La Gazzetta dello Sport - Bologna
NEL NUOVO ORDINE TUTTO SI ROVESCIA COSÌ MBAPPÉ DETTA I SUOI TEMPI AL REAL
C’è quasi uno scambio di ruoli in commedia, quello di Mbappé e del Real comincia a essere un mondo capovolto. Il grande campione da una parte, il club più poderoso del pianeta dall’altra. Chi comanda e chi invece si adegua? Finora tutto era sembrato abbastanza chiaro. Ai tempi del primo Madrid galattico – quello di Figo, Zidane, Ronaldo, Beckham – era la Casa Blanca, se non proprio Florentino Perez in persona, a fissare il calendario degli annunci e delle presentazioni delle nuove star. Lo stesso meccanismo si era ripetuto con la seconda ondata di arrivi galattici, attorno agli anni Dieci, quella di Kakà, Benzema e CR7. Stavolta, come riporta il quotidiano spagnolo “Marca” – molto attendibile quando scava in casa Real – è il Madrid ad aver chiesto a Mbappé di trovare la data idonea per l’annuncio del suo trasferimento nella capitale spagnola. È un segno dei tempi, la definizione di un nuovo ordine che sta cambiando i rapporti di forza anche nel calcio.
In questa opzione ci sono una serie di ragioni decisamente legate allo stato delle cose e al buon senso. Da quando Mbappé, il 13 febbraio, ha comunicato ai vertici del Psg che nella prossima stagione non avrebbe continuato a indossare la maglia del club il suo status è cambiato. Il capitano della nazionale francese ha perso quella specie di franchigia che lo rendeva intoccabile. Luis Enrique ogni tanto non lo fa giocare dall’inizio e molto probabilmente lo risparmierà anche stasera nel match di campionato contro il Clermont, ultimo in classifica. Con una certa regolarità, il tecnico spagnolo sostituisce Mbappé nel corso del match, facendone
innanzitutto che tipo di ragazzo fosse.
La Juve, secondo me, ha già un buon gruppo di giocatori: due difensori che fanno parte della nazionale brasiliana, un centrocampista che è in azzurro, un altro che gioca con la Francia, due attaccanti che sono ad alti livelli in Europa come Chiesa e Vlahovic. Ciò che manca ai bianconeri è l’idea di gioco, lì probabilmente bisogna intervenire. Sarà la proprietà a decidere. E anche la Roma, che sta risalendo bene in classifica, deve capire che cosa vuole fare da grande: continuare con De Rossi, che finora mi ha ben impressionato, oppure prendere un’altra strada? Le scelte degli interpreti saranno una conseguenza di questa delicata scelta.