La Gazzetta dello Sport - Bologna

Primato di finalisti: nell’85 e ‘91 furono 9

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Gran Bretagna padrona di casa (51). La beffa? Con un millesimo di secondo in meno sarebbe stata seconda ex-equo (e con dodici finalisti): è quello che Eloisa Coiro negli 800, nona nella graduatori­a complessiv­a degli 800 (2’00”125), ha concesso all’australian­a Catriona Bisset (2’00”124), pur impegnata nell’altra semifinale...

Le prospettiv­e

Cambia poco: in Scozia, sono arrivati anche due record nazionali (dello stesso Simonelli e di Sveva Gerevini nel pentathlon) – sono così 24 quelli delle ultime cinque settimane, 21 nell’attività al coperto, 3 in quella su strada – e quattro personali (di Chituru Ali nei 60, di Francesco Pernici negli 800, della stessa Coiro e di Giada Carmassi nei 60 ostacoli). Poche le contropres­tazioni: la più preoccupan­te

MATTIA FURLANI argento nel lungo Nato a Marino il 7 febbraio 2005

Sono tali coloro che ottengono risultati tra il 1° e l’8° posto. Il massimo precedente era di nove (a Parigi 1985 e a Budapest 1989). L’Italia, nella relativa classifica, con 50 punti è terza alle spalle di Usa

(195) e Gran Bretagna (51)

quella di Samuele Ceccarelli nei 60, la controfigu­ra della freccia ammirata lo scorso anno, fino proprio al titolo europeo in sala. Ma resta che il movimento, nel complesso, è davvero tornato ai fasti degli Anni Ottanta. Anzi, che sta facendo meglio. Quel che in prospettiv­a più colpisce è l’età media dei protagonis­ti della squadra. I quattro medagliati non superano i 23. Vuol dire poter guardare al futuro con fiducia. Agli Europei di Roma, all’Olimpiade di Parigi, ma anche ben oltre. «Possiamo parlare di onda nuova - sottolinea il d.t. Antonio La Torre - non si tratta più solo della propagazio­ne dell’effetto-Tokyo, visto che nessuno dei sette olimpionic­i era presente. Abbiamo conquistat­o medaglie, centrato piazzament­i e dimostrato che questi ragazzi, ai massimi livelli mondiali,

LORENZO SIMONELLI argento nei 60 hs Nato a Dodoma (Tan) l’1 giugno 2002 sanno starci molto bene».

Dai Larissa

Nel gruppo, è scontato, si continuerà a contare anche sulla Iapichino. Larissa, di fatto, non entra mai in gara. Litiga con la rincorsa, non riesce a dare del tu alla pedana, stacca quasi sempre lontana dall’asse di battuta. Soffre fisicament­e. È terza nell’ordine di salto: debutta con un 6.51 (quarta), commette un nullo (di 2,9 cm) al secondo tentativo (quinta), fa 6.65 al terzo (quinta), 6.67 al quarto (sesta), 6.69 al quinto (settima) e 6.44 al sesto e ultima (settima). Sul podio vanno le statuniten­si Tara Davis (7.07) e Monaè Nichols (6.85) e la spagnola Fatima Diame (6.78). Peccato: l’occasione era ghiotta. Anche perché, in extremis, era arrivata la rinuncia della nigeriana Ese Brume, argento uscente, una delle sole tre

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