La Gazzetta dello Sport - Bologna
Gli obiettivi messi sotto osservazione
nendo che la decisione spetti a Teheran. E dallo Stato ebraico non si è fatta attendere la controreplica. «Il nemico è stato colpito duramente e sta quindi cercando i modi per rispondere: siamo pronti con un’azione multi-livello di difesa» ha spiegato ieri il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, parlando proprio delle minacce che arrivano dall’Iran. «Preparazione e vigilanza non sono sinonimi di panico e paura» ha sottolineato Gallant. Tre gli scenari possibili, secondo gli esperti: un attacco di droni o di missili direttamente dall’Iran, verso infrastrutture israeliane; oppure intensi attacchi di missili dal Libano o dalla Siria attraverso Hezbollah e altre milizie sciite; o ancora, attentati alle ambasciate israeliane nel mondo. Non a caso, chiuse da ieri in molti Paesi.
Intanto, lo Stato ebraico 3 torna sull’attacco costato la vita a sette operatori umanitari.
I risultati dell’inchiesta dell’esercito israeliano sull’uccisione dei 7 operatori della ong World Central Kitchen, colpiti da droni militari mentre erano in missione per consegnare cibo a Gaza, hanno mostrato che «l’incidente
Lo Stato ebraico, in allerta da giorni per una possibile rappresaglia iraniana, ha deciso secondo il giornale Haaretz - di chiudere per precauzione circa 30 ambasciate e sedi diplomatiche nel mondo, nel timore che nelle prossime ore possano diventare oggetto di un attentato. Tra le sedi diplomatiche chiuse c’è quella di Roma, nei pressi di Villa Borghese. In Italia rafforzata la vigilanza anti-terrorismo anche in stazioni e luoghi di culto.
non sarebbe dovuto accadere» ed è «contrario agli standard operativi. Chi ha approvato il raid (avvenuto lunedì notte, ndr) – spiega l’indagine presentata al capo di Stato maggiore, Herzi Halevi - era convinto di colpire operativi armati di Hamas e non gli impiegati di Wck», si legge nella relazione, esaminata «con attenzione» anche dagli Stati Uniti. «L’attacco è un grave errore che deriva da una seria mancanza, dovuta ad un’identificazione errata, a errori nelle decisioni e a un attacco contrario a standard operativi», prosegue l’indagine. Alla luce di questo, l’esercito israeliano ha rimosso e licenziato i due ufficiali ritenuti responsabili dell’operazione, condotta utilizzando l’Intelligenza artificiale. Ma dalla ong Wck hanno risposto che le scuse israeliane «rappresentano una magra consolazione». E chiedono ancora un’inchiesta indipendente sulla strage.
Dall’Onu arrivano altre pesanti 4 accuse a Israele.
Il Consiglio per i Diritti umani delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che chiede che Israele sia ritenuto «responsabi