La Gazzetta dello Sport - Bologna

Ma Leao giura amore Vede il suo futuro solo in rossonero

- Di G.B. Olivero

porterebbe in cassa tanti soldi da reinvestir­e sul mercato. Per Rafa Leao per esempio, clausola da 175 milioni, il club potrebbe ascoltare offerte da 120... Intanto però Rafa giura fedeltà al Milan: «Dove vedo il mio futuro? Qui. Sono felice e voglio ancora vincere tanto con questa maglia». E guardando al passato aveva detto: «Il Milan mi ha cresciuto, non potevo non rinnovare».

Mi sembra che molti acquisti non siano stati decisi da Pioli. Se fosse vero sarebbe grave

Paolo aveva fatto molto bene, rispettand­o i bilanci e la storia del Milan

’ è una cosa che fa soffrire Arrigo Sacchi: «Quando vedo i giocatori del Milan sparpaglia­ti per il campo significa che qualcosa non va. E a me dispiace tanto, perché penso che Pioli sia un buon allenatore oltre che una brava persona. Però deve intervenir­e».

C▶ Arrigo, come valuta la stagione del Milan finora?

«Il giudizio è sospeso. Il campionato è stato negativo, non perché sarà l’Inter a vincere, ma perché i rossoneri non sono mai stati in lotta per lo scudetto. E anche l’uscita dalla Champions nei gironi dopo la semifinale dello scorso anno pesa nelle valutazion­i, così come l’eliminazio­ne in Coppa Italia. Il Milan deve arrivare secondo, e può riuscirci perché ha più qualità complessiv­a della Juve, e andare in fondo in Europa League. Altrimenti il bilancio non sarà buono».

▶ Quale la causa principale di un’annata inferiore alle attese?

«Il mercato non è stato fatto bene. E non mi riferisco solo alle qualità individual­i, visto che Pulisic ha offerto un ottimo rendimento e Loftus-Cheek dopo un inizio difficile è cresciuto. Ma sarebbe servito un difensore centrale affidabile e soprattutt­o un centravant­i valido, che facesse rifiatare Giroud. Purtroppo è difficile integrare tanti stranieri insieme. E ho l’impression­e che molti acquisti non siano stati decisi o almeno condivisi da Pioli e, se davvero fosse così, sarebbe un errore grave. In generale credo che il modo in cui è stata composta la rosa non sia quello giusto, non ho visto un progetto come era accaduto nel recente passato, ma una serie di operazioni al Villarreal slegate una dall’altra. E così è difficile creare una squadra competitiv­a».

▶È stata sottovalut­ata la competenza di Maldini e sopravvalu­tata quella dell’algoritmo?

«Paolo aveva fatto molto bene, rispettand­o i bilanci e la storia del Milan. Aveva scelto un allenatore che cercava di uscire dal tatticismo per diventare uno stratega e lo aiutava non solo sul mercato, ma giorno dopo giorno. Temo che Pioli si sia sentito un po’ abbandonat­o dopo la decisione di fare a meno di Maldini. Io non conosco gli americani e nemmeno Furlani. Mi auguro che in società non ci siano diverse anime, altrimenti si rischia. Ai miei tempi c’era una catena di comando chiara: Berlusconi, Galliani, Braida, io. Avevamo tutti la stessa idea di calcio. I dirigenti erano competenti e insieme rispettava­mo lo stile del club. Lo stile ti dice chi sei e dove vai. Qual è oggi lo stile del Milan?».

▶ Sul campo la squadra appare spesso spaccata in due. Questa è responsabi­lità di Pioli.

«Sì. È bravo e deve fare in modo che non accada più. Vedo che spesso Pioli viene criticato, io non gli darei troppe colpe perché vanno valutati anche il contesto e il gruppo a disposizio­ne. Il Milan a volte dà l’impression­e di non saper stare in campo, poi azzecca cinque o sei partite, poi ripiomba nel caos. Non c’è equilibrio sul terreno di gioco e non c’è continuità nei risultati. Così non si va da nessuna parte. Se un giocatore non si sacrifica, se non corre all’indietro rapidament­e, se non collabora, Pioli deve avere il coraggio di lasciarlo fuori. Altrimenti quel giocatore danneggia tutta la squadra».

▶ Sta pensando a Leao?

«Ha enormi qualità, ma deve giocare per la squadra e con la squadra. Invece gioca prevalente­mente da solo. Il temperamen­to è genetico: ce l’hai o non ce l’hai. Spero che lui ce l’abbia perché, tirandolo fuori, diventereb­be un campione».

▶Come si può ridurre il gap dall’Inter?

«Con la forza delle idee. L’Inter sta giocando un calcio spettacola­re, moderno, europeo. E non è giusto criticare Milan e Juve perché non riescono a tenere il passo dei nerazzurri. Però bisogna saper leggere le situazioni e operare di conseguenz­a. Il Milan dovrà prendere giocatori funzionali al prezzo giusto. Ma per farlo serve competenza in chi decide, quindi nei dirigenti».

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È un buon allenatore oltre che una brava persona. Però deve intervenir­e subito

Ha enormi qualità, ma deve giocare per la squadra e con la squadra. Non da solo

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Matteo Gabbia, 24 anni rossonero da gennaio
LAPRESSE Rientrato dal prestito Matteo Gabbia, 24 anni rossonero da gennaio

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