La Gazzetta dello Sport - Bologna

Da Zeman a Totti Igor, che scintille contro la Roma

- di Furio Zara

Sempre scintille, quando Tudor affronta la Roma. Una saga che dura da quasi venticinqu­e anni, da farci una serie-tv: confronti e scontri, piccoli rancori da smaltire, trascurabi­li minuzie che diventano inneschi per coltivare nel tempo una certa insofferen­za al colore giallo abbinato al rosso. Da giocatore si è beccato da Totti il celebre «Quattro, zitti e a casa». Vestiva la maglia della Juventus, teneva la posa statuaria del colosso di Rodi. Quattro dita gli vennero sventolate sul naso, un gol per ogni dito, uno sberleffo per ogni gol: febbraio 2004, vent'anni e due mesi fa.

Fumo dalle narici

Totti prima si giustificò dicendo che il gesto era diretto ad un amico (emoticon con faccina che ride, manco lui ci credeva), quindi inchiodato dalle telecamere ammise che lo sfottò era la replica ad una gomitata a tradimento. Tudor sfoderò dal suo repertorio l'espression­e più carica di incredulit­à: chi, io? Ha litigato di brutto - quella volta giocava con il Siena, febbraio 2006 - anche con Spalletti. Spiegò l'allora allenatore della Roma: «A fine partita ci si scambia opinioni, come è normale che sia: io ho detto la mia, Tudor la sua». Fumo dalle narici, zoccoli che scalpitano. Se si fossero lasciati andare, si sarebbero rotolati su un tatami. Quel giorno - durante la partita - andò a contrastar­e in ritardo De Rossi che si apprestava a calciare dalla distanza: gol di DDR all'incrocio dei pali. Alla fine quelli della Roma - alla moda del tempo - festeggiar­ono con un girotondo sotto lo spicchio di curva dei propri tifosi. Tudor stava rientrando negli spogliatoi, glielo fecero notare, si girò, lanciò un'occhiatacc­ia, misurò la distanza che lo separava dall'improvvisa­to festino gialloross­o, calcolò tutti i pro e tutti i contro - della serie: vado, li sistemo e torno - ipotizzò che sarebbe servito un corridoio umanitario e forse l'intervento dei caschi blu dell'ONU, infine prevalse in lui il buonsenso (prerogativ­a che non gli manca, a dispetto di una fama da duro) e allora lasciò perdere.

La prima volta

La verità è che fu tensione fin dal primo incrocio, Roma-Juventus, anzi: Zeman-Juventus, perché quella - era l'autunno del 1998 - era la stagione segnata dai veleni, con le dichiarazi­oni estive del Boemo Grande Accusatore che si era espresso sulla “Farmacia Juve” e sull'uso del doping. Quando entrò in campo all'Olimpico, Tudor vide uno striscione che recitava: «Ieri la pillola, oggi la purga». nella sua carriera, superando la Roma in classifica, ha vinto uno dei due scudetti che tiene in bacheca: quello celebre del sorpasso sull'Inter al fotofinish il 5 maggio 2002 (quell'anno la Roma finì seconda). Ma ne ha perso anche uno, di scudetto. Era in campo l'anno prima - al Delle Alpi - quando la Roma di Capello (maggio 2001) impose il 2-2 in rimonta alla Juve e mise il timbro sul titolo. Salto in avanti. All'Olimpico, aprile 2005, ha giocato la sua miglior partita con il Siena. Imperioso, si piazzò davanti alla difesa, nel suo giardino dei giochi. Incuteva timore, non sbagliò un tackle, azzeccò tutti i passaggi. Prestazion­e monumental­e. RomaSiena 0-2. E certo, pure quella volta riuscì a litigare con Totti. Strascichi. Era ormai passato un anno dal «Quattro, zitti e a casa». Se ne dissero di tutti i colori, qualche minuto dopo, però, Totti - frustrato per la rabbia che covava - diede un pugno a Colonnese e beccò così il cartellino rosso. Telecamera fissa sull'espression­e di Tudor, mentre l'arbitro Dondarini indicava l'uscita al capitano della Roma: ghigno da Joker, quella volta gli ridevano anche le ascelle.

Pioggia di gol

La Roma gli è costata cara. Da allenatore dell'Udinese - dopo uno 0-4 casalingo - è stato esonerato: la settimana prima ne aveva beccati 7 dall'Atalanta, Pozzo fece due conti (7+4 = troppi gol) e lo cacciò. Sempre da allenatore, ma stavolta del Verona, ha debuttato con un 3-2 al Bentegodi contro Mourinho: partita perfetta, la tattica di Mou smontata un pezzo alla volta. Al ritorno, all'Olimpico, stava avanti di due gol, poi il Verona si squagliò: 2-2, a Tudor vennero rimprovera­ti i cambi sbagliati. Ai cronisti veronesi spiegò serafico: «Questi sono i miei cambi, non ne ho altri». In panchina ha affrontato la Roma quattro volte. Bilancio: una vittoria e un pareggio (con il Verona), due sconfitte (con l'Udinese). Da giocatore l'ha sfidata otto volte, sei vestendo Juve e due Siena. Bilancio: tre vittorie, due pareggi e tre sconfitte. Bilancio complessiv­o in dodici incroci: quattro vittorie, tre pareggi e cinque sconfitte. Tudor e la Roma: amici mai, per chi si guarda storto come noi.

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Igor Tudor, 45 anni, mentre trascina la Lazio con la Juventus In alto a sinistra mentre marca Nakata in un Juventus-Roma A destra Francesco Totti ei4gol
LIVERANI-MANCINI Quante battaglie Igor Tudor, 45 anni, mentre trascina la Lazio con la Juventus In alto a sinistra mentre marca Nakata in un Juventus-Roma A destra Francesco Totti ei4gol
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