La Gazzetta dello Sport - Cagliari

«QUI TORNO BAM

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Tecnico ▶Tadej, è la prima volta che debutta all’inizio di marzo. Prima aveva sempre esordito tra gennaio e febbraio. Le fa strano iniziare così tardi?

«In effetti tutti stanno parlando di un debutto tardivo ma... Non è così poi tardi visto che siamo ancora in inverno e fa freschino a quanto pare! Volevo allenarmi un po’ di più, però parliamo di una differenza di un paio di settimane rispetto al solito. Negli ultimi giorni, a dire il vero...».

▶ Che cosa?

«Ho cominciato a sentire forte dentro di me il desiderio di gareggiare. Di divertirmi. Sono davvero motivato, voglio che l’attesa finisca presto».

▶Da quando è profession­ista, solo l’anno scorso ha saltato la Strade Bianche: ci spiega bene perché questa corsa è così speciale per lei?

«Perché è diversa da tutte le altre ed è stata la prima gara di un giorno europea che ho fatto da profession­ista. Fin dalla prima volta, mi sono divertito tantissimo. Era una specie di caos! Anno dopo anno, ho visto i miei progressi fino a che sono riuscito a vincere, nel 2022. Amo il percorso, i settori di sterrato, poi ci sono diverse parti in salita che mi si addicono. Sì, è piacere puro». ▶ Sembra di capire che la Strade Bianche, mettendo tutto ciò assieme, è cucita su misura per il suo stile, la sua idea di ciclismo. Giusto?

«Penso di sì. Tecnicamen­te, senz’altro. Poi stimola in me il mio spirito da bambino, diciamo, specie quando si deve andare super-forte in salita. Senza dimenticar­e che io adoro la Toscana. Peccato che non ci sia mai venuto in vacanza, anche questo è un obiettivo per il futuro».

▶Due

rivali come Vingegaard ed Evenepoel nel 2024 hanno debuttato vincendo: chi la conosce dice che quando vede azioni così le viene ancora più voglia di rispondere allo stesso modo. È vero?

«Sì, mi dà una motivazion­e-extra, è uno stimolo maggiore per me per riuscire a fare subito qualcosa del genere, e dimostrare quanto mi sia riuscito ad allenare bene negli ultimi tempi. Remco e Jonas mi hanno impression­ato, non solo hanno vinto ma l’hanno fatto in un modo speciale. Ricordiamo­ci però anche che la stagione non sarà certo valutata solo sui primi risultati».

Visto che punterà sia al Giro sia al Tour, ha dovuto fare delle rinunce: in particolar­e, non difenderà il titolo al Fiandre. Quanto le è costato?

«Vero, è un grosso ‘lavoro’ partecipar­e a due grandi giri e ambire al meglio in entrambi come nel mio caso. Ci vogliono preparazio­ne e sacrifici, ma per fortuna la mia squadra, le persone che mi stanno attorno, mi supportano al meglio. Questo rende le cose più facili».

Ma quando sarà al Giro, pensa che sarà concentrat­o al cento per cento sulla caccia alla maglia rosa o inconsciam­ente magari cercherà di salvare qualche energia per il resto dell’anno?

▶ «In gara al Giro certamente darò il cento per cento, impossibil­e fare calcoli. Credo in me stesso e penso che dopo il Giro avrò il tempo necessario per recuperare le energie spese. Non sono stressato per questo, al Giro sarò full-gas».

Per caso sta prendendo pure lezioni d’italiano?

«Vedremo al Giro se avrò imparato più parole (sorride, ndr)».

Intanto stiamo vedendo tanti giovani andare forte, compresi suoi compagni come il messicano Del Toro e il portoghese Morgado. Lei ha solo 25 anni, ma non è che comincia a sentirsi vecchio?

«Ma no, sono ancora un giovane... con più esperienza. Sono felice che nuovi talenti vengano fuori e spero che pure io possa essere una ispirazion­e per loro, adesso e in futuro».

Nella sua preparazio­ne ha cambiato molto?

«È stato diverso quest’anno perché ho un nuovo allenatore (lo seguiva Iñigo San Millan, rimasto tra gli allenatori del team ma ora anche capo della performanc­e dell’Athletic Bilbao di calcio, ndr), e sono differenti le strategie di preparazio­ne. Ho l’impression­e che quasi tutto sia nuovo. Mi fido delle persone che mi circondano, e del fatto che seguendo i piani possa essere competitiv­o in gara».

Ora chi è il suo allenatore di riferiment­o?

«Javier Sola, che fa sempre parte dello staff della squadra».

Aveva bisogno di un cambio di questo tipo?

«A volte per il corpo un qualche tipo di ‘shock’ può essere salutare, per non ripetere sempre le stesse cose a cui ci si abitua».

Uae-Emirates ha iniziato molto bene la stagione: 10 vittorie con 6 corridori diversi. L’anno scorso aveva chiuso al primo posto nel ranking, però era stata la Visma a vincere i tre grandi giri: ha fiducia di avere la migliore squadra?

«Questa corsa è divertimen­to e piacere puro Mi stimola molto»

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2. Ieri in allenament­o sul settore delle Tolfe con il messicano Isaac Del Toro
Una espression­e curiosa
FOTO SIROTTI 1. Tadej Pogacar sembra volersi “mangiare” lo sterrato 2. Ieri in allenament­o sul settore delle Tolfe con il messicano Isaac Del Toro Una espression­e curiosa
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Ho un nuovo allenatore, Javier Sola. Per il corpo uno shock può essere salutare

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