La Gazzetta dello Sport - Bologna
Tirreno-Adriatico: Bauhaus batte Milan Parigi-Nizza: Buitrago, colpo in salita
Il clamore è stato enorme e l’Uci si è espressa. Il casco Giro Aerohead 2.0 della Visma, ma anche quello Windgream HL 85 della Rudy Project (lo usa la Bahrain) e il modello Poc Tempor (vari team) sono sotto osservazione per un design «concentrato più sulle prestazioni rispetto alla funzione primaria di garantire la sicurezza». Non sono stati vietati: l’Uci revisionerà le sue regole su progettazione e utilizzo dei caschi in competizione per maggior sicurezza. Ha invece proibito – dal 2 aprile – la componente ‘calza per la testa’: riguarda il casco TT5 della Specialized, che ha un sottocasco nero, una specie di calza che secondo l’Uci non è essenziale e potrebbe invece avere una funzione aerodinamica per far scorrere meglio l’aria sul corpo. Remco Evenepoel (la sua squadra, la SoudalQuick Step usa Specialized) ha detto: «Ridicolo. L’avevano accettato due anni fa, ora no. Vogliono
(ci. sco.) Doppia festa Bahrain-Victorious tra Gualdo Tadino e Mont Brouilly, traguardi di Tirreno-Adriatico e Parigi-Nizza. In Umbria, su un arrivo al 4%, è stato il 29enne tedesco Phil Bauhaus a dare un dispiacere al suo ex compagno Jonathan Milan (Lidl-Trek), che ha destato una buona impressione in una giornata fredda (5 gradi) e piovosa. Ganna si è staccato e ora Milan è 2° a 6” dal sempre leader Ayuso: «A un certo punto non sentivo le mani».
In Francia ha vinto Santiago
Phil Bauhaus, 29, su Milan
Buitrago, 24enne colombiano pupillo di Maurizio Fondriest, che al Giro 2023 ha conquistato le Tre Cime di Lavaredo: nuovo leader l’australiano Plapp.
1. Phil Bauhaus (Ger, Bahrain) km 225 in 5.25’51”, media 41,430;
2. Milan; 3. Vauquelin (Fra);
4. Bettiol; 5. Vendrame;
6. Velasco; 7. Caruso; 8. Mayrhofer (Ger); 9. Vermaerke (Usa); 10. Arndt (Ger); 11. Ayuso (Spa); 161. Ganna a 8’38”.
1. Juan Ayuso (Spa, Uae Emirates);
2. Milan a 6”; 3. Vauquelin (Fra) a 14”; 4. Tiberi a 17”; 5. Vingegaard (Dan) a 22”; 6. Gregoire (Fra); 7. Hindley (Aus) a 24”.
4a, Arrone-Giulianova, km 207, per velocisti.
Ci sono anche state soluzioni che, pur amatissime dai corridori, l’Uci ha vietato: tutte nella metà degli Anni Novanta. Claudio Chiappucci amava molto gli “Spinaci”, appendici del manubrio che consentivano di “tirare” sul manubrio, e di dare più forza alla pedalata. Non consentivano però un uso immediato dei freni e, dopo tante cadute, l’Uci li vietò nel 1997. E che dire delle ruote, che hanno avuto un’evoluzione impetuosa? Quelle a lame in carbonio, tra cui le Spinergy, facevano volare la bici, ma erano pericolose in caso di rotture. Le lame erano fogli di carbonio accoppiati e sostituivano i raggi: incidenti come quello di Michele Bartoli nel 1999, con una lama che gli tagliò il tendine del ginocchio, furono decisivi per il divieto. Adesso le ruote in carbonio sono molto più rigide e costruite in modo diverso. E poi la posizione allungata, quella di Collinelli e della Bellutti olimpionici dell’inseguimento 1996 o di Boardman primatista dell’Ora. Penetrazione aerodinamica pazzesca ma su strada, anche nelle crono, era improponibile: come frenare in emergenza? Negli ultimi anni, poi, l’Uci ha vietato le posizioni allungate sul telaio “alla Froome” e quelle con le mani appoggiate a metà manubrio: bastava una buca per mandare a terra il gruppo.
⏻ TEMPO DI LETTURA 4’10”
Fine anni 1990 L’incidente a Bartoli
Fine anni 1990 Posizione allungata