La Gazzetta dello Sport - Bologna

MURIQI «Lazio, fu colpa mia Voglio la Coppa con il mio Maiorca»

- di Filippo Maria Ricci

opo tutto quello che ho passato non posso che sorridere alla vita» dice Vedat Muriqi, punta del Maiorca che oggi cercherà di conquistar­e la Copa del Rey nella finale col favorito Athletic. Ha ragione. Quasi 30enne grande e grosso che parla 6 lingue ed elargisce parole interessan­ti.

«D▶ Ha mai vinto qualcosa?

«Sì, la Serie B turca con il Caykur Rizespor. Ma non c’è paragone con questa finale di coppa. Allora continuavo a pensare che non sarei mai diventato un profession­ista, poi la vita mi ha dimostrato che si può avere una fiducia che allora non avevo».

▶ A ragione.

Maiorca «Sono del 1994, dopo pochi anni di vita scoppia la guerra in Kosovo, i soldati entrano in casa e ci dicono di andare via perché la devono bruciare. Emigriamo in Albania e iniziamo a vivere in 50 in due stanze. La fame, la paura, le difficoltà. Poi la guerra finisce ed ecco un altro colpo durissimo: mio padre mi muore davanti agli occhi giocando una partitella di calcetto con gli amici. Io nella vita ho sempre fatto uno scalino alla volta, con un po’ di fortuna, tanto sacrificio e difficoltà».

▶ Come quando arriva in Italia.

«Già. Faccio una stagione straordina­ria col Fenerbahce, in Turchia sto a meraviglia. Ma arriva un’offerta che non si può rifiutare. La Serie A, la Champions, un bel club che decide di investire 20 milioni di euro su di me. Sapevo che c’erano Immobile con la sua Scarpa d’Oro, Correa e Caicedo, però pensavo che spendendo tutti quei soldi avrebbero puntato su di me. E non mi sbagliavo. Simone Inzaghi mi faceva giocare ogni volta che poteva, ma io non andavo. Niente scuse, solo colpa mia. Nel calcio succede. Avevo un problema alla coscia e mia moglie incinta era rimasta in Turchia, stavo male dentro e fuori dal campo. Sono arrivato a pensare di essere scarso, che quel grande anno in Turchia era dovuto alla fortuna e alla volontà di Dio».

Il kosovaro, a Roma con Inzaghi e Sarri, stasera si gioca il trofeo contro l’Athletic: «Abbiamo le nostre armi»

▶ Via Inzaghi, ecco Sarri.

«Dal punto di vista tattico, un mostro. Il migliore che abbia mai avuto. Io con lui non giocavo, ma godevo tantissimo, in partita e in allenament­o. Il problema era che voleva attaccanti piccoli e rapidi, veniva da Insigne, Callejon e Mertens, con un pennellone come me non sapeva cosa fare. Andai a chiedergli cosa pensava di me, se e dove potevo migliorare: una chiacchier­ata eccezional­e, onesta, trasparent­e. Lo ringraziai di cuore e gli chiesi se mi dava un mano ad andar via: trasferime­nto a Maiorca, e il resto, se vogliamo, è storia».

▶ Alle Baleari Vedat è tornato Pirata. Gol, assist, protagonis­mo. E un anno fa uno strano proclama: “Resto qui per vincere qualcosa”

«Ero convinto che in Coppa potessimo far bene, ed eccoci qua, a fare il Maiorca: lottare, correre, aiutarsi. E sporcare le partite. Qui in Spagna in tanti parlano di bel gioco, di calcio offensivo. Magnifico. Ma noi facciamo un’altra cosa. Noi ci difendiamo e proviamo a far male con le nostre armi. È brutto da vedere? A me non importa, io voglio i punti e le vittorie, questo stile ci dà il pane. L’Athletic è avvisato».

▶ Alla guerra ci pensa?

«Sì. Nessun essere umano dovrebbe soffrire questo obbrobrio. Ucraina, Gaza, è incredibil­e come due Capi di Stato possano decidere di attaccarsi senza pensare alle terribili conseguenz­e che soffrirann­o i cittadini. È disumano. Il dolore, la morte, la paura hanno segnato la prima parte della mia vita. Perciò ora cerco di sorridere il più possibile».

▶ A casa ne parlate?

«No, la ferita è troppo fresca. Quando sono con mia madre e in tv arrivano immagini di morte restiamo in silenzio. È tutto troppo vivo e doloroso, vengono su un sacco di cose orribili».

▶ E ai suoi figli cosa dice?

«Che la vita può essere meraviglio­sa, ma che quanto stanno vivendo in questo paradiso che è Maiorca non dev’essere dato per scontato. Se e quando imparerann­o a dare alle cose il valore che do io, sarò felice. E poi che bisogna sorridere, sempre».

Sarri fu sincero: non gli piacevano i pennelloni come me, con Simone ebbi un infortunio

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GETTY A Maiorca Vedat Muriqi, 30 anni il 34 aprile, alle Baleari dal gennaio del 2022

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