La Gazzetta dello Sport - Bologna
Meloni ai militari in Libano «Per la pace serve deterrenza»
dall’autunno in poi. La giornata di ieri, oltre alla notizia dell’abbattimento di un aereo militare russo al largo della costa di Sebastopoli in Crimea, è stata caratterizzata anche dalle parole ironiche di Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri: «Tutti i “napoleoncini” che oggi minacciano di inviare truppe all’Est, non dovrebbero dimenticare le lezioni della storia, in particolare quando le truppe russe entrarono a Parigi dopo aver sconfitto Napoleone». Intanto il Comitato investigativo russo, a proposito delle indagini sulla strage al Crocus City Hall, ritiene che gli autori dell’attacco «per prepararlo hanno ricevuto somme significative di denaro e criptovalute dall’Ucraina». Pura propaganda, secondo la Casa Bianca. E mentre l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder si propone come mediatore nella guerra, in nome della personale amicizia con Putin, gli americani lavorano a uno scambio di prigionieri con la Russia per la liberazione di Evan Gershkovich, giornalista del Wall Street Journal.
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La premier Giorgia Meloni ieri ha fatto visita al contingente italiano in Libano, nella base di Shama. «La pace non si costruisce con i sentimenti e le buone parole - ha detto - ma è soprattutto deterrenza, impegno e sacrificio. Voi rinunciate a tutto per garantirla e non ci siete durante le feste con la famiglia, mentre tanti si riempiono la bocca». La premier ha portato in dono ai militari un uovo di Pasqua con una bandiera tricolore. Alla fine si è concessa anche una partita a biliardino (nella foto Epa).