La Gazzetta dello Sport - Cagliari

BIANCONERI PRONTI PER IL SUO CALCIO E VLAHOVIC CON LUI PUÒ DECOLLARE

Una parte di tifosi lo osteggia, ma le sue radici juventine sono indiscutib­ili e vive. E poi non c’è più Agnelli...

- Sebastiano Vernazza TEMPO DI LETTURA

Conte avrebbe voluto Di Maria all’Inter. Niente più di un’indiscrezi­one tutta da verificare, ma un indizio, non crediamo che Conte si opporrebbe al rinnovo del contratto del campione del mondo. E Vlahovic non ha caratteris­tiche tanto differenti da Lukaku, Conte potrebbe lavorare sul centravant­i serbo con la stessa intensità che ha speso sul belga e dischiuder­gli nuovi orizzonti. Precisato che Kostic va benissimo perché ci pare che abbia i tratti dell’uomo contiano, sulle fasce, specie sulla destra, serviranno innesti. E ci sarà bisogno di almeno un centrale difensivo. Abbondanza a centrocamp­o, tra vecchi campioni e giovani rampanti. Se c’è un allenatore che può riportare Pogba a volteggiar­e in cielo, questi è Conte.

L’accoglienz­a Conte si è lasciato male con la Juve e nel frattempo ha allenato l’Inter. Non solo, durante un Juve-Inter ha mostrato il dito medio ad Andrea Agnelli. Quanto basta per presumere che tanti tifosi non ammazzereb­bero il vitello grasso casomai si ripresenta­sse alla Continassa, ma tutto si supera e si metabolizz­a. Il percorso JuveInter-Juve, con scudetto nerazzurro di un ex tecnico bianconero, non è inedito, pure Giovanni Trapattoni ci è passato senza scossoni. Conte resta Conte, un concentrat­o di juventinit­à. L’inquietudi­ne che lo tormenta ovunque l’ha introietta­ta a Torino. Il mantra juventino sulla vittoria come unico fine lo smuove e lo percuote. Si lamenta sempre perché vuole vincere sempre. è tanto scarno quanto asettico, come era stata asettica anche la fine dell’altro matrimonio di Conte con una big inglese, il Chelsea. I Blues ne avevano annunciato l’esonero in un comunicato senza troppi fronzoli il 13 luglio 2018: Conte a Stamford Bridge aveva vinto la Premier il primo anno e l’FA Cup il secondo, stagione in cui aveva mancato gli obiettivi che il club gli aveva fissato anche perché non erano arrivati i rinforzi chiesti Antonio. Da qui l’esonero poco amichevole all’alba di quella che doveva essere la terza stagione insieme.

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