La Gazzetta dello Sport - Bologna

SOBRERO «IO E ROGLIC ALMENO A 60 ALL’ORA IN CERTI ATTIMI TI SI GELA IL SANGUE»

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«Le dicevo, mi trovavo dietro a Roglic. Era lì che dovevo essere. Qualcuno ha frenato, ma fermarsi era impossibil­e. Lo stesso Primoz è stato preso da altri che sono finiti a terra, stavolta ha avuto sfortuna e non aveva nessuna responsabi­lità. Vingegaard ha provato a frenare, ma non è riuscito a farlo in tempo ed è andato fuori strada, tirando dritto invece di seguire la curva».

▶ Com’era quella parte del percorso?

«Un po’ brutta. C’era un fosso in cemento, pietre, alberi. La sede stradale un po’ sconnessa. Io sono rimasto in sella, ma avendo visto il mio capitano cadere sono tornato indietro subito, ero spaventato. Sa, a quella velocità se cadi e finisci in un fosso di cemento...».

▶A che velocità andavate?

altri siano riusciti a fermarsi in tempo e che dunque i coinvolti non siano cresciuti di numero».

▶Com’era la scena nel punto della caduta?

«La preoccupaz­ione, la paura è stata immediata. Poi, ho visto che la corsa si era fermata. Erano tutti un po’ sotto shock, sono attimi pesanti in cui si può gelare il sangue. Io ero al Giro di Svizzera dello scorso anno, quando era morto Gino Mader (per le conseguenz­e di una caduta nel corso della quinta tappa, ndr). Comunque, ho cercato di tranquilli­zzare i compagni. Poi ci hanno fatto sapere che non c’erano più ambulanze e non potevamo gareggiare per motivi di sicurezza. Su quanto è successo per i fuggitivi, invece, che si sono giocati il successo ma senza i tempi per la classifica, non ho capito bene le decisioni».

Paura? Sì, certo. Ero in gara al Giro di Svizzera dello scorso anno, quando è morto Gino Mader

Vingegaard ha provato a frenare ma non ha fatto in tempo, in situazioni così non è facile

▶I▼ questi casi, si torna inevitabil­mente a parlare di sicurezza per i ciclisti.

«Certamente, lo si deve fare sempre, è un argomento che va mantenuto in primo piano costanteme­nte. Si sta facendo parecchio, si sta cercando di trovare delle soluzioni, pur sapendo che il rischio zero nel ciclismo non potrà mai esistere. Forse, bisognereb­be partire dai corridori. Nel senso: “Ogni tanto, si può mollare un attimo”».

Primoz sta bene, ha battuto un ginocchio che si è un po’ gonfiato e dovrà fare dei controlli

▶Nel dettaglio?

«Ultimament­e, si va sempre, sempre più forte. Ma questo deve avere un limite. Per forza. Mi riferisco a una presa di autocoscie­nza collettiva del gruppo. Anche noi, parlo in generale, possiamo pensare di frenare un attimo prima. Di non andare sempre al limite».

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Matteo Sobrero

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