La Gazzetta dello Sport - Bologna
Ibile e vola a +10
recapitata una prova di forza che non avrà lasciato indifferente il Cholo. Per quanto si faccia la tara della fragilità della Salernitana, resta attendibile il check-up: stanno tutti bene, singoli e collettivo. A cominciare dalla ThuLa che ha rifinito i numeri tondi: 20 gol in campionato per Lautaro, diventato l’8° bomber nella storia del club con 125 reti; 10 per Thuram. Pronti per l’assalto al fortino del Cholo. Al top del rendimento Bastoni, sempre pronto a inserirsi, come l’omologo Pavard. Brillante, atleticamente e di pensiero, il triumvirato di governo: Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan.
A teatro
San Siro si è divertito e ha applaudito spesso, non solo quando la palla si avvicinava alla rete. La bellezza dell’Inter, quando rende al massimo, è teatrale, è armonia di linee e di sincronie: i triangoli tra centrocampisti, le sovrapposizioni dei braccetti ai terzini, gli incroci delle punte…. Tutti coinvolti nella costruzione, nessuno escluso. All’olandese. Se la partita contro l’ultima in classifica attira oltre 72 mila spettatori, a pochi giorni da una notte di Champions, probabilmente è anche per questo. Perché il loggione sa che, al di là del risultato, assisterà a una rappresentazione piacevole. Come a teatro, appunto. I 10 punti di vantaggio sulla Juve si spiegano soprattutto così: con una facilità di gioco che Allegri non ha mai neppure sfiorato. L’Inter ieri non si è mai fermata, ha tirato dritto fino al quarto gol di Arnautovic (45’), ammassando una ventina di tiri e corner (18), senza concedere un tiro o un corner: 15° clean sheet per Sommer. Nella ripresa Inzaghi ha concesso riposo ai primi violini e ha fatto debuttare Buchanan (buona impressione). Ma la sensazione è che non ci fosse bisogno di turnover. Quando l’Inter si diverte, non si stanca.
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