La Gazzetta dello Sport - Bologna
Scoprire Diabolik lungo tre epoche tra fascino e segreti
gli altri prigionieri politici» hanno scritto in una nota congiunta la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e l’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue, Josep Borrell. Tra le reazioni non poteva mancare quella del presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky: «Navalny è stato ucciso e Putin dovrà rendere conto dei suoi crimini», ha commentato il leader di Kiev. «Navalny ha pagato il suo coraggio con la vita» ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz. «Nella Russia odierna gli spiriti liberi vengono mandati nei Gulag e condannati a morte. Rabbia e indignazione» ha aggiunto il presidente francese Emmanuel Macron. E la premier italiana Giorgia Meloni l’ha definita «un’altra triste pagina che ammonisce la comunità internazionale» e ha chiesto che «venga fatta piena luce». E il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sottolineato che la morte di Navalny «riporta alla memoria i tempi più bui della storia». In Italia, si “smarca” però la Lega, che si mostra “garantista”: «Aspettiamo le indagini, non ci sono ancora le prove», ha detto il vicesegretario Andrea Crippa.
Mosca respinge le accuse 5
dirette e chiede cautela.
«La reazione immediata alla morte di Navalny, sotto forma di accuse dirette contro la Russia, mostra la natura di questi Paesi», è il commento della portavoce del ministero degli Esteri russo, Zakharova, «non esiste ancora un esame, ma le conclusioni dell’Occidente sono già pronte», aggiunge. Le parole più dolorose arrivano dalla moglie del dissidente russo. «Se è vero, voglio che Putin, il suo entourage, gli amici di Putin e il suo governo sappiano che saranno ritenuti responsabili per ciò che hanno fatto al nostro Paese, alla mia famiglia e a mio marito. E quel giorno arriverà molto presto» ha detto la moglie Yulia. «Se mi uccidono, vuol dire che siamo fortissimi. Non arrendetevi», aveva detto Navalny nel documentario premiato con l’Oscar, un anno fa. La sua morte avrà un impatto sul già compromesso rapporto Occidente-Mosca. E sul voto di metà marzo, in Russia.
⏻ TEMPO DI LETTURA 3’55’’
Volodymyr Zelensky Presidente dell’Ucraina
Diabolik è stile, immagine e modernità da sempre, fin dallo straordinario logo rosso di Remo Berselli che si fece largo negli scaffali delle edicole. E poi il formato pocket a due vignette dal montaggio non convenzionale, il costume nero “perfetto” del protagonista, la figura emancipata di Eva. Dal 1962, data di nascita dell’eroe delle sorelle Giussani, i cambi sono stati continui ma nel segno della tradizione. Il bel saggio di Carlo Derudas è un appassionante viaggio nell’evoluzione artistica del Re del Terrore (divisa in tre ere), arricchito da centinaia di immagini, schede, analisi e ritratti degli autori, da Facciolo a Palumbo passando per Zaniboni. Affascinante per chiunque ami il fumetto.
DI CARLO DERUDAS