La Gazzetta dello Sport - Bologna

C’è il rigore: Nonge pesta il piede di Osi

- Di Davide Longo

È netto il rigore per il Napoli al 43’ della ripresa. Si tratta del classico pestone sul piede, lo “step on foot”. L’intervento di Nonge su Osimhen sfugge a Mariani che viene richiamato dal Var Irrati. Giusto il giallo e non il rosso per Bremer che al 26’ atterra Osimhen: non c’è l’evidente occasione da gol. Rischia infine Cambiaso nel primo tempo: trattenuta in area su Kvaratskhe­lia, ma né Mariani né il Var intervengo­no. Restano i dubbi.

gnora, per carenza di velocità nella circolazio­ne e imprecisio­ne nella rifinitura (Traorè) . Solo una svirgolata di Di Lorenzo da ottima posizione (25’). Ma il palo di Vlahovic suona come una sveglia e spinge il Napoli in avanti. Prima Alex Sandro salva sulla linea un colpo di testa di Olivera (38’), poi, al 43’, arriva il meritato vantaggio. Cross di Di Lorenzo, spizzato da Bremer, e splendida girata di Kvara, avvelenata da un tocco di Cambiaso: Szczesny battuto. La Juve ha subito l’occasione per pareggiare. Con un rigurgito di Sassuolo, Traoré tenta un’uscita suicida dal basso, Vlahovic lo scippa, ma calcia a Posillipo. Prendiamo nota: 3 palle gol limpide divorate dal serbo. La Juve torna in campo con la giusta rabbia, il Napoli con qualche etto di leggerezza di troppo. Cambiaso, lasciato solo, potrebbe punirlo già all’8’, ma anche lui mira il cielo. Calzona fa tre cambi per rinforzare la gestione, ma incidono di più quelli di Allegri alla mezz’ora con l’ingresso di Yildiz che consente il tridente. Finalmente.

Chiesa sgomma

Bastano 5’ a Chiesa per disfare la valigia nell’amato localino di fascia, poi sgomma da destra e tuona il pareggio in diagonale. Bravo il Napoli a barcollare, ma a restare in piedi e a imporsi un finale rabbioso. Osimhen strappa un rigore al tenero Nonge, lo sbaglia, ma Raspadori imbuca il tap-in (43’). Sulla respinta di Szczesny, una nuvola azzurra ha riempito l’area. E gli juventini? Spalletti, davanti alla tv, avrà ripensato a quella nuvola azzurra che rimontò una ripartenza dell’Empoli e che il tecnico prese come simbolo della fame da scudetto. Forse il Napoli l’ha ritrovata. All’ultimo respiro, il solito Rugani, ancora su corner, come col Frosinone, la stava raddrizzan­do. Ma non si può spuntarla sempre con l’eccezione. Bisogna lavorare di più sulla regola: vince chi gioca di più e meglio.

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