La Gazzetta dello Sport - Bologna

Vlasic va a tutto campo, Sanabria senza cattiveria

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intenzioni, e in qualche momento della partita, è una Roma fluida che concentra molti uomini dove si trova la palla, per poi scaricare dalla parte opposta e cercare lo scatto, il dribbling o la giocata nell’uno contro uno. Le posizioni sono solo un canovaccio di partenza, i giocatori restano liberi di seguire l’andamento dell’azione e hanno l’obbligo di leggere i momenti della gara. Così, ad esem

TORINO 6

pio, Mancini prova a portare a spasso Zapata, costretto dai dettami di Juric a controllar­e ovunque il difensore gialloross­o. Il Toro, infatti, si disegna con un 3-4-2-1 in cui, come al solito, ogni giocatore ha un avversario da disturbare. In questo modo, però, si creano delle situazioni di squilibrio come quando Zapata si trova ad agire addirittur­a da ultimo difensore proprio perché risucchiat­o dal movile

L’ALLENATORE mento intelligen­te di Mancini. Juric capisce e attenua un po’ le disposizio­ni, Vlasic domina in mezzo, Bellanova è sempre insidioso e la Roma fatica a costruire anche perché, dopo un inizio più coraggioso, la squadra si abbassa troppo. Dybala resta ai margini della manovra, Pellegrini riceve quasi sempre con le spalle alla porta e i gialloross­i non riescono ad attaccare la profondità.

A livello di occasioni e gioco espresso, molto meglio della Roma nel primo tempo. Lo condannano la scarsa concretezz­a sottoporta e gli errori in fase difensiva, ma il suo Toro meriterebb­e di più.

5 SACCHI

(Arbitro) La buona intenzione di far scorrere il gioco cade dopo 24’ per una “trattenuti­na”: da lì, cambia e poi ricambia registro. Corretti i gialli ma ne mancano due.

5 CECCONI (Assistenti)

IL MIGLIORE

5 DI IORIO Dybala show

Azmoun alterna cose buone ad altre negative, ma è presente nelle due azioni più importanti del primo tempo. Al 9’ sfrutta un errore di Lovato e serve Kristensen che a porta vuota colpisce incredibil­mente il palo; poi conquista un rigore (trasformat­o da Dybala al 42’) per un fallo di un’inutilità colossale di Sazonov, subentrato all’infortunat­o Lovato. E sarebbe ingiusto non ricordare che Sazonov è il settimo difensore granata: a mandarlo in campo sono i guai fisici dei compagni. Ma prima dell’intervallo il Toro raggiunge un meritato pareggio: Bellanova salta con estrema facilità Angeliño e sul cross Zapata si avvita in cielo lasciando al piano di sotto Mancini e battendo Svilar. Nella ripresa Dybala si accentra proponendo­si

Fa impazzire Angeliño puntandolo e sterzando per arrivare al cross. Suo l’assist per l’1-0, suo il passaggio da cui nasce il 3-2, ma crea anche altre occasioni. Quando accelera fermarlo è complicato.

IL PEGGIORE

Non esce in tempo sul 2-1 e non arriva nella chiusura sul tris della Joya. Sono due macchie vistose in una prestazion­e per il resto positiva perché partecipa alla costruzion­e e si alza quando deve.

(Ilic s.v.)

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Prodezza
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