La Gazzetta dello Sport - Bologna
CRISCITO «Scuola Barça, basta questo Ha una mentalità speciale È un uomo vincente dentro»
Mimmo e Thiago, amici da una vita, sempre con il Genoa sulla maglia. Criscito è stato compagno di squadra di Motta, stagione 2008-09. Poi lo ha avuto come allenatore, undici anni dopo, campionato 2019-20 alla prima esperienza del tecnico del Bologna in panchina.
▶ Oggi lei allena l’U14 del Genoa. Sorpreso dai suoi successi?
«Vuole sapere la verità? Sono sincero, non mi ha stupito affatto il suo cammino in questa stagione. Le sue doti si vedevano già in tempi lontani, e ora le sta confermando».
▶ Quell’anno avevate Gasperini in panchina: lei torna a Genova dalla Juve, Motta arriva dall’anno difficile con l’Atletico.
«Ero ancora giovane (21 anni, n.d.r.). Thiago, invece, era sbarcato in rossoblù con un problemino a un ginocchio. Quando l’ho visto, però, già lo conoscevo, aveva alle spalle tanti anni nel Barcellona, tutti noi avevamo ben presente la sua storia professionale. Ed ero consapevole della fortuna di avere in squadra un campione come lui».
▶ Fu un anno positivo, con il Genoa al sesto posto.
«Lui e Milito erano due giocatori di grandissimo spessore, semplicemente favolosi. E, se ci ripenso, Thiago in campo era già allenatore quando giocava, aveva un carisma innato incredibile. Non solo: possedeva una mentalità vincente che sapeva trasmettere anche ai compagni, credo che in questo senso nel tempo non sia affatto cambiato».
▶Poi vi siete ritrovati nell’autunno 2019, quando lui fece ritorno a Genova da allenatore, chiamato a sostituire Andreazzoli sulla panchina del Grifone.
«Credo che crescere in un club come il Barça ti dia qualcosa di unico, che poi fatalmente porti dentro per il resto della tua carriera. Una mentalità speciale, per lui è successo proprio così. Thiago aveva una marcia in più, ed è ciò che gli ha permesso di avere così successo. Un uomo vincente dentro».
▶ Secondo lei quale è la sua dote principale? «Già ai tempi del Genoa, e mi riferisco al 2008-09, mi ero accorto che possedeva una capacità incredibile di leggere le partite. E poi, oggi, vedo come fa giocare oggi le sue squadre, con un fraseggio efficace e palla a terra. Per non parlare della qualità dei suoi allenamenti… Insomma, mi piace proprio in assoluto il suo modo di fare calcio. I risultati, del resto, parlano per lui».
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