La Gazzetta dello Sport - Bologna
Suo il gol al Verona che ha avviato la serie record 2024
Davide Frattesi è impaziente solo quando pesca murene con pinne, fucile ed occhiali. All’Inter, invece, non sembra avere fretta: sta composto un passo dietro ai big, ma sempre con l’argento vivo addosso, quello che piace al c.t. Spalletti. Dopo gol e assist salentini, ora va di corsa verso l’Atalanta dell’amico Scamacca, l’Atletico e poi... la stella.
▶ Frattesi, un gol ogni 224’ in tutte le competizioni: lo sa che, anche se gioca poco, ha la media di una punta?
«Ci credo sempre, mi butto: mi esalta più rubare una palla di forza che segnare, ma è sempre bello far gol. Ancora più bello vedere una squadra in cui tutti sono coinvolti. Inzaghi è stato bravo a non “perdere” nessuno: anche quando giocavano sempre gli stessi, veniva a parlarci, a motivarci. Ti fa sentire importante, è questo che conta».
▶ Lei è un caso unico di titolare in nazionale che diventa riserva nel club: come si vive?
«Non pensavo mica di essere titolare subito. Sarebbe stato stupido anche solo pensarlo e poi il 100% dei centrocampisti di A qui non giocherebbe mai titolare.
Dopo l’1-1 col Genoa del 29 dicembre, l’Inter ha iniziato il 2024 battendo nel recupero il Verona con un gol di Frattesi (2-1). Dopo sono arrivate solo vittorie: altre 6 volte in campionato, una in Champions e due in Supercoppa.
La panchina la vivo come una cosa normale, un’occasione di crescita, anche perché farlo in maniera diversa sarebbe controproducente. Non mi sono mai pentito di aver scelto l’Inter».
▶Ma non è frustrante trovarsi davanti MickiCalha-Barella?
«No, è uno stimolo. Io mi sento un centrocampista moderno, intenso, ma devo fare il mio percorso: se voglio puntare a essere un titolare in futuro, bisogna migliorare in costruzione. Il modello è Barella: era un incursore, una mezzala offensiva, ma col lavoro è migliorato tantissimo nella gestione della palla. Ecco, io devo fare lo stesso».
▶Co⏻a prenderebbe dal trio di centrocampo?
«Da Calha tiro e tranquillità: è uno dei migliori registi al mondo. Da Mkhitaryan le doti tecniche e l’intelligenza tattica. Da Barella quello scatto mentale che dicevo e che ti porta a un altro livello».
▶Quale il segreto dell’atmosfera da Libro Cuore?
«Il livello è altissimo, eppure nessuno fa il fenomeno. Poi Inzaghi sa come gestirci: anche quando hai una giornata storta, non te la fa pesare, e ti dice la parola giusta. In questo gruppo tutti hanno un ruolo: prendete l’importanza dietro le quinte di Arna, che ora deve pagare... Prima dell’Atletico io, lui, Asllani e Carlos Augusto abbiamo deciso che, ad ogni gol, chi segna fa un regalo agli altri tre. Stiamo aspettando Arna, ma col gol a Lecce toccherà pure a me...».
▶Quale compagno l’ha stupita di più finora?
«In ritiro Thuram non sembrava così forte tecnicamente, ma poi è iniziato il campionato e si è trasformato. È diventato impressionante nella tecnica: uno-due, passaggi al millimetro». all’Inter (uno all’andata e uno al ritorno) che la scorsa estate lo acquista per 33 milioni tra prestito oneroso, obbligo di riscatto, bonus e Mulattieri come contropartita.
Oltre ai gol in nerazzurro, Frattesi è protagonista anche in Nazionale con cui esordisce nel giugno 2022, da titolare contro la Germania. Con Spalletti c.t. ha già segnato tre reti. 1 Frattesi con Inzaghi 2 Portato in trionfo da Thuram dopo il gol al Verona In azzurro
▶Co⏻a si prova ad aver “cambiato” un ottavo di Champions dalla panchina?
«A San Siro non puoi non entrare col sangue agli occhi. Con l’energia che ti dà lo stadio, potrei rompere i muri a capocciate. Ora a Madrid ci aspetta un bell’ambientino... Bisogna tenere duro, soprattutto all’inizio. Poi, col passare del tempo, dovranno aprirsi e noi sappiamo fare male in ripartenza».
▶ Spalletti alla Gazza ha detto che lei “sa riempire la scatola di una partita”: come lo ha convinto?
«Innanzitutto, seguiremo le sue regole, sono per il nostro bene. Con lui è stato subito feeling: ti spiega tutto quello che devi fare, c’è sempre una giocata memorizzata che ti salva. È perfetto per allenare la Nazionale. Per come è maniacale sul campo, si può riprodurre ciò che ha fatto al Napoli. E rivivere anche la stessa magia del gruppo 2021: già si sono visti sprazzi di gioco interessante».
▶In Nazionale e ora a San Siro in campionato ritroverà Scamacca: gli ha mai detto “cosa ti sei perso a non venire all’Inter...”?
«D’estate gli dicevo che qua c’era l’ambiente giusto, ma non ho mai fatto domande insistenti. Ora siamo rivali, ma è il mio migliore amico nel calcio. Siamo diversi, io estroverso e lui sulle sue. Anche se abitavamo vicini, lui sembra uno di Roma Nord, mentre io sono decisamente di Roma Sud».
▶Quale è il giocatore con cui le piace fare più scintille in campo?
«Mi piacciono le battaglie fisiche con Theo Hernandez: è veloce, tosto, molto forte. È bello “darsele” con uno così e per fortuna le ultime volte ha sempre vinto la mia squadra...».
▶Ma l’indomito Frattesi ha paura di qualcosa?
«Di volare... Per fortuna non sono il solo, anche Thuram non è proprio a suo agio su un aereo. Così, se serve, ci facciamo coraggio a vicenda».
▶ A chi direbbe grazie per essere arrivato fin qui?
«Mio padre si è quasi offeso quando gliel’ho detto di smettere di lavorare. Mi ha risposto: “I soldi miei li voglio guadagnare io...”. È stato l’insegnamento più importante, gli dico grazie. E poi lo dico a mia madre, che mi è sempre vicina, e mio zio. Non di