di Champions League in 11 delle ultime 13 stagioni alzando la coppa cinque volte, c’è da preoccupar­si. Perché l’arrivo di Mbappé completa in maniera clamorosa una rosa che cercava con ansia il sostituto di Benzema.

Non solo soldi

Vedremo dove giocherà Mbappé, a sinistra, dove ci sono le sue zolle preferite, c’è Vinicius, e quanto guadagnerà: al momento il madridista che guadagna di più è lo svincolato Toni Kroos, che non arriva ai 25 milioni lordi. Alaba e Mo

NATO A IL RUOLO

È

ALTEZZA

nato il 20 dicembre 1998, a Parigi. Inizia al Monaco, che trascina al titolo in

Ligue 1 e alla semifinale di Champions League nel 2017 persa contro la Juventus. Nell’estate seguente l’attaccante viene ingaggiato dal Psg per 180 milioni. A Parigi vince tutto tranne la Champions League e ha segnato finora 243 gol in 290 partite. Con la Francia ha 75 partite e 46 gol. Ha vinto il Mondiale nel 2018 ed è arrivato secondo nel 2022, segnando 3 gol nella finale persa con l’Argentina dric sono poco sopra i 20. Pertanto a Mbappé hanno offerto 25 netti, già quasi il doppio rispetto al più pagato, e non andranno oltre i 35, sempre netti. Una cifra non lontana da quanto percepisce oggi Mbappé a Parigi. L’accordo sui diritti d’immagine era già stato trovato due anni fa. E resta da vedere il premio alla firma.

Ambizioni

Restando a Parigi Mbappé probabilme­nte avrebbe guadagnato molto di più, però evidenteme­nte madre e figlio hanno messo sulla bilancia dei propri pensieri altre consideraz­ioni, che hanno a che fare con la possibilit­à di vincere in Europa, l’esposizion­e mediatica, l’attrattiva commercial­e. Il già potentissi­mo marchio Mbappé a Madrid è destinato a crescere ancora di più, così come successe a Cristiano Ronaldo quando nel 2009 arrivò da Manchester. E lo stesso vale per quello del Real Madrid. La Superlega è lontanissi­ma, Mbappé vicinissim­o: per Florentino Perez un premio di consolazio­ne galactico.

⏻ TEMPO DI LETTURA 3’32” na scelta grandiosa da parte del Real Madrid e da parte di Mbappé. Kylian è andato in una squadra che per l’età della rosa e la mentalità è il top». Fabio Capello ha allenato due volte il Real Madrid, nel 1996-97 e nel 2006-07. L’era pre e post Galacticos, ma sempre con una schiera di stelle da gestire. Il reparto offensivo della sua seconda avventura era composta da: Ronaldo “Fenomeno”, Raul, Robinho, Van Nistelrooy, Higuain, Cassano e mettiamo pure Beckham. Don Fabio è la persona ideale per raccontare cosa succederà a Madrid con l’arrivo di Mbappé.

«U▶ Come si spiega la fuga da Parigi?

«Al Psg avevano pensato di fare una squadra galattica e con i nomi l’avevano fatta, ma solo con i nomi. Non pensiamo solo a Messi, Neymar e Mbappé, ma anche a tutti gli altri. Questa fuga si può spiegare con la mancanza di quel qualcosa in più che non saprei definire, se sia dipeso dal club, che non era preparato ad affrontare una situazione con giocatori così importanti, o la mentalità della squadra, vale a dire la mentalità di vincere in Europa, non solo in Francia. Mbappé va in un posto dove c’è un allenatore super vincente, bravissimo, con una squadra giovane con cui tutti dovranno fare i conti».

▶ Nasce una nuova versione dei Galacticos?

«Io ho allenato i mezzi Galacticos, perché non c’era Zidane. In questo momento il Real sta sbagliando poco negli acquisti, ha una voglia di vincere eccezional­e e qualità impression­ante».

▶C’è il rischio della collezione di figurine?

«No. A Madrid vai per vincere e sei di passaggio. Devi fare solo il tuo: vincere, e quando ci riesci ti dicono bravo e grazie».

▶Come si gestisce uno spogliatoi­o di stelle?

«Con la personalit­à dell’allenatore: questi giocatori ti giudicano subito, in un momento capiscono se hai la capacità di gestire un gruppo o no. L’allenatore è come un direttore d’orchestra, non tutti hanno la capacità di dirigere i Berliner e sono gli orchestral­i a scegliere il direttore. Nel calcio è lo stesso discorso. Il direttore d’orchestra deve far capire che gestisce tutti con personalit­à e idee ben chiare».

▶ E Ancelotti appartiene questa tipologia...

«Carlo fa di più, fa

a

il docente.

Con Beckham

Lui ha intelligen­za, carisma e curriculum, sa come fare. Ma soprattutt­o sa mettere in campo gli uomini nella miglior posizione e li fa sentire importanti. Mbappé a Parigi voleva fare il re, a Madrid deve fare il suo».

▶ L’ambiente di Madrid aiuta le stelle o le mette in difficoltà?

«No, c’è l’esaltazion­e delle stelle, perché hanno il palato fine. Se sbagli lo stop fanno oooohh, per cui esaltano le tue qualità, anzi, le vogliono vedere esaltate. Ragionano così: ti abbiamo preso perché hai queste qualità, le vogliamo vedere in partita, non in allenament­o».

▶ In Europa si andrà sempre più verso una lotta tra Real Madrid e Manchester City?

«Questo Real Madrid mi fa molta paura: tanta qualità e gioventù. Anche al City però ci sono ottimi giocatori giovani. Si prospetta un duello tra di loro. Il Bayern non ha queste qualità, il Liverpool rinnoverà dopo Klopp, io credo che nei prossimi tre anni si parlerà più che altro di queste due squadre».

▶Nella rosa del suo Real Madrid 2006-07 c’erano tantissimi campioni: si volevano bene o succedeva altro?

«C’era il più bravo di tutti che però nel gruppo era dannoso, nel senso che voleva fare il boss, ed era Ronaldo il brasiliano, non Cristiano. Infatti quando abbiamo deciso insieme con la società di cederlo a metà annata, è cambiata la musica e abbiamo vinto la Liga».

⏻ TEMPO DI LETTURA 3’12”

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GETTY Fabio Capello, oggi 77 anni, con David Beckham ai tempi del Real Madrid. I due si ritrovaron­o poi con l’Inghilterr­a
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