La Gazzetta dello Sport - Bologna
«Intervento perfetto E la scuola italiana ha talenti in quantità»
lo in controtempo, garantito dalla forza esplosiva che Carnesecchi ha da sempre nelle gambe, ma che se possibile ha ulteriormente migliorato, facendone un punto di forza per essere così dominante fra i pali. Ma Gonzalez era riuscito a indirizzare quel colpo di testa anche ad un’altezza considerevole, e il vero capolavoro del portiere è stata quella sorta di sospensione “da basket”: Carnesecchi ha come galleggiato in aria, per il tempo necessario ad arrivare con la punta delle dita a deviare la traiettoria dell’argentino. Perché oggi galleggiare verso l’alto sta diventando la sua esaltante “normalità”.
⏻ TEMPO DI LETTURA 3’41” l riflesso questa volta è stato mentale. Il 17 ottobre del 1987 fu fisico. Quando Walter Zenga ha visto Marco Carnesecchi scattare a deviare il colpo di testa di Nico Gonzalez mercoledì sera è stato come guardarsi allo specchio. Tant’è che ieri ha pubblicato sul profilo Instagram un fermo immagine delle due parate. Quella di Firenze del portiere dell’Atalanta e quella di se stesso a Berna in un SvizzeraItalia valido per le qualificazioni all’Europeo del 1988 chiusa sullo 0-0. Eccezionali.
I▶ Zenga, si è emozionato a vedere il gesto di Carnesecchi e a rivedersi in lui?
«È stata un’associazione immediata. È sempre bello vedere queste parate, specie se fatte da un italiano. Perché fa bene a tutti e fa bene al nostro movimento».
▶ Ci spieghi il segreto di quella parata sul colpo di testa di Nico Gonzalez.
«Ci sono tutti gli elementi che vanno a creare la parata perfetta. La posizione del corpo, la reattività, i piedi sistemati correttamente a terra, l’esplosività fisica di Marco lungo un corpo di un metro e 91. Sarebbe bastata un’imprecisione, un piede sistemato qualche centimetro fuori posto e quella parata non si sarebbe potuta proporre».
▶Mercoledì sera Carnesecchi ha compiuto anche altri interventi decisivi, specie distendendosi.
«La palla bassa è la più difficile da gestire per la velocità e la reattività che bisogna avere nel scendere a terra. Devi essere sistemato bene anche in quel
Che parata
Walter Zenga
caso, perché parare in così poco tempo è complicato».
▶ Gasperini alla vigilia aveva scherzosamente detto che la crescita di Carnesecchi sta procedendo e che gli sarebbe servito solo un po’ di ammorbidente per i piedi...
«La battuta ci sta e va presa così, con il sorriso. D’altronde il calcio è già andato verso questa direzione in cui i portieri sono determinanti per lo sviluppo del gioco palla al piede. E Gasperini fu uno dei primi a sostenerlo, fu lungimirante, nel prevedere che i portieri avrebbero avanzato il raggio d’azione fin sulla linea dei difensori centrali. Però poi devono saper fare la cosa principale, cioè parare. E Carnesecchi
sta dimostrando di saperlo fare bene, oltre allo spettacolare gesto di Firenze».
▶ Carnesecchi è un esempio della florida scuola italiana dei portieri...
«Fare l’elenco di tutti i portieri italiani di altissimo livello che ci sono in giro è complicato, si rischia di dimenticarne qualcuno. Donnarumma, Vicario, Provedel, Meret, Di Gregorio, Caprile, Montipò, Terracciano, Falcone giusto per citare i titolari. E cosa vogliamo dire di Ravaglia e Perin che quando entrano giocano bene? C’è abbondanza di talenti e c’è sempre la struttura alle spalle che li alleva, li aiuta a migliorare e a restare costanti nelle prestazioni. Tutto questo grazie ai bravi preparatori che abbiamo in Italia. La forza di questi professionisti è di migliorare le qualità di chi già ne ha di suo, a livello naturale, e di tenerle allenate».
▶●ioca▼do migliora? con continuità si
«Sì, però ribadisco quanto detto prima: come mai Perin e Ravaglia che giocano poco quando entrano fanno bene? Evidentemente il lavoro di un certo tipo unito alle qualità dei singoli fa tenere alto il rendimento anche senza la continuità di utilizzo».
▶ Tutta questa abbondanza in porta non può che far felice il c.t. Luciano Spalletti...
«Ha l’imbarazzo della scelta in vista dell’Europeo e anche del post-Europeo. E credo proprio che sia felicissimo così. Se avesse tutta questa abbondanza anche per il centravanti...».
▶Tor▼a▼do a Carnesecchi, si aspettava questa crescita?
«Si vedeva che aveva grandi qualità e che in questi anni era pronto sulla rampa di lancio per spiccare il volo».
▶U▼ po’ come tanti dei portieri che ha elencato poco fa...
«Penso che questa sia una stagione splendida per la scuola italiana dei portieri. Poi bisognerebbe vedere come si comporterebbero nelle competizioni europee. Ma questo è un discorso molto più articolato che coinvolge anche le tre big della Serie A dove i titolari sono stranieri».
⏻ TEMPO DI LETTURA 3’30”
Posizione, reattività, piedi preparati: c’è tutto nella parata di Carnesecchi. Ricorda la mia con l’Italia nel 1987
Ex portiere, ora allenatore dell’Emirates Club
Nato a Milano il 28 aprile 1960, è cresciuto nel vivaio dell’Inter con cui ha vinto uno scudetto, una Supercoppa italiana e due volte la Coppa Uefa. Ha vestito anche le maglie di Salernitana, Savona, Samb, Sampdoria, Padova e New England Revolution e dal 1986 al 1992 è stato il numero 1 dell’Italia.
In panchina
Nel 1998 negli Usa ha iniziato ad allenare. In panchina ha vinto un campionato romeno con la Steaua Bucarest, uno serbomontenegrino e una coppa nazionale con la Stella Rossa. Dal gennaio 2024 allena l’Emirates Club