La Gazzetta dello Sport - Cagliari

Granata all’attacco Guida Sanabria E ora Juric ha più scelta

- Di Nicola Cecere TEMPO DI LETTURA

Pellegri

L’azzurrino vuole prendersi la scena: per lui 7 presenze in stagione e un gol in Coppa Italia

Radonjic

Il nazionale serbo, prima stagione al Toro, ha segnato un gol in 8 gare. In attacco può coprire più ruoli adesso si va all’attacco. Nel senso che con il reparto finalmente al completo grazie ai recuperi di Alexej Miranchuk (già un primo spezzone a Napoli) e Pietro Pellegri (rientrato in gruppo ieri), il Toro potrà sparare contro l’Empoli (e poi la Juve) tutte le sue cartucce. Mastro Ivan Juric ne può sfruttare sette di punte perché non vanno dimenticat­i i giovani Seck e Karamoh, ma naturalmen­te sono i giocatori più esperti quelli chiamati a reagire in maniera tale da riportare la squadra al successo, pur tenendo bene a mente che l’Empoli ha perso contro il Milan soltanto al 93’. Ecco allora che le parole pronunciat­e da Tonny Sanabria al Maradona suonano come una presa d’atto di una situazione contingent­e di delusione che tutti i granata sono intenziona­ti a modificare fin

Eda domenica. In attesa di un derby che sta già scaldando la tifoseria.

La reazione «Dobbiamo ripartire dal secondo tempo di Napoli», le parole di Sanabria. «Dopo quella prima parte in cui abbiamo commesso errori che hanno avvantaggi­ato i nostri avversari, già bravi per conto loro, nell’intervallo non c’è stato bisogno di parlare: ognuno di noi ha trovato la voglia e le energie per una reazione collettiva che purtroppo non ha portato il gol che avrebbe riaperto la sfida. Però il Toro nel secondo tempo ha giocato alla pari con la capolista e questo è un dato che conta e che deve caricarci». Ma il concetto più significat­ivo espresso dal centravant­i riguarda le caratteris­tiche del reparto offensivo dove ci sono tutti giocatori «in grado di aiutare la squadra in qualsiasi momento a fare bene. Miranchuk è un recupero che aggiunge qualità, ma non è che gli altri attaccanti siano sprovvisti di tecnica o di forza fisica, ce l’hanno un po’ tutti. E ognuno sa che può essere importante per la squadra sia che giochi dall’inizio sia che entri durante la partita». Insomma, nello spogliatoi­o non sono emerse gelosie, non c’è un clima di competizio­ne interna esasperata. Prevale il desiderio di mettersi al servizio dell’allenatore.

Quanto a Juric, ha fatto a voce alta le valutazion­i relative agli attaccanti impiegati sabato. «Karamoh è entrato come quinto e perciò giudizio sospeso. Miranchuk? E’ andato benino. Lui può darci molto, si vede che conosce il calcio. Però rientrava dopo tanto tempo e non poteva avere il ritmo partita. E poi bisogna tenere presente che Miranchuk, Sanabria, Vlasic e Linetty si sono allenati assieme soltanto tre giorni». Radonjic è subentrato con il piglio e lo spirito giusti, e l’allenatore non nasconde di averlo apprezzato. «Questo ragazzo è così, capace di sorprender­ti sempre, nel bene e nel male. Contro il Napoli è stato pericoloso, ha creato occasioni e gioco, perciò mi è piaciuto». Ma è chiaro che il ritorno al gol di Sanabria (il 50esimo in Europa, tra Sporting Gijon, Betis, Genoa e Torino), capace di sfiorare una doppietta che a fine primo tempo avrebbe rilanciato i granata, più la vivacità di Vlasic indicano quali sono al momento gli attaccanti ai quali Juric non intende rinunciare, se non costretto dagli accadiment­i. Resta in attesa Pellegri, il cui recupero completo va tenuto in debito conto perché ha caratteris­tiche atletiche, di forza, che gli altri compagni di reparto non hanno. E dopo i cinque minuti di esordio al Maradona, Karamoh ha ripreso il lavoro con uno spirito diverso: può sperare anche lui in un minutaggio crescente. Ma prima tocca ai big.

Il braccio

In grande Antonio Sanabria, 26 anni. In basso Ivan Juric, 47 anni

Karamoh

Ala sinistra, nato in Costa d’Avorio, è arrivato al Torino dal Parma a fine mercato

Seck

Ala destra, gioca nel

Torino dal gennaio 2022. Finora ha giocato 4 volte in questa stagione

Fondamenta­li Il paraguaian­o e Vlasic sono i due giocatori ai quali il tecnico oggi non rinuncia

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