La Gazzetta dello Sport - Bologna
Horner scagionato! La Red Bull assolve il team principal Ma in squadra c’è tregua armata
Respinta la denuncia della dipendente per “comportamenti inappropriati”
olti lo davano già con le valigie in mano e pronto a tornarsene a casa, anzi pronosticavano che in Bahrain non ci sarebbe neppure venuto. Invece la vicenda di Christian Horner si è chiusa (per ora) con un verdetto clamoroso che cancella le accuse rimbalzate sui media di tutto il mondo nelle ultime tre settimane. La Red Bull ha infatti assolto il team principal per i presunti “comportamenti inappropriati” nei confronti di una dipendente della squadra, sua stretta collaboratrice. Era stata proprio lei a denunciare il capo, facendo scattare l’indagine interna dell’azienda, dopo la pubblicazione della notizia sul giornale olandese De Telegraaf. Successivamente Hor
Mera stato ascoltato, al cospetto di un legale indipendente, e messo di fatto sotto processo in attesa delle conclusioni. Mentre fioccavano le speculazioni sul suo futuro e su quello della relazione con la moglie Geri Halliwell, la cantante delle Spice Girls famosissima nel Regno Unito. Fino a ieri, quando la Red Bull nel pomeriggio ha scagionato Horner con una nota ufficiale.
Il comunicato
«L’indagine indipendente sulle accuse mosse contro il signor Horner è completa e la Red Bull può confermare che la denuncia è stata respinta — c’è scritto nel comunicato —. Il denunciante ha diritto di ricorso. La Red Bull è fiduciosa che l’indagine sia stata giusta, rigorosa e imparziale. Il rapporto dell’indagine è confidenziale e contiene le informazioni private delle parti e dei terzi che hanno collaborato alle indagini, pertanto non commenteremo ulteriormente per rispetto di tutti gli interessati. Red Bull continuerà a impegnarsi per soddisfare i più alti standard sul posto di lavoro». Nel documento non sono state spiegate le motivazioni che hanno portato la Red Bull a ritenere infondate le accuse. E i dettagli della storia sono rimasti segreti (si parlava di presunte prove fra cui una foto e alcuni messaggi compromettenti inviati al telefono). Bisogna, insomma, fidarsi. Anche perché, nel frattempo, non c’è stata un’inchiesta “super partes” da parte delle istituzioni come Fia e F.1.
Tregua armata
Quindi Horner, ex pilota della F.3 inglese e della F.3000, è venuto fuori con un controsterzo da una curva pericolosa che rischiava di porre fine alla sua carriera da manager. Da oggi siederà al muretto, per cominciare la ventesima stagione con la Red Bull, a cui è legato sin dalla fondazione e con la quale ha conquistato sette titoli piloti e sei costruttori. Servirà a restituire un po’ di pace al team, dopo un mese burrascoso, ma c’è la sensazione che si tratti solo di una tregua armata e che questo caso possa portarsi dietro strascichi e arricchirsi di ulteriori capitoli. «L’importante è che tutto si risolva presto e che la squadra resti unita. Io sono concentrato solo sulle mie prestarimasto tutto il tempo a parlottare con Hamilton, quasi avessero dei segreti inconfessabili da confidarsi. In fondo, Carlos Sainz è sulla stessa barca del sette volte iridato, a cui lascerà il sedile della Ferrari alla fine di questa stagione. Entrambi dovranno correre un intero campionato con la testa divisa fra il presente e il futuro, in un team che sanno in partenza di dover lasciare. «Non so ancora dove andrò nel 2025, ho deciso di prendermi del tempo per riflettere e fare la scelta migliore, cerco un progetto a lungo termine che mi dia l’opportunità di diventare un giorno campione del mondo — spiega Sainz,
Èzioni e sulla vettura», aveva detto Max Verstappen poco prima della comunicazione.
Divisioni
Non è un mistero che sullo sfondo della vicenda si agiti una lotta interna che va avanti da parecchio tempo fra lo stesso Horner ed Helmut Marko, il super consulente da sempre suo “alter ego” nelle decisioni. Il primo è appoggiato dal ramo thailandese della proprietà, che detiene il 51% delle azioni dell’impero delle bibite energetiche. Il secondo è sostenuto invece dal ramo austriaco dell’azienda, a cominciare dal nuovo a.d. Oliver Mintzlaff e da Mark Mateschiz, figlio del fondatore. La morte di Dietrich Mateschitz, avvenuta nel 2022, ha cambiato gli equilibri e creato i presupposti per queste divisioni. La partita per ora l’ha vinta Horner, rimanendo al suo posto, e sarà curioso capire se qualcosa si modiner
In rosso Carlos Sainz, 29 anni, alla quarta stagione in Ferrari ficherà nella gestione del potere fra lui e l’ottantenne Marko. Senza contare il ruolo che potranno giocare Verstappen e il suo entourage. Intanto, la permanenza di Horner garantisce che sia mantenuta la stabilità alla Red Bull in tanti altri ruoli, a cominciare da quello di Adrian Newey, il direttore dello sviluppo tecnico, che ha disegnato tutte le macchine con cui la squadra ha vinto. Il genio dell’aerodinamica fu convinto da Horner a lasciare la McLaren per trasferirsi nel 2005 a Milton Keynes, e i due sono legati al punto che i rispettivi contratti conterrebbero clausole di “protezione” per cui ciascuno può andarsene se lo fa l’altro. Adesso Adrian avrà forse un motivo in meno per essere tentato dalla Ferrari...
⏻ TEMPO DI LETTURA 3’27” 29 anni —. Ma prima voglio dare il massimo per concludere bene la mia ultima stagione con la Ferrari, una squadra incredibile». Potrebbe chiedere consiglio all’amico Fernando Alonso, che nel 2006 conquistò il suo secondo titolo con la Renault, dopo avere annunciato che sarebbe passato alla McLaren nella stagione successiva.
Galleria e pista
Carlos è in forma e motivatissimo. Il miglior tempo assoluto nei test della scorsa settimana lo conferma. «Abbiamo provato tutto quello che volevamo, capendo bene la nuova vettura, e ci siamo tolti i dubbi. La SF-24 sta facendo quello che era nelle previsioni,
Sempre in Red Bull rispettando i dati ricavati in galleria del vento, perciò mi sento pronto ad affrontare la prima gara». Una cauta fiducia condivisa da Leclerc, dal team principal Frederic Vasseur e dal resto della scuderia. Basteranno i progressi della rossa contro Verstappen? «Non so se il nostro passo avanti sia tale da battere la Red Bull. In questo momento penso di no. Però sono convinto che possiamo avvicinarci a loro, dopo qualche gara, ed essere ancora più competitivi».
⏻ TEMPO DI LETTURA 1’24”