La Gazzetta dello Sport - Cagliari

La Lazio dura un tempo Poi dominio rossoblù con El Azzouzi e Zirkzee

Vantaggio di Isaksen, l’errore di Provedel cambia tutto. Biancocele­sti furiosi con l’arbitro Maresca

- Di Stefano Cieri ROMA

Adesso sì, ogni sogno è possibile. Anche quello più grande, la qualificaz­ione in Champions. Il Bologna sbanca l’Olimpico laziale e si tiene stretto il quarto posto in coabitazio­ne con l’Atalanta al termine di una settimana perfetta, iniziata con la vittoria sul Lecce, continuata con quella sulla Fiorentina e sublimata dal 2-1 sulla Lazio.

Bologna sogna Quello romano, peraltro, è il quarto successo consecutiv­o (prima del tris degli ultimi sette giorni c’era stato il successo sul Sassuolo). Una vittoria che è l’emblema del Bologna dei miracoli. Una squadra moderna, capace come poche di sapere fare due o tre diverse partite all’interno della stessa. Soffre, ma tiene botta all’inizio, poi sfruttando il regalo di Provedel e Luis Alberto - torna in gara, capisce che il vento è girato si va a prendere i tre punti con precisione chirurgica. Una fisarmonic­a, la squadra di Motta, brava ad allungarsi o ritrarsi a seconda dei momenti della gara. E tremendame­nte efficace perché quando ha le occasioni non le sbaglia. La sliding door del match è al minuto 39. Lazio padrona del campo fino a qual momento, in vantaggio col gol di Isaksen e vicina al raddoppio con lo stesso danese e con Immobile. Provedel e Luis Alberto sbagliano l’uscita dal basso e i rossoblù non se lo fanno dire due volte. Pari di El Azzouzi e da quell’istante c’è un’altra partita. Anche se è nella ripresa che il Bologna sale in cattedra. Assorbe la Lazio senza correre più alcun rischio e, piano piano ma inesorabil­mente, fa salire il volume. Poi, certo, servono pure gli uomini che fanno la differenza. Quello di Motta (che azzecca i cambi, mentre Sarri li sbaglia) si chiama Zirkzee. A dieci dalla fine l’olandese decide che è giunto il momento di andare a prendere i tre punti e lo fa con un’azione che imposta e poi chiude con un tocco cha lascia di sasso l’Olimpico.

Harakiri Lazio Sconfitta pesante

per la squadra di Sarri, perché ora il quarto posto dista otto punti (e gli scontri diretti sono negativi sia con l’Atalanta sia col Bologna). L’effetto-Bayern dura un solo tempo, nel quale la formazione biancocele­ste gioca decisament­e bene. Anzi, la prima frazione è una delle migliori della stagione. Però. Le palle-gol sono cinque ed una sola viene capitalizz­ata (e negli scontri diretti non te lo puoi permettere). E poi non si possono regalare certi gol, specie in partite come questa. La frittata la fanno Provedel (che sbaglia due volte, prima servendo Luis Alberto accerchiat­o e poi rinviando sui piedi di Fabbian). Ma anche lo spagnolo (sempre più svagato) ha le sue colpe. Un episodio, certo, ma anche lo specchio di una squadra che, anche nelle sue giornate migliori, trova sempre il modo di staccare la spina. E poi di non riuscire a riattaccar­la (vedi secondo tempo). I biancocele­sti se la prendono con Maresca, reo -secondo loro - del mancato secondo giallo a Fabbian e di altre decisioni sbagliate. Possono avere le loro ragioni (specie sul primo episodio), ma il k.o. col Bologna non è comunque figlio della direzione arbitrale.

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Festa L’esultanza di Oussama El Azzouzi, 22 anni, dopo il gol del pareggio

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