La Gazzetta dello Sport - Cagliari
Di Simo Inzaghi: «È la svolta? Penso sia l’inizio, una notte che resta»
Il tecnico: «Imprese così fanno bene Ora serve recuperare in campionato»
Fino a ieri nelle orecchie di Simone non hanno pesato tanto le voci su possibili esoneri, gli ultimatum che giravano e quel senso di sfiducia attorno, quanto il fatto che l’Inter sembrava non reagire ad ogni impulso dato dal suo allenatore. Ebbene, con quella palla radente calciata da Calha, regista per una sera per sua ottima intuizione, e con 100’ di mostruosa applicazione difensiva, Inzaghi si è come risvegliato da un lungo sonno. Ha tirato fuori la testa dell’acqua e, riaprendo gli occhi, ha ritrovato ciò che più gli mancava: l’Inter. La sua Inter. Una creatura strana, indecifrabile, pazza per definizione. Non è stata la bellezza, però, a riportarlo a galla, ma l’umiltà che spesso era mancata nell’ultimo periodo: non si era vista nelle dichiarazioni mirabolanti prima delle partite e in campo nella strana isteria collettiva che aveva portato i nerazzurri a non capirsi, a urlarsi addosso e a sbracciare oltre il consentito. Niente di tutto ciò si è visto ieri perché i nerazzurri sono tornati ad essere un blocco di granito, un corpo unico in difesa della linea del Piave: chi mulinava la mani, lo faceva solo per incoraggiare il compagno e non per mandarlo a quel Paese. E l’umiltà ha ritrovato
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Non abbiamo fatto ancora nulla, ma siamo contenti per i nostri tifosi
Una gara così ripaga di tutto il rumore degli ultimi mesi. Anche per Milan Skriniar, che è tornato muro invalicabile nella serata più dura e, soprattutto, con la fascia di capitano al braccio. Chissà che questa notte non possa avere effetti anche sul suo futuro, con un rinnovo da discutere a brevissimo.
già prima del match: «La società è vicina a lui e il suo futuro non dipende dai risultati immediati. L’esperienza di questi mesi può servire a tutti noi per migliorare e per eliminare gli errori. Inzaghi non si è improvvisato allenatore dell’Inter», le parole di Marotta. Poi, come i 70mila di San Siro Inzaghi ha sofferto per ognuno dei mille palloni che il Barcellona faceva cadere in area e per le proteste si è beccato pure un giallo, mai così dolce. «Può essere un nuovo inizio», ha concluso Simone e, in fondo, c’è da credergli
Ho visto una squadra compatta, ordinata, solo così si ottengono vittorie del genere
Simone Inzaghi
La gioia André Onana, 26 anni, esulta con Calha
(v.d’a.) A sentire Simone Inzaghi, l’alternanza rimarrà anche in futuro. Ma in attesa di capire chi giocherà sabato, André Onana si gode un’altra notte da titolare in Champions, la terza su tre gare da quando veste il nerazzurro: «La Champions è una competizione importante, è chiaro che avere continuità è meglio per un portiere ma la cosa importante è rispettare le decisioni dell’allenatore e le gerarchie del gruppo».
Contento Lui intanto il suo lo ha fatto anche ieri, col solito stile. Un’uscita avventurosa cancellata dal Var che ha annullato l’1-1, ma anche tante cose belle, come un disimpegno con i piedi con tanto di dribbling sull’avversario e diverse uscite alta nel cuore dell’area, per dare sicurezza ai compagni. Con personalità, come si chiede ad un numero uno. «Siamo una grande squadra e vogliamo vincere sempre e oggi lo abbiamo dimostrato, meritando il successo dice André -. Nel calcio, come nella vita, ci sono momenti difficili. Sono molto contento, era una vittoria che tutti volevamo. Tutto il mondo Inter voleva vincere e superare il momento duro».