La Gazzetta dello Sport - Bologna
«Avevo provato anch’io anni fa con Ecclestone: è un gran passo»
LA MISSIONE DI LIBERTY: DUCATI & CO. FORMATO F.1 La strategia del colosso americano può creare il boom delle due ruote Le basi dello spettacolo ci sono già
Nato a Milford (Stati Uniti), ha 83 anni ed è fondatore e maggiore azionista di Liberty Media, con un patrimonio stimato di 6,6 miliardi di dollari. Malone è anche il principale proprietario terriero degli Usa: possiede oltre 2,2 milioni di acri
Dopo la conquista della Formula 1, gli americani di Liberty Media si prendono anche la MotoGP. Finito il regno di Bernie Ecclestone e di Carmelo Ezpeleta, due monarchi illuminati che hanno allargato i confini delle corse trasformandole in un business, si è ormai entrati a pieno titolo in una nuova era. Quella dello sport spettacolo che diventa intrattenimento, intercettando un pubblico sempre più vasto, e generando profitti prima inimmaginabili. Sembrava una scommessa ad alto rischio, quando nel 2017 la “media company” fondata da John Malone decise di acquistare la F.1 dal fondo di investimenti Cvc Capital Partners per una cifra stimata di circa 8 miliardi di dollari. Si è rivelato invece un clamoroso affare, grazie alla lungimiranza del presidente Greg Maffei e alle capacità di Chase Carey, che diventò a.d. e presidente della Formula One Group. Poi, con l’arrivo di Stefano Domenicali al posto di quest’ultimo, il circuito è decollato.
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Così adesso la F.1, forte di ricavi annui nell’ordine dei 3,2 miliardi di dollari e di una platea mediatica di 1,5 miliardi di telespettatori in ogni parte del mondo, è pronta a fare un altro grande passo acquistando il giocattolo di Ezpeleta da Bridgepoint e dal fondo pensioni canadese che detengono la quasi totalità delle azioni. L’offerta sarebbe di 4 miliardi, con l’impegno di risanare il debito. L’obiettivo, facile da intuire, è rendere la MotoGP un prodotto con grandi prospettive di crescita commerciale come è stato per la massima categoria a quattro ruote. L’ingrediente di base c’è già, perché le gare del Motomondiale sono una fabbrica di emozioni, con sorpassi a ogni giro e risultati sempre in bilico. Oggi può vincere la Ducati di Pecco Bagnaia, domani quella di Jorge Martin o dell’otto volte iridato Marc Marquez, ma anche la Ktm di Brad Binder o l’Aprilia di Meverick Viñales, come si è visto in questo inizio di stagione. Non c’è niente di meglio di questa incertezza per creare il coinvolgimento nel pubblico. È la ricetta che Liberty sta cercando di applicare in F.1, con molte difficoltà in
Miliardi di dollari
Sarebbe la cifra offerta da Liberty Media per l’acquisto del Motomondiale dalla Dorna, la società guidata da Carmelo Ezpeleta, con i fondi Bridgepoint e canadese più, perché a ogni ciclo regolamentare di solito corrisponde il dominio di una squadra. Si è passati dagli anni d’oro di Lewis Hamilton e della Mercedes alla dittatura di Max Verstappen con la Red Bull. Magari nel 2026, quando cambieranno macchine e motori, sarà il turno di un altro team (la Ferrari?). Ma intanto è stato introdotto il “budget cap” per calmierare i costi e cercare di avvicinare le prestazioni delle monoposto negli anni a venire. Un problema che non esiste in MotoGP o esiste solo in parte, nel senso he la F.1 provi ad acquistare il Motomondiale è tutto tranne che una novità. Per il precedente tentativo più affascinante che si possa immaginare basta chiedere a Giacomo Agostini... «Nemmeno a farlo apposta - sorride - tre o quattro giorni fa mi sono tornati in mano i documenti di quel progetto di acquisto insieme a Bernie Ecclestone. Parliamo di più di quarant’anni fa. Bernie era convinto, ma pensava non fosse quello il momento migliore, e che aspettando ancora un poco avremmo pagato meno. Non ero d’accordo, ma mi sono fidato di lui ovviamente, era certo molto più esperto. E invece ci hanno pensato altri. Peccato, avrei dovuto occuparmi io del Motomondiale».
C▶Sorpre⏻o dell’operazione Liberty?
«Non proprio, era un po’ nell’aria. È un bel colpo e di sicuro fa effetto, ma sapevo che stavano
La Ferrari SF-24 di Charles Leclerc, la Ducati GP24 di Pecco Bagnaia e la GP23 di Marc Marquez: i Mondiali di F.1 e MotoGP finiranno per essere organizzati dalla stessa proprietà arrivando. Da una parte mi dispiace per Carmelo Ezpeleta, anche se spero che rimanga ancora un po’. Ha fatto tanto per il motociclismo, è sempre stato vicino ai team, ha aiutato chi era in difficoltà, non è stato egoista. Gli dobbiamo molto. Detto questo, l’operazione che si sta concretizzando è un passo avanti. Penso proprio che ne avremo un bel vantaggio anche noi “poveretti” delle due ruote».
▶Co⏻a può portare Liberty?
«Da come sta gestendo la F.1 direi delle belle cose. Con un aspetto importante: adesso si crea una posizione più di forza, con qualsiasi interlocutore. Sul tavolo oltre agli spazi della F.1 si possono mettere anche quelli del Motomondiale. La F.1 è in un momento d’oro, e siccome noi non siamo certo da meno a livello di spettacolo, anzi, io sarò di parte, ma credo che le nostre gare siano ancora più entusiasmanti, penso che ci sia un bel margine di crescita».
▶ Perché negli Stati Uniti il Motomondiale
che farebbe comodo rivedere anche i colossi giapponesi Honda e Yamaha di nuovo in lotta per la vittoria.
Filosofia
Insomma, se Liberty è riuscita a moltiplicare l’interesse per la F.1, nonostante l’ultimo grande duello per il titolo fra Hamilton e Verstappen risalga ormai al lontano 2021, perché non dovrebbe riuscirci anche con la MotoGP? «Il nostro prodotto piace», aveva detto a fine dicembre Ezpeleta confermando le voci di una possibile vendita. «Tutto
non è mai esploso?
«Ce lo chiediamo da sempre. E non saprei nemmeno io dare una risposta. Adesso certamente è anche più difficile, visto che non ci sono piloti americani. Però in passato ce ne sono stati molti e bravissimi».
▶Se tanto ci dà tanto, vedendo quanto accaduto negli ultimi
Emozioni
Le nostre gare sono più belle di quelle di F.1 E col pilota Usa...