La Gazzetta dello Sport - Bologna
L’EX NUMERO UNO VIENE RILASCIATO TRA LE ACCUSE C’È LA CORRUZIONE
L’ex presidente della Rfef, la Federcalcio spagnola, è stato interrogato in aeroporto e rimesso in libertà. Dovrà comparire davanti alla giudice dell’inchiesta
Il 20 agosto scorso Luis Rubiales era l’uomo più felice del mondo e un dirigente molto potente: era il presidente della federcalcio spagnola che aveva appena vinto il Mondiale femminile alla terza partecipazione e stava per ottenere l’organizzazione di quello maschile per il 2030, ed era vicepresidente Uefa. Coccolato da Sanchez, presidente del governo di Spagna, e da Ceferin, presidente Uefa. Due buoni amici.
«Ci segua» Ieri, neanche 8 mesi dopo quella trionfale giornata australiana, all’aeroporto di Barajas due uomini della Guardia Civil sono saliti sull’aereo che aveva appena riportato Rubiales a Madrid da Punta Cana per infilarlo su un furgone nero coi vetri oscurati e accompagnarlo in guardina a dichiarare. Cosa che Rubiales si è rifiutato di fare, e così è stato rimesso in libertà in qualità di indagato in attesa di giudizio: contro di lui pendono non meno di 4 capi d’accusa: corruzione aziendale, amministrazione iniqua, riciclaggio, appartenenza a un’organizzazione criminale.
Doppio procedimento
Questo per quanto riguarda la Operacion Brody, l’indagine che sta scuotendo la Rfef, la federcalcio spagnola, ordinata dalla giudice del Tribunale N.4 di Majadahonda, la cittadina madrilena a cui fa capo la sede federale. Perché altrove la procura dell’Audiencia Nacional ha già chiesto 2 anni e 6 mesi di condanna per lo stesso Rubiales come punizione nel procedimento aperto per il bacio sulle labbra imposto alla calciatrice Jenni Hermoso in quel famoso 20 agosto, nei festeggiamenti dopo la conquista del titolo a Sydney. E per il tentativo successivo di convincere la giocatrice a sostenere pubblicamente che il bacio era consensuale. Contratti sospetti Rubiales in un’intervista alla tv La Sexta emessa ieri ha accusato la Hermoso di «interesse manipolatore» e si è difeso dalle accuse di corruzione dicendo che «il denaro trovato dagli inquirenti è frutto del mio lavoro e dei miei risparmi». Vedremo cosa ne pensa la giudice, che aspetta Rubiales dopodomani per l’interrogatorio ufficiale. Nel mirino ci sono, tra le altre cose, da una parte i contratti per l’organizzazione della Supercoppa di Spagna in Arabia Saudita per 6 stagioni, affare da 40 milioni di euro all’anno per la Rfef, con commissione alla società Kosmos di Gerard Piqué, grande amico di Rubiales e tramite ufficiale dell’operazione, da 6 milioni di euro all’anno, e dall’altra 3,2 milioni di euro di fondi pubblici che per la Guardia Civil tra il 2020 e il 2022 l’ex presidente ha deviato a società conniventi che poi a loro volta giravano parte delle somme a un amico di Rubiales, tale Nene, a casa del quale gli agenti hanno sequestrato 320.000 euro in contanti trovati in una scatola di scarpe. Ritorno anticipato L’ex n.1 federale si proclama innocente e si difenderà tanto dalle accuse di corruzione come da quelle di violenza sessuale e minacce alla Hermoso. Lo farà dopo aver passato gli ultimi mesi nella Repubblica Dominicana. Un Paese che non ha accordo di estradizione con la Spagna, tanto che giorni fa su Marca avevano ipotizzato l’intenzione di Rubiales di prendere la cittadinanza dominicana. No, l’ex presidente è tornato, e in anticipo rispetto al previsto: aveva un volo per il 6 aprile ma ha deciso di anticipare il rientro dopo che la Guardia Civil aveva ottenuto il permesso ed eseguito una perquisizione nella sua casa di Punta Cana, sequestrando un telefono cellulare e un tablet, nella giornata di martedì. Vistosi assediato ha deciso di tornare. Vedremo come andrà a finire: certo che quel 20 di agosto celebrativo oggi sembra lontanissimo. E quel bacio rubato a Jenni Hermoso, il famoso “piquito”, si è rivelato costosissimo: il machismo esibito in mondovisione è costato a Rubiales l’appoggio politico fino a quel momento garantitogli senza tanti scrupoli né domande dal governo spagnolo.