La Gazzetta dello Sport - Cagliari

Mario Andretti

- MONTONA (CRO) 28 FEBBRAIO 1940 USA

on è questione di fisico, ci vuole uno spirito speciale ad essere Mario Andretti. Ad arrivare a casa, a Nazareth, Pennsylvan­ia, alle 4 del mattino dal Tennessee, dove era andato sul palco a premiare Joey Logano, campione 2022 della Nascar: «E’ stata una gran serata, al Music City Center di Nashville». E ad essere già al telefono il mattino dopo, presto, con un giornalist­a italiano per parlare di corse future e passate. «L’ultimo campionato di Formula 1 mi è piaciuto molto – attacca – anche se per noi, come tifosi, c’è stata un po’ di delusione per la Ferrari che non è riuscita a sfruttare il suo potenziale. Era molto competitiv­a, purtroppo ci sono stati tanti errori di strategia. I piloti non erano colpevoli, e ho visto che qualche volta si sono arrabbiati, ma sono sempre tanto corretti da non lamentarsi. In generale Max Verstappen ha fatto tutto qual che doveva al meglio, è stato impression­ante e si è meritato il titolo. Ha sfruttato ogni occasione, da vero campione. E non avevo dubbi, era da tempo che si sapeva quanto è forte».

▶ E Hamilton?

N«Non era abituato ad avere una macchina inferiore. E alla fine la Mercedes l’ha sfruttata meglio Russell, bisogna dirlo. Ecco lui, Russell, è stato la vera rivelazion­e dell’anno».

▶Torniamo sulla Ferrari. Il cambio al cambio al comando era necessario?

«Bisognereb­be essere un po’ più all’interno per dirlo. Di sicuro, assolutame­nte, bisogna cambiare più di qualcosa sulle strategie. Quando hai una macchina competitiv­a, non hai bisogno di fare le cose diverse dagli altri. Ci sono state volte in cui in pista tutti avevano le gomme soft e una, o tutte e due le Ferrari, con le medie: ma fai quel che fanno gli altri. Non c’è bisogno di provare ad essere più furbi. Si sono

NATO A

IL NAZIONALIT­À

Patriarca ato a Montona, in Istria allora italiana, è emigrato negli Usa nel dopo-guerra. Ha gareggiato in numerose competizio­ni: ha vinto un Mondiale di F.1 e 3 campionati a ruote scoperte in Usa (52 gare vinte), una 24 Ore di Daytona, la 500 Miglia di Indianapol­is nel 1969 (ne ha corse 29) quattro 12 Ore di Sebring. Ha 7 gare vinte nei prototipi e una nella Nascar. Ha corso nove 24 Ore di Le Mans, arrivando 2° nel 1995.

N In Formula 1

Ha corso dal 1968 al 1992, E’ stato in Ferrari nel 1971 e 1972 con un Gp vinto. Iridato nel 1978 su Lotus. In tutto ha vinto 12 gran premi

 Famiglia e Team

In varie competizio­ni Usa hanno corso il suo gemello Aldo, i sui figli Michael e Jeff, il nipote John (figlio di Aldo) e il nipote (figlio di Michael) Marco. Insieme hanno team nelle varie serie Indy, in Imsa, in Formula E e in Extreme E «Sì. La Ferrari è la Ferrari e lo sarà sempre per i piloti, per i meccanici, per gli ingegneri. Se sei stato o no alla Ferrari la tua carriera ha un valore completame­nte diverso. Perché a Maranello sono capaci, hanno tutto quel che serve ad essere competitiv­i. Solo che ogni tanto la parte umana sbaglia e ho l’impression­e che sbagli perché si affida troppo ai dati, alla tecnologia. I dati e i mezzi sono importanti, utili, ma serve anche l’esperienza».

▶E voi come Andretti Team ne avete parecchia in Indy, Formula E, Extreme E. A che punto è il tentativo di entrare in F.1?

«Andiamo avanti, parliamo ogni giorno; non si molla.. Ogni settimana si chiarisce qualcosa in più. E pare che ci siamo. Non c’è nessuna possibilit­à di entrare con una squadra già presente, quindi puntiamo ad essere l’undicesimo team. Il prossimo anno avremo 23 gare, c’è bisogno anche di qualche macchina in più in pista, 22 non sono troppe. Per conto mio ce ne vorrebbero anche 24. L’idea è di essere in pista nel 2024. Abbiamo già contattato anche alcune persone chiave, le quali però non possono certo dirlo ora che verranno da noi…».

▶Intanto per il campionato Indy NXT, la ex Indy Light, avete preso Jamie Chadwick, dominatric­e delle W Series, bel progetto e bel segnale…

«E’ bravissima. Ora vediamo come si ambienterà, noi l’abbiamo accolta a braccia aperte. E’ bello per tutti vedere ragazze in pista. E sì, Liberty Media sarebbe molto felice di vederne presto una in F.1».

▶Intanto in F.1 arriva Logan Sargeant con la Williams…

«Lo conosco poco. Ma sono contento che gli abbiano dato l’opportunit­à: gli auguro tutto il bene…».

▶L’obbligo della Super Licenza è una limitazion­e per i piloti statuniten­si, lo trova giusto?

«Se una squadra sceglie un pilota da un’altra categoria, sa quel che fa, sa che quel pilota è bravo. E dunque non dovrebbe essere ostacolato da una stupidaggi­ne burocratic­a. Una regola che non dà nessun valore a un ragazzo della Indy solo perché non è una categoria Fia, ma danno credito a uno che ha fatto la Formula 3…».

▶ Chi meriterebb­e la F.1, tra i piloti americani?

«Colton Herta. Corre per Michael (cioè suo figlio, per il team Andretti, n.d.r.) ed è molto bravo. Ha fatto due giorni di prove con la McLaren a Portimao.

è riuscito a sfruttare la Mercedes meglio di Hamilton: è stato lui la vera rivelazion­e

«Noi non molliamo e ci siamo quasi: nel 2024 saremo l’11° team in F.1»

Piedone

Mario Andretti, 82 anni, è stato iridato di F.1 nel 1978 su Lotus e ha vinto la 500 Miglia di Indy nel 1969

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Mario Andretti, 82 anni, la sua è una dinastia di piloti

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