La Gazzetta dello Sport - Cagliari
Una rossa di spine per il dopo Binotto Vasseur in pole Tornerà Resta?
Fra le sfide del nuovo team principal di Maranello rafforzare strategie, remote garage e direzione tecnica
a transizione verso il dopo Binotto non è facile. A Maranello si stanno vivendo giorni di attesa per capire chi sarà il successore del team principal uscente e che cosa cambierà con il suo arrivo. In pole c’è sempre il francese Frederic Vasseur del team Alfa Romeo. Il suo nome è circolato da subito, quando si è capito che la poltrona della Gestione Sportiva traballava, e rimane a tuttora l’unica candidatura di cui si sappia. Le dimissioni di Mattia Binotto scatteranno di fatto a fine mese, sino ad allora l’ingegnere italosvizzero occuperà il suo ufficio di dirigente, poi da gennaio ci sarà posto per il sostituto. L’interim sarà guidato dall’amministratore delegato Benedetto Vigna, che ha partecipato a numerose riunioni tecniche nel corso del 2022, allargando la sua supervisione all’attività sportiva e alla F.1. Ma lascia perplessi che la Ferrari non abbia dato scadenze, dicendo che «è iniziato il processo per identificare il nuovo team principal e che dovrebbe concludersi nel nuovo anno».
LNiente pool
David Sanchez (responsabile dell’aerodinamica), con Enrico Gualtieri divenuto nel frattempo reggente del reparto power unit. Non è possibile che il prossimo capo della Ges smantelli di colpo questa struttura. Anche perché la macchina 2023, praticamente definita a eccezione degli ulteriori sviluppi aerodinamici, è figlia delle loro idee. Allo stesso modo, non si vede all’orizzonte l’arrivo di un pool di fuoriclasse, come accadde quando Luca di Montezemolo e Jean Todt presero in blocco Michael Schumacher, Ross Brawn e Rory Byrne dalla Benetton. Lo scenario storico attuale della F.1 non lo consente. Ma non sarebbe sbagliato ripristinare la figura del direttore tecnico, che Binotto aveva assorbito nel suo ruolo. Facile pensare a Simone Resta, che ha svolto questa funzione nell’Alfa Romeo di Vasseur (e di Leclerc) prima di tornare a Maranello per un breve periodo ed essere spedito alla Haas, per manifesta incompatibilità con Binotto. L’ingegnere cresciuto alla Minardi potrebbe avere finalmente uno spazio e un ruolo all’altezza alla Ferrari, dove è stato responsabile del telaio. Fra le aree da migliorare ci sono ovviamente le strategie, che hanno fatto acqua a Montecarlo, in Brasile e in altre occasioni. Sotto esame Inaki Rueda, un altro fedelissimo di Binotto, e la sua spalla Ravin Jain, ma anche i quaranta “tattici” del remote garage di Maranello. Sarà un bel rebus riorganizzare il settore.
Da sinistra il danese Kevin Magnussen, il tedesco Mick Schumacher e l’ingegnere Simone Resta. Il direttore tecnico della Haas, 52 anni, ha un passato di F.1 in Minardi, Ferrari e Alfa Romeo
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