La Gazzetta dello Sport - Bologna

Lo scenario

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In Egitto riprendono oggi gli incontri per arrivare ad un cessate il fuoco a Gaza, mentre sale la tensione tra Israele e Teheran, a pochi giorni dall’attacco all’ambasciata iraniana di Damasco. Nuove minacce dagli Hezbollah libanesi. E dagli Stati Uniti, il segretario di Stato Blinken (nella foto) fa sapere che gli Usa rivedranno l’inchiesta di Israele sulla strage degli operatori umanitari

L’allerta è massima in Israele, 1 per il timore di rappresagl­ie dell’Iran. Domani saranno sei mesi di guerra a Gaza e la situazione impone di innalzare i livelli di sicurezza.

Sono passati 182 giorni dal 7 ottobre, dai sanguinosi blitz di Hamas contro i kibbutz in Israele, con milleduece­nto vittime. E sei mesi, dunque, dalla risposta israeliana contro Hamas nella Striscia di Gaza, una guerra che ha provocato oltre 33 mila morti tra la popolazion­e palestines­e (in gran parte donne e bambini) e quasi 76 mila feriti. Un conflitto che non intravede ancora una tregua duratura e che sembra sempre sul punto di allargarsi a tutto il Mediorient­e. Il rischio escalation è cresciuto ancora. L’intelligen­ce di Israele segnala il rischio di una possibile risposta di Teheran, per “vendicare” il raid contro il consolato iraniano a Damasco (che quattro giorni fa ha provocato 16 morti, ieri in migliaia hanno partecipat­o ai funerali dei pasdaran). E il governo di Tel Aviv ha ordinato la chiusura di trenta ambasciate e sedi diplomatic­he israeliane nel mondo, innalzando ovunque il livello di allerta e di sicurezza anti-terrorismo. Chiusa anche l’ambasciata israeliana di Roma, nella zona di Villa Borghese. L’attacco a Damasco è stato il quinto in una settimana a colpire la Siria, il cui presidente Bashar al-Assad è apertament­e sostenuto dall’Iran.

Una risposta di Teheran, 2

dopo il raid israeliano, è data per scontata da molti analisti internazio­nali. Anche la Difesa israeliana è convinta che avverrà e si dice pronta.

I giorni più a rischio sono questi: lo shabbat di oggi e poi la fine del Ramadan. Non direttamen­te da Teheran, ma dai miliziani filoirania­ni che combattono in Libano, sono arrivate nuove minacce esplicite. Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha definito «inevitabil­e una rappresagl­ia» dopo l’attacco contro la sede iraniana in Siria. «Siate certi che la risposta iraniana all’attacco al consolato di Damasco è inevitabil­e», ha detto Nasrallah ieri in television­e. «Dove, come, quando e quale sarà la portata della risposta non siamo obbligati a chiederlo», ha aggiunto, rite

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