La Gazzetta dello Sport - Cagliari
Lautaro sbaglia, Alvarez segna ancora La crescita continua del talento Julian
DOHA (Qatar) Julian Alvarez segna, Lautaro Martinez sbaglia. Il ragazzo nato nel gennaio del 2000 gioca con la 9 sulle spalle e si è preso il posto di centravanti della nazionale, che entrando nel Mondiale era dell’interista.
Con l’Arabia Saudita e il Messico Alvarez ha giocato una mezz’oretta, poi Scaloni ha deciso, fuori Lautaro, dentro Julian. E il giocatore del Manchester City ha ringraziato segnando sia contro la Polonia sia contro l’Australia. In entrambi i casi il 2-0. Alvarez è un tipo che sa cogliere le occasioni: nel debutto col City ha fatto gol al
Talento Julian Alvarez, 22 anni, attaccante del Manchester City
Champions, Premier e Coppa di Lega). E con l’Argentina lo stesso: 4 gol nelle ultime 6 apparizioni, da settembre a questa parte. Impossibile lasciarlo fuori, anche perché Lautaro da quando Julian ha iniziato a segnare non ha più trovato la porta. Il presente è di questo ragazzo che dimostra anche meno dei suoi 22 anni e che è cresciuto col poster di Messi sulla parete della stanza. Ora gioca con lui, e ha un grande futuro davanti a sé. Lautaro deve reagire in fretta se vuole tornare a giocarsi il posto da titolare.
Messi ieri è arrivato a 23 partite in Coppa del Mondo, raggiungendo Paolo Maldini sul podio. Venerdì contro l’Olanda agguanterà Miro Klose. Se dovesse vincere diventerà il giocatore con più partite nella storia del Mondiale: Lothar Matthaus si è fermato a 25 e la semifinale garantisce un’altra partita, per il primo o per il terzo posto. Leo arriverebbe dunque a 26. Per Messi e compagni, il crescendo è da brividi: Australia, Olanda, in caso Brasile. «La Pulce, o Leo a seconda di come volete chiamarlo, è il numero uno della storia del calcio» diceva ieri sera Luis Enrique su Twitch mentre l’Argentina sfidava l’Australia. Il ct della Spagna rispondeva a una domanda su Leo e Diego: «Ma perché bisogna sempre fare paragoni? Sono momenti diversi, squadre diverse, persone diverse. Maradona ci fece vedere che era possibile vincere un Mondiale da solo, Leo è però è il migliore di tutti». E anche il più felice, pare.