La Gazzetta dello Sport - Bologna

Suo il gol al Verona che ha avviato la serie record 2024

- Di Filippo Conticello

Davide Frattesi è impaziente solo quando pesca murene con pinne, fucile ed occhiali. All’Inter, invece, non sembra avere fretta: sta composto un passo dietro ai big, ma sempre con l’argento vivo addosso, quello che piace al c.t. Spalletti. Dopo gol e assist salentini, ora va di corsa verso l’Atalanta dell’amico Scamacca, l’Atletico e poi... la stella.

▶ Frattesi, un gol ogni 224’ in tutte le competizio­ni: lo sa che, anche se gioca poco, ha la media di una punta?

«Ci credo sempre, mi butto: mi esalta più rubare una palla di forza che segnare, ma è sempre bello far gol. Ancora più bello vedere una squadra in cui tutti sono coinvolti. Inzaghi è stato bravo a non “perdere” nessuno: anche quando giocavano sempre gli stessi, veniva a parlarci, a motivarci. Ti fa sentire importante, è questo che conta».

▶ Lei è un caso unico di titolare in nazionale che diventa riserva nel club: come si vive?

«Non pensavo mica di essere titolare subito. Sarebbe stato stupido anche solo pensarlo e poi il 100% dei centrocamp­isti di A qui non giocherebb­e mai titolare.

Dopo l’1-1 col Genoa del 29 dicembre, l’Inter ha iniziato il 2024 battendo nel recupero il Verona con un gol di Frattesi (2-1). Dopo sono arrivate solo vittorie: altre 6 volte in campionato, una in Champions e due in Supercoppa.

La panchina la vivo come una cosa normale, un’occasione di crescita, anche perché farlo in maniera diversa sarebbe controprod­ucente. Non mi sono mai pentito di aver scelto l’Inter».

▶Ma non è frustrante trovarsi davanti MickiCalha-Barella?

«No, è uno stimolo. Io mi sento un centrocamp­ista moderno, intenso, ma devo fare il mio percorso: se voglio puntare a essere un titolare in futuro, bisogna migliorare in costruzion­e. Il modello è Barella: era un incursore, una mezzala offensiva, ma col lavoro è migliorato tantissimo nella gestione della palla. Ecco, io devo fare lo stesso».

▶Co⏻a prenderebb­e dal trio di centrocamp­o?

«Da Calha tiro e tranquilli­tà: è uno dei migliori registi al mondo. Da Mkhitaryan le doti tecniche e l’intelligen­za tattica. Da Barella quello scatto mentale che dicevo e che ti porta a un altro livello».

▶Quale il segreto dell’atmosfera da Libro Cuore?

«Il livello è altissimo, eppure nessuno fa il fenomeno. Poi Inzaghi sa come gestirci: anche quando hai una giornata storta, non te la fa pesare, e ti dice la parola giusta. In questo gruppo tutti hanno un ruolo: prendete l’importanza dietro le quinte di Arna, che ora deve pagare... Prima dell’Atletico io, lui, Asllani e Carlos Augusto abbiamo deciso che, ad ogni gol, chi segna fa un regalo agli altri tre. Stiamo aspettando Arna, ma col gol a Lecce toccherà pure a me...».

▶Quale compagno l’ha stupita di più finora?

«In ritiro Thuram non sembrava così forte tecnicamen­te, ma poi è iniziato il campionato e si è trasformat­o. È diventato impression­ante nella tecnica: uno-due, passaggi al millimetro». all’Inter (uno all’andata e uno al ritorno) che la scorsa estate lo acquista per 33 milioni tra prestito oneroso, obbligo di riscatto, bonus e Mulattieri come contropart­ita.

Oltre ai gol in nerazzurro, Frattesi è protagonis­ta anche in Nazionale con cui esordisce nel giugno 2022, da titolare contro la Germania. Con Spalletti c.t. ha già segnato tre reti. 1 Frattesi con Inzaghi 2 Portato in trionfo da Thuram dopo il gol al Verona In azzurro

▶Co⏻a si prova ad aver “cambiato” un ottavo di Champions dalla panchina?

«A San Siro non puoi non entrare col sangue agli occhi. Con l’energia che ti dà lo stadio, potrei rompere i muri a capocciate. Ora a Madrid ci aspetta un bell’ambientino... Bisogna tenere duro, soprattutt­o all’inizio. Poi, col passare del tempo, dovranno aprirsi e noi sappiamo fare male in ripartenza».

▶ Spalletti alla Gazza ha detto che lei “sa riempire la scatola di una partita”: come lo ha convinto?

«Innanzitut­to, seguiremo le sue regole, sono per il nostro bene. Con lui è stato subito feeling: ti spiega tutto quello che devi fare, c’è sempre una giocata memorizzat­a che ti salva. È perfetto per allenare la Nazionale. Per come è maniacale sul campo, si può riprodurre ciò che ha fatto al Napoli. E rivivere anche la stessa magia del gruppo 2021: già si sono visti sprazzi di gioco interessan­te».

▶In Nazionale e ora a San Siro in campionato ritroverà Scamacca: gli ha mai detto “cosa ti sei perso a non venire all’Inter...”?

«D’estate gli dicevo che qua c’era l’ambiente giusto, ma non ho mai fatto domande insistenti. Ora siamo rivali, ma è il mio migliore amico nel calcio. Siamo diversi, io estroverso e lui sulle sue. Anche se abitavamo vicini, lui sembra uno di Roma Nord, mentre io sono decisament­e di Roma Sud».

▶Quale è il giocatore con cui le piace fare più scintille in campo?

«Mi piacciono le battaglie fisiche con Theo Hernandez: è veloce, tosto, molto forte. È bello “darsele” con uno così e per fortuna le ultime volte ha sempre vinto la mia squadra...».

▶Ma l’indomito Frattesi ha paura di qualcosa?

«Di volare... Per fortuna non sono il solo, anche Thuram non è proprio a suo agio su un aereo. Così, se serve, ci facciamo coraggio a vicenda».

▶ A chi direbbe grazie per essere arrivato fin qui?

«Mio padre si è quasi offeso quando gliel’ho detto di smettere di lavorare. Mi ha risposto: “I soldi miei li voglio guadagnare io...”. È stato l’insegnamen­to più importante, gli dico grazie. E poi lo dico a mia madre, che mi è sempre vicina, e mio zio. Non di

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