La Gazzetta dello Sport - Bologna

Semaforo rosso

- Di Claudio Lenzi

come a Indian Wells Uno sconsolato Rafa Nadal, 37 anni, con l’allenatore Carlos Moya: dopo giorni di silenzio, lo spagnolo ha annunciato il suo ritiro con un video sui social. Il 7 marzo era accaduto lo stesso alla vigilia del primo Masters 1000 sul cemento di Indian Wells eanche l’amata terra di Montecarlo lo ha convinto a tornare nell’arena. Rafa Nadal rimanda ancora il suo rientro e appare sempre più «triste, solitario y final» come ne Il lungo addio di Raymond Chandler. Quello dello spagnolo lo è davvero: l’undici volte campione nel Principato, con una serie di appena 6 sconfitte a fronte di 73 vittorie, di cui 46 consecutiv­e tra il 2005 e il 2013, non gioca il torneo del cuore dal 2021, quando si arrese al russo Rublev nei quarti. Negli ultimi due anni, a fermarlo, erano stati il dolore cronico al piede e all’anca, mentre stavolta a tormentare l’ex Fab Four sono la schiena e gli addominali, che ne limitano il servizio e gli spostament­i. Poteva essere una grande festa, invece l’annuncio dato ieri pomeriggio

Nsui suoi canali social riaccende tutti i dubbi relativi alle reali possibilit­à di rientro del ventidue volte vincitore di Slam.

Il messaggio

Stando esclusivam­ente all’ultimo annuncio, Rafa non sembra ancora volersi arrendere: «Ciao a tutti! Questi sono tempi difficili per me dal punto di vista sportivo. Purtroppo vi comunico che non giocherò a Montecarlo. Il mio corpo sempliceme­nte non me lo permette - ha scritto, a quasi un mese di distanza dal forfait di Indian Wells -. Anche se lavoro duro e faccio il massimo sforzo ogni giorno con tutta la voglia di giocare e competere di nuovo in tornei che sono stati molto importanti per me, la verità è che oggi non posso giocare». Lo spagnolo, a questo punto, lascia comunque aperto uno spiraglio: «L’unica cosa che posso fare è accettare la situazione e cercare di guardare

È un Novak Djokovic rilassato e sorridente quello ripreso a

Montecarlo, dove il tennista serbo è arrivato prima degli altri big per continuare il lavoro di passaggio alla terra dopo le cocenti delusioni rimediate sul cemento degli Australian Open e di Indian Wells, per poi saltare Miami. Orfano di coach Ivanisevic («Eravamo stanchi l’uno dell’altro» ha detto l’ex tennista a SportKlub) il n.1 Atp si è diviso tra lo stadio del Monaco, dove ha scherzato con la moglie e i figli sulla pedana del salto in lungo, e il centrale del Country Club, dove ha palleggiat­o prima con il danese Rune e poi con il 17enne norvegese Solheim dell’accademia Piatti.

Oggi alle 17 il sorteggio del tabellone.

al futuro mantenendo l’entusiasmo e la voglia di giocare per darmi la possibilit­à che le cose migliorino. Grazie ancora a tutti, come sempre, per tutto il sostegno e gli auguri!». A corredo del messaggio, un video che lo ritrae in allenament­o nell’Academy di Manacor, sull’isola di Maiorca.

Futuro

Nato a Manacor, sull’isola di Maiorca, il 3 giugno 1986, è alto 185 cm per 85 kg. Ha iniziato a giocare a 4 anni con l’aiuto dello zio Toni, poi suo coach. Ora lo segue Carlos Moya. Su 30 finali disputate, ha vinto 22 titoli Slam: 2 Australian Open, 14 Roland Garros, 2 Wimbledon e 4 Us Open. Ha conquistat­o anche 2 ori olimpici (uno in doppio), 36 Masters 1000 e 5 Coppe Davis: in totale, 92 tornei. È stato n.1 del mondo per 209 settimane.

Quali siano queste possibilit­à, è tuttora un mistero. Rientrato a gennaio dopo quasi un anno di inattività, Nadal ha disputato appena tre incontri a Brisbane, in Australia, se si esclude l’esibizione di Las Vegas contro Alcaraz il 4 marzo scorso. Poi solo ritiri, recuperi e ancora ritiri: Australian Open, Dubai, Indian Wells. Ora il prossimo obiettivo dello spagnolo potrebbe essere il torneo di Barcellona (vinto 12 volte, dal 15 aprile) nel suo club di adozione, che sotto la direzione dell’amico ed ex tennista David Ferrer è pronto a festeggiar­lo come un re, oppure direttamen­te Roma (dieci i suoi successi agli Internazio­nali), dando lustro al torneo nonostante sia ormai scivolato al 649° posto del ranking Atp. Intanto ventuno milioni di follower solo su Instagram ieri si chiedevano se mai lo rivedranno in campo. Una risposta ce la darà proprio la terra battuta, il suo terreno di conquista preferito che quest’anno, ironia della sorte, gli mette davanti una doppia chance di chiudere in bellezza: occhi puntati su Roland Garros e Olimpiade, che si disputano sugli stessi campi dello Slam parigino. Solo e soltanto al termine dei Giochi, Nadal non avrà più niente da chiedere e da chiedersi, a vent’anni da quell’esordio a Montecarlo in cui, appena diciottenn­e, sorprese il mondo.

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