La Gazzetta dello Sport - Cagliari
Dal “ristorante da 10 euro” al club che “non vince mai “Quanti addii tesi
Conte ha chiuso con toni aspri quasi tutte le sue esperienze
7 Le sconfitte in Serie A
Nelle tre stagioni sulla panchina della Juventus, tra il 2011 e il 2014, Antonio Conte ha perso solo sette partite di Serie A: nessuna nella stagione 2011-12; cinque nel 201213, contro Inter, Milan, Sampdoria (2) e Roma; due nel 2013-14, contro Fiorentina e Napoli. La Juventus ha vinto tutti e tre gli scudetti in questione
Non bisogna mai ritornare dove si è stati felici, recita un’antica massima, e non c’è dubbio che Antonio Conte alla Juve sia stato felice, sia come giocatore sia come allenatore. Il problema nasconde però la soluzione: Conte alla Juve è stato anche infelice, nella primavera-estate dello scontento e del distacco, quella del 2014 e della battuta sul ristorante: «Non si mangia con 10 euro in un ristorante da cento». Nove anni dopo la situazione è peggiorata, la Juve attraversa il deserto di una crisi finanziaria e giudiziaria, ed è difficile immaginare che possa liberarsi con disinvoltura del contratto capestro con Massimiliano Allegri, scadenza 2025 per circa 7 milioni netti a stagione. Le vie del pallone però sono infinite, misericordiose e ripetitive. Il calcio ama i figlioli prodighi. Andrea Agnelli, il destinatario del sarcasmo contiano, è uscito dal gruppo e non si può escludere che Conte ritorni sul luogo della sua (in)felicità e sostituisca Allegri, come Allegri nel 2014 aveva rimpiazzato lui. A patto di accettare un robusto taglio di ingaggio rispetto al Tottenham e di non chiedere la luna e neppure le stelle sul mercato.
La squadra La Juve ha tentato la conversione a U, prima con Sarri e poi con Pirlo, ma la manovra è fallita ed è rientrata nell’alveo dell’allegrismo, corrente non agli antipodi del contismo. Per farla breve, la Juve attuale è una squadra pronta per l’eventuale Conte-bis. Il sistema è quello, il 3-5-2, con la minima variante dell’attacco 1-1, imposta dalla presenza di Di Maria, fuoriclasse senza tempo. Gli archivi restituiscono una voce interessante, nel dicembre del 2020
IL NUMER0
tavolta è diverso, perché Conte e Tottenham non si erano tanto amati. Ma non è la prima volta che l’addio di Antonio a un top club è complicato, come sanno bene Juve, Chelsea e Inter. «Le squadre da cui me ne sono andato mi hanno sempre rimpianto» raccontava lui qualche tempo fa. Forse lo rimpiangeranno anche gli Spurs, ma per ora le ultime immagini di Conte sono quelle della sfuriata in conferenza
Sstampa del 18 marzo, quella in cui ha attaccato tutto e tutti, a cominciare dai giocatori «egoisti» e dalla mentalità di un club che «non vince niente da 20 anni». L’ultima goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo.
Premier L’addio al Tottenham è stato il finale anticipato di un distacco ritenuto inevitabile. Il tecnico stava cercando di costruire l’ennesimo progetto vincente mentre il Tottenham festeggiava i quarti posti pensando che bastasse prendere uno dei migliori tecnici in circolazione per vincere. L’annuncio del divorzio consensuale