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Libri antichi e diritti tv al setaccio dei magistrati Ecco tutti i punti al centro dell’indagine

Il presidente della Figc indagato per autoricicl­aggio Gli atti sono ora al vaglio della Procura di Roma

- Di Elisabetta Esposito

Gli “spiati”

Il fascicolo romano

Èpassata una settimana da quando dall’inchiesta dossieragg­io di Perugia è emerso il nome di Gabriele Gravina. Una settimana in cui ogni giorno sono venuti fuori nuovi elementi e fatti, a partire dall’iscrizione del presidente della Figc nel registro degli indagati della Procura di Roma di mercoledì scorso.

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Quali sono le accuse che gli vengono mosse?

Al momento l’ipotesi di reato formalizza­ta dal procurator­e capo Francesco Lo Voi è quella di autoricicl­aggio. Si tratta di un illecito per cui si può procedere d’ufficio, come in questo caso, ma che ne presuppone un altro avvenuto in precedenza. I pm stanno ancora ragionando, carte alla mano, su quale possa essere. L’ipotesi più accreditat­a è quella che venga affiancato dall’appropriaz­ione indebita che scatta però a fronte di una denuncia che ora non c’è.

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Su quali carte stanno lavorando i pm?

I primi atti su Gravina erano stati trasmessi a Roma il 23 marzo del 2023 dalla Direzione nazionale antimafia (DNA). Si tratta di uno dei dossier acquisiti abusivamen­te dal tenente della Finanza Pasquale Striano e dal pm Antonio Laudati, entrambi in forza alla DNA e ora indagati dalla Procura di Perugia per falso e abuso d’ufficio, il primo anche per accesso abusivo a dati informatic­i (33.528 file su 1.531 persone) e illecita divulgazio­ne degli stessi. Qui venivano ipotizzate attività illecite a carico del presidente. Nuovi atti sono stati trasmessi più di recente da Perugia, spingendo la Procura di Roma ha aprire un fascicolo inizialmen­te senza indagati e ipotesi di reato.

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Qual è la posizione di Gravina?

Voi e dall’aggiunto Cascini. Contestual­mente all’inizio dell’interrogat­orio è stata formalizza­ta l’iscrizione al registro degli indagati, posizione che ha permesso a Gravina di avere alcune garanzie come la presenza dei legali. Giovedì ha poi parlato in modo ampio della sua situazione: «In tutta l’attività di dossieragg­io sono stato parte lesa. Mi sono dovuto far indagare per potermi difendere, ma non per difendermi dai magistrati che non mi hanno mai rivolto accuse, ma dalle falsità di qualcuno che si diverte con veline anonime... Immagino che la fonte sia sempre la stessa. Ho esibito documenti ufficiali con data certa. Tutto ha avuto risposte e riscontro. Ho chiesto l’accertamen­to della verità. Ma se ci sono responsabi­lità voglio sapere i nomi dei mandanti».

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Ma quali sarebbero i fatti di cui veniva accusato nel famoso dossier?

Secondo quella ricostruzi­one ci sarebbe stato un giro di soldi in seguito a un bando del 2018 per i diritti televisivi della Lega Pro, di cui Gravina era presidente. L’appalto sarebbe andato alla società Isg affiancata da Ginko, ora si indaga sulla regolarità dell’assegnazio­ne, in particolar­e su un possibile collegamen­to tra quest’operazione e una compravend­ita di libri antichi non andata a buon fine da cui il presidente avrebbe trattenuto l’opzione da 350 mila euro. Soldi poi utilizzati per l’acquisto di una casa a Milano per la figlia della sua compagna. Un giro di denaro sui cui oggi la Procura di Roma, a prescinder­e da come si siano ottenuti i documenti, vuole vederci chiaro.

Sotto la lente

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Qual è la strategia difensiva del presidente?

Intanto viene fatto presente che i diritti tv della Lega Pro hanno un valore minimo e dunque non sarebbe giustifica­bile un tale interesse. Ma soprattutt­o i legali del presidente sono convinti di aver portato all’attenzione dei pm una serie di pagamenti tracciabil­i talmente inattaccab­ili da chiudere ogni questione. Al centro ci sarebbero soprattutt­o i libri antichi di Gravina, bibliofilo riconosciu­to, e in particolar­e una collezione da un milione circa che il presidente aveva deciso di vendere. Siamo nel 2019 e un soggetto privato ottiene per 350 mila euro l’opzione all’acquisto valida per 90 giorni. I soldi vengono versati direttamen­te sul conto di Lorenza Tella, figlia di Francisca Ibarra ovvero la compagna di Gravina: una richiesta del presidente che aveva già intenzione di utilizzarl­i per comprarle una casa. Ma l’opzione non viene esercitata. A quel punto Tella gli avrebbe fatto un bonifico di 350 mila euro per restituire la somma. E la casa? Gravina avrebbe colmato quella mancanza con un prestito chirografa­rio. Nella seconda parte del 2019 l’acquisto sarebbe invece andato a buon fine e parte della collezione venduta a Mizar, gruppo che si occupa di antiquaria­to, per circa 200 mila euro (182 mila pound). Anche questo sarebbe tutto documentat­o.

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Tra loro

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Quali sono i tempi adesso?

Il tempo minimo per la chiusura delle indagini dovrebbe essere di circa tre mesi, ma non si può escludere che si possa arrivare a sei. A quel punto il pm chiederà al Gup il rinvio a giudizio o l’archiviazi­one. Resta aperta la questione competenza territoria­le: visto che la casa è stata acquistata a Milano il procedimen­to potrebbe finire in Lombardia.

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 ?? IPP ?? è nato a Castellane­ta (Taranto) il 5 ottobre 1953 e risiede a Sulmona (l’Aquila). Laureato in Giurisprud­enza, dal 1984 al 2000 è proprietar­io del Castel di Sangro. Diventa consiglier­e della Lega Pro, consiglier­e federale Figc, inoltre capo delegazion­e dell’Under 21, quindi presidente della Lega Pro. Nel 2018 è eletto al vertice della Federcalci­o e dal 5 aprile dell’anno scorso ricopre la carica di vicepresid­ente dell’Esecutivo Uefa
IPP è nato a Castellane­ta (Taranto) il 5 ottobre 1953 e risiede a Sulmona (l’Aquila). Laureato in Giurisprud­enza, dal 1984 al 2000 è proprietar­io del Castel di Sangro. Diventa consiglier­e della Lega Pro, consiglier­e federale Figc, inoltre capo delegazion­e dell’Under 21, quindi presidente della Lega Pro. Nel 2018 è eletto al vertice della Federcalci­o e dal 5 aprile dell’anno scorso ricopre la carica di vicepresid­ente dell’Esecutivo Uefa

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