La Gazzetta dello Sport - Bologna
Darmian attento, Bellanova morde
Non segnavano dal 2022, anche quella volta in coppia. E Nicolò eguaglia Totti
Raoul Bellanova
L’ALLENATORE li riesce tutto», ha detto di recente di lui un illustrissimo ex compagno nonché precedente proprietario della 10 azzurra. Incassata la benedizione di Francesco Totti, Lorenzo Pellegrini in effetti riesce a fare tutto. E in fretta, come se volesse recuperare il tempo perduto. Dopo 130 secondi non ha nemmeno dovuto pensarci: sinistro di prima su palla respinta dalla barriera dell’Ecuador e saetta a fil di palo. Anche in azzurro continua il momento magico di “Lollo”: settimo gol nelle ultime 15 partite giocate, tra Roma – campionato e Europa League – e ora Nazionale. Tanti quanti nelle precedenti 49. È iniziato tutto il 20 gennaio, quando Daniele De Rossi ha preso in mano la squadra giallorossa. Quella
Sogno una maglia per l’Europeo, come tutti. dipende da quanto faccio nel Toro, io darò il massimo
«GIL MIGLIORE sera, alla lettura delle formazioni contro il Verona, il più fischiato fu proprio lui, Pellegrini. Il capitano. Considerato uno dei primi responsabili dell’addio dell’amatissimo – dal pubblico romanista – Mourinho. Eppure nel primo anno del portoghese il connubio aveva funzionato: Lorenzo aveva alzato al cielo la Conference League conquistata da protagonista assoluto, come uno dei migliori centrocampisti d’Europa. Poi qualcosa si è rotto. Anche fisicamente. La prima parte di stagione del centrocampista è stata difficile, tra problemi muscolari e… di cuore che ne hanno inevitabilmente influenzato l’umore e le prestazioni. Tutti guai risolti nel migliore dei modi, e Pellegrini è tornato il miglior Pellegrini. Per Luciano Spalletti può considerarsi un esordiente. Curioso, i due in giallorosso non si erano mai incrociati – Lorenzo debuttò
Il capitano ha la solita intensità, soprattutto alla distanza: illuminante quando srotola un tappeto per una fuga di Bellanova, il più tosto e dunque prezioso quando l’Ecuador prende campo. Corre sempre, anche incontro al delizioso pallonetto del 2-0
IL PEGGIORE l’anno prima dello Spalletti II, durante il quale lui si era trasferito al Sassuolo, uniche due stagioni passate lontane da Trigoria – e anche in azzurro la prima volta è stata proprio negli Stati Uniti. L’ultima presenza, prima del finale con il Venezuela e la titolarità con l’Ecuador, risaliva al 18 giugno, gestione Mancini, cinque minuti nella finale per il terzo e quarto posto di Nations League vinta contro l’Olanda. Per l’ultimo gol bisogna andare ancora più indietro: Italia-Ungheria del 7 giugno 2022, sempre di Nations. Quasi due anni fa. Dati da aggiornare dopo lo spettacolare mancino newyorkese. E dimostra di essere un candidato forte all’Europeo, anche per certe idee sulla trequarti come lo scavetto per Raspadori a inizio ripresa. D’altra parte la sorte gli deve qualcosa: era convocato nel 2021, ma fu costretto a lasciare
Vicario
Debutto sereno: l’Ecuador tira in porta solo una volta, è pronto a una respinta non impossibile su Plata. Solo qualche esitazione, non letale, nell’impostare l’azione dal basso
Darmian
Se serve è il centrale più allineato e coperto, ma ha licenza di avanzare sulla linea dei centrocampisti e se la prende, mai a discapito degli equilibri di squadra: attento, puntuale
Mancini
Decisione nell’anticipo, l’aggressività nel recupero è il suo pane, al di là di qualche durezza. In area Plata trova spesso una sbarra abbassata, lo costringe al giallo solo quando sgasa da lontano
Bastoni
Tiene alta la difesa, secondo codici che conosce bene, come i momenti giusti per lanciare lungo: il mancino recita con precisione. Sorpreso pericolosamente solo da una ripartenza