La Gazzetta dello Sport - Bologna
RUNE «Jannik impressiona Ma nella corsa Slam farà i conti con me»
Il danese a caccia del riscatto dopo un avvio di stagione in ombra: «Mi serve continuità»
Sinner non mi sorprende: mi è bastato guardare come si allena
Nel mio gioco devo attaccare ogni volta che ho l’occasione Holger Rune ha vinto 4 tornei in carriera
Da grande appassionato dei film di James Bond, Holger Rune deve risolvere in fretta il mistero più grande del suo 2024: l’investitura con Sinner e Alcaraz al ruolo di nuovo Big Three fu vera gloria? Vincitore di un Masters 1000 (Bercy) a 19 anni, numero 4 del mondo e qualificato per le Atp Finals a 20, il danese si stava costruendo un luminoso percorso di gloria che tra la fine della scorsa stagione e l’inizio di questa ha tuttavia incontrato il buio all’improvviso. Turbamenti che si sono riverberati anche sulle scelte tecniche: prima l’ingaggio come supercoach di Boris Becker durato un paio di mesi, poi quello di Severin Luthi, storico collaboratore di Federer, che ha congedato in un paio di settimane, fino al definitivo ritorno con Patrick Mouratoglou. A Montecarlo, Holger deve cominciare a rimettere insieme i pezzi del puzzle.
▶Holger, un anno fa nel Principato lei batteva Sinner in semifinale e sembrava poter diventare il più pericoloso rivale per Djokovic insieme ad Alcaraz. E adesso?
«Adesso sento di essermi di nuovo avvicinato a quel livello, miglioro di settimana in settimana e sono soddisfatto del mio gioco».
▶ Quindi come giudica fin qui il suo 2024?
«Certamente negli ultimi mesi non c’è stata grande stabilità attorno a me, poi mi sono concentrato sul processo di crescita più che sui risultati: è più importante il quadro complessivo. Ho sempre detto che per rimanere al top servono consistenza e continuità, forse in questo inizio di stagione mi sono un po’ mancate».
▶ Si aspettava questa esplosione di Sinner?
«Non sono affatto sorpreso, basta guardarlo in allenamento. Ne ho seguito qualcuno anche qui a Montecarlo, mi ha impressionato per l’intensità e la concentrazione, tira fortissimo e non sbaglia mai. Ed è evidente che poi quelle qualità te le porti in campo».
▶Qui▼di la distanza da lui e da Alcaraz è aumentata?
«Ripeto, io devo guardare a me stesso, e rimanere focalizzato sulle cose da fare per migliorare. Sono numero 7 del mondo, sono stato numero 4, ma non li considero certo un punto di arrivo: mi nutro sempre del desiderio di fare qualcosa di grande».
▶ Che cosa ha chiesto a coach Mouratoglou quando lo ha richiamato?
«Resta ovviamente un segreto tra me e lui, spero si possa vedere in campo qualcuna delle novità che ha apportato al mio gioco. In generale, sono consapevole di dover migliorare al servizio e alla risposta, ma soprattutto devo attaccare ogni volta che ne ho l’occasione. Ma senza strafare: servirà anche pazienza».
▶Si diletta sempre a manipolare oggetti come i giocolieri?
«Mentirei se vi dicessi che sono un appassionato: lo facevo perché mi aiutava con i riflessi e la coordinazione. E adesso l’ho anche un po’ accantonato».
▶I▼ definitiva, l’obiettivo per questa stagione è una nuova qualificazione alle Finals?
«Sono abituato a non pormi limiti, io voglio vincere tutto. A cominciare dagli Slam».