La Gazzetta dello Sport - Cagliari
Sinner in California Lavoro sulla forza per l’assalto al n.2
A un mese dal primo titolo Slam, Jannik ritrova coach Cahill per superare Alcaraz
Ha passato il primo “mesiversario” da campione Slam su un volo per la California. Nelle lunghe ore di viaggio, Jannik Sinner avrà avuto modo di ripensare a quella cavalcata straordinaria, il 28 gennaio a Melbourne. Quei cinque set contro Medvedev che lo hanno consegnato alla gloria. Una giornata che ha cambiato la storia del tennis italiano e innescato una sana Sinnerdipendenza nel Paese. Manca poco, dal 6 marzo inizia Indian Wells, primo Masters 1000 della stagione, primo dei due tornei che, insieme al Miami Open, compongono l’ambitissimo Sunshine Double. Sinner, che lo scorso anno aveva raggiunto la semifinale (sconfitto da Alcaraz) nel deserto della California e la finale (battuto contro Medvedev) in Florida, arriva negli Usa con prospettive diverse e un nuovo status, quello di campione Slam.
La rivalità Con la corona dell’Australian Open in testa e la vittoria dell’Atp 500 di Rotterdam in tasca, Sinner si è assicurato il numero 3 al mondo e ora vede le luci posteriori di Carlos Alcaraz. Il rivale-amico spagnolo ha avuto un inizio di stagione ben diverso dal suo, con l’uscita ai quarti in Australia e due stop prematuri nei tornei di Buenos Aires, dov’era campione uscente, e di Rio de Janeiro, dove difendeva la finale. Una distorsione di secondo grado che in questi giorni ha rallentato i piani di preparazione per Indian Wells, e appena 535 punti di vantaggio su Jannik, rendono la seconda po
sizione nel ranking di Carlos molto vulnerabile. Il campione di Wimbledon 2023 difende i 1000 punti della finale nel deserto californiano e se Sinner dovesse fare meglio di lui nel torneo, gli strapperebbe il n. 2. Questo rende la trasferta americana ancora più speciale: tutti aspettano di vedere il nuovo fenomeno e la rivalità con Alcaraz pronta a infiammarsi di nuovo. Questa volta è Sinner quello che scatterà dai blocchi con un lieve vantaggio: uno Slam appena vinto, un titolo immediatamente dopo come non accadeva da 23 anni, quando ci riuscì Lleyton Hewitt. La fiducia è al massimo, e se a Rotterdam Jannik ha trionfato pur non mettendo in campo il suo miglior tennis, per l’inizio della campagna americana c’è stato bisogno di un rifornimento di “benzina”.
Subito all’opera Sinner è partito ieri per la California e già oggi, senza perdere tempo, si metterà al lavoro per smaltire il jet lag e proseguire secondo il programma iniziato con Umberto Ferrara a Montecarlo. Per partire alla conquista dell’America, il preparatore atletico ha iniziato a lavorare con Sinner pochissimi giorni dopo la vittoria del 500 di Rotterdam. L’altoatesino, come annunciato dopo il torneo olandese, è andato finalmente a salutare i genitori e i nonni a Sesto Pusteria rimanendo rigorosamente a riposo («No, niente sci, avrò poche ore e voglio godermi al massimo la famiglia»). Appena 48 ore e poi è subito tornato a Monaco dove ha ripreso la preparazione fisica, principalmente lavoro in palestra e sulla resistenza prima di essere raggiunto da Simone Vagnozzi con cui fino a sabato scorso ha "ripassato" anche un po’ di tecnica e di tattica. Il tecnico marchigiano, che ha preso Jannik Sinner nel febbraio del 2022 per farlo crescere e diventare top 3, non è partito per Indian Wells ma si ricongiungerà con il team in tempo per il Masters 1000 di Miami. A guidare le operazioni in California è arrivato Darren Cahill, molto più che un tecnico, un saggio, capace di organizzare al meglio lavoro, obiettivi e calendario per far rendere al meglio Sinner. Ancora qualche giorno di fatica poi, finalmente, si torna in campo. Alla conquista del sogno americano.